INCONTRI/BANVILLE scritto un altro romanzo naturalistico ottocentesco, come Flaubert e Proust. Mi rammarico sempre di non avere maggiori informazioni su quel periodo della vita di Joyce. Era ancora a Trieste, credo, e non aveva nessuno con cui parlare di Bloom. Questo lo dice continuamente nelle lettere. Che cosa successe allora? Con Bloom, che fu una rielaborazione artistica di se stesso, Joyce corse il rischio di andare verso il caos, il disordine e l'impalcatura omerica gli pemùse di creare un disordine ordinato, di ampliare, di dare un senso ulteriore al suo personaggio. Tutto questo è puro arbitrio. Anche Beckett nel momento della crisi, sul pontile di Dun Laoghaire, scelse il caos - "Let the chaos in and find chaos a way of producing art". Non credo che ci riuscì, alla fine era solo un formalista. Italo Calvino in un saggio sugli Usi politici della letteratura ha scritto: "Qualsiasi risultato raggiunto dalla letteratura, se rigoroso, può essere visto come un punto fermo per ogni attività pratica, per chi miri aila costruzione d'un ordine mentale così solido e complesso da contenere in sé il disordine del mondo, per chi tenda a stabilire un metodo così sottile e duttile da essere l'equivalente dell'assenza di ogni metodo," e concludeva: "La politica, come là letteratura, devl! innanzitutto conoscere se stessa e diffidare di se stessa." È d'accordo su questa interpretazione del rapporto tra letteratura e politica? Completamente d'accordo. Non potrei trovare parole migliori. Passiamo al rapporto tra scienza e letteratura. Un saggio di Roland Barthes del 1967 pubblicato dal "Times Literary Supplement" si intitolava La letteratura contro la scienza Qual è la sua idea a riguardo? Bisogna dire innanzitutto che gli intellettuali, i letterati francesi ambiscono ali' autorità della scienza. Mirano a creare opere in cui non ci sia più l'arbitrio, solide come le leggi della scienza. Invece per me la scienza è un'altra forma d'arte- "the supreme fiction". Basta saperne anche poco di scienza, come è il caso mio, per rendersi conto che i sistemi proposti dagli scienziati sono sistemi artistici e cioè creativi. Non sono fissi, ma organici e vitali, in continuo movimento. Copernico suggerì un sistema che fu cambiato, adattato da Keplero, Newton lavorò su entrambi. La comunità scientifica disse allora che non si poteva andare oltre, che la fisica era finita. È una sciocchezza. E la ripetono ancora oggi studiosi come Stephen Hawking che nel libro A Short History o/Time afferma che la scienza concluderà il suo percorso conoscitivo in un paio di decenni. Mi stupisce che lo dica un uomo della sua intelligenza. Einstein non avrebbe mai detto una cosa simile, perché sapeva che una volta scoperti i segreti dell'universo avremmo scoperto che essi sono infinitamente divisibili, cosicché l'unica cosa da fare in un modo che è caotico e casuale è trovare un sistema il quale- secondo quella splendida espressione rinascimentalesalvi il fenomeno. Anche il fine dell'artista è quello di salvare il fenomeno, di creare un mondo che sembri i 1 mondo, che assomigli alla -realtàma che abbia un principio, un centro, una fine. La vita non ha principio e fine, non ricordiamo la nascita e non sappiamo nulla della morte, quello che resta è il centro, questo pasticcio caotico. Amiamo le opere d'arte perché hanno una forma, sono 76 sferiche, chiuse su se stesse, perfette, hanno una finalità. Tutte cose che ci mancano nella vita e che ritroviamo nelle teorie scientifiche. Ho cominciato a scrivei-e la mia tetralogia della scienza quando ho letto una frase di Einstein: "Se un problema di matematica ha tre soluzioni tutte accettabili, scegli la più bella e sarà sicuramente quella giusta." Einstein era un grande artista. La mia domanda è solo apparentemente nazionalistica, ma perché ha "saltato" Galileonel suo esame del percorso scientifico verso l'età contemporanea? Prima di tutto dobbiamo fare una distinzione tra scienza e tecnologia. Quando si parla dei grandi pericoli o danni della scienza moderna, si parla piuttosto di tecnologia. Il miglior esempio ce lo ha dato Rutherford quando negli anni Venti realizzò 1a scissione dell'atomo. Come dicono le testimonianze egli non vide alcuna applicazione pratica per il suo esperimento, ne sottolineò solo la bellezza. Poi vennero la bomba atomica, l'energia nucleare e ora forse la fissione nucleare. Detto questo, passiamo a Galileo, che fu un grande genio e i cui esperimenti sono a loro modo molto, molto belli, ma non era un pensatore della stessa specie di Copernico o Keplero, che non si curavano affatto del mondo fisico. Copernico fece misurazioni astronomiche solo sei volte in tutta la vita e Keplero che aveva la vista doppia le stelle JomesJoyce in uno celebre foto di Gisèle Freund e Somuel Beckett in uno foto di Roger Pie.
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