STORIE/CARY "Certo che voglio una vacanza, una vacanza che duri per il resto della vita." "Santo cielo, no, ragazzo mio. Non ti ho mai visto tanto in forma." "Perché la verità è che sono appena rinsavito ... che ragiono davvero per la prima volta da anni. Mi sono reso conto di che razza di vita assurda, imbecille, era diventata la mia." "Precisamente, non potrei essere più d'accordo. Solo fatica e niente piacere ... ora, una vera vacanza ..." "Certo che voglio una vacanza ... una vacanza che duri per il resto della mia vita. Tu credi sia diventato pazzo. Niente di più .falso. Sono appena rinsavito. Come credi che fosse la mia vita domestica ... la chiamano così, no? Bob e April non sono più figli miei da tanti anni, da quando sono andati in collegio, e quanto a Louie, spesso mi chiedo se sia mai stata davvero mia moglie. Di certo non ho mai saputo cosa volesse ò cosa pensasse di me. E in questi ultimi due anni sono stato soltanto una seccatura, per lei. Questa è una buona occasione, che concedo a me _stessoquanto a lei. Non abbiamo bisogno di una vita nuova quanto di una vita vera, noi due. Così come stanno le cose, il nostro matrimonio va avanti per pura forza d'abitudine. È solo l'imitazione di un matrimonio, un matrimonio robot. Facciamo i gesti consueti perché siamo stati caricati ma non riusciamo a fermare il meccanismo. Bene, ora io l'ho fermato, il meccanismo, e ho intenzione di rifarmi una vita e dare anche a Louie l'occasione di rifarsi la sua. Non deve aver paura di esser lasciata sul lastrico. Ci sono soldi in abbondanza, per entrambi." Fred fece una smorfia come per dire, ''.Non voglio che tu mi racconti tutto questo," e disse, "Bene. Capisco benissimo il tuo punto di vista, vecchio mio, anche se in affetti, a quanto ne so, Louie è davvero un po' turbata, sconvolta, mi dicono ... Ma che ne diresti di mangiare un boccone? Ho fame." Si sedette a uno dei tavoli della sala da pranzo e chiamò il cameriere. Ma Tom non aveva nessuna intenzione di farsi manipolare a quel modo. Non aveva nessuna intenzione di lasciare che Fred continuasse a fingere che il suo atto di giustizia e sincerità fosse uria cosa di nessuna importanza. Non si sarebbe nemmeno seduto a tavola con lui. Si chinò verso il fratello e disse, "E così si è data malata, eh? Tipico. E perché? Perché ha paura di quello che dirà la gente. Perché sarà costretta a rinunciare a qualche ricevimento. Perché la sua routine è cambiata ... come se avesse smesso di fumare e non sapesse come passare il tempo." Il cameriere era arrivato con la costoletta, il puré e i cavolini di Bruxelles per Fred. La colazione standard del pub. Fred prese un boccone, poi gridò, "Cameriere, una birra media, leggera!" Quell'affettazione di tranquillità irritò ancora di più Tom. "Tu non mi credi," disse. "Ma d'altra parte, cosa puoi saperne. Ti dico che non sono per Louie altro cheun procacciatore di denaro, e che ho intenzione di continuare a procurarglielo. Vale a dire che avrà esattamente le stesse entrate di prima." Arrivò il cameriere con la birra. Fred ne prese un sorso e disse, "Potrebbe andarle peggio," e poi) infilzando la costoletta, osservò, "I ragazzi." "Sì, i ragazzi. E se non conto molto per Louie, conto ancora meno per i ragazzi. Hanno la loro vita, da anni." E quando Fred continuò a mangiare la sua costoletta, Tom, ora davvero esasperato, partì in una gran tirata sui figli. Non ce l'aveva con loro, disse. Erano bravi ragazzi. In effetti, era più che giusto che avessero una loro vita. Quello che non era giusto, e nemmeno intelligente, da parte loro, era fingere di avere ancora bisogno di lui -'- era un atteggiamento ipocrita, che non giovava né a loro né a lui, e non serviva a niente. La sua vita veniva semplicemente sprecata, inutilmente. Fred continuò imperterrito a mangiare, e Tom, sporgendosi attraverso la tavola, con le nocche delle dita appoggiate al ripiano, si sentì come un oratore di provincia davanti a un pubblico annoiato, completamente disattento. Si interruppe bruscamente . Era così arrabbiato che per un attimo provò l'impulso di prendere su la birra di Fred a tirargliela in faccia. Un impulso così forte che fu costretto a girarsi in fretta e a uscire dalla stanza. Raccolse valigia, cappotto e cappello, e si diresse alla porta. Ma prima che potesse scappar via, il barista saltò fuori dal bar. "Il suo conto, signore." Quando ebbe pagato il conto, si trovò davanti Fred, che aveva preso su la sua valigetta e stava dicendo, "Lascia che ti dia una mano, vecchio mio. Come va il cuore?" Fred gli portò la valigia fino all'autobus. Parlò della loro infanzia. Qualche vecchio album di fotografie era stato trovato in soffitta. Voleva vederle, Tom? Avrebbero dovuto dividersele. Tom non disse niente; non poteva parlare per paura di urlare in faccia a Fred la sua rabbia. Sapeva che se avesse cominciato, se avesse detto anche una sola parola, sarebbe uscita fuori in uno strillo, e lui non osava strillare. L'autobus era fermo davanti al Lobster Pot, la birreria del villaggio, ma mancava ancora una buona mezz'ora alla partenza. Fred propose di entrare nel locale a bere un bicchiere, ma Toin salì in fretta sull'autobus vuoto e andò a sedersi al suo posto. Per un attimo ebbe paura, terrore, che Fred si sedesse accanto a lui per continuare a parlare, per cercare di calmarlo, per fargli capire che andava tutto bene, in realtà, che quello che era successo era un avvenimento del tutto ordinario. Ma evidentemente Fred non era così sciocco, oppure aveva ricevuto buone istruzioni. Mise giù la valigia accanto a Tome gli tese la mano. "Be', vecchio mio, immagino che tu non mi voglia intorno, ma se c'è qualcosa che posso fare, spero che me lo farai sapere." Tom non gli strinse la mano. Avrebbe voluto farlo, era molto affezionato a Fred, ma aveva la sensazione che ubbidire a quell'impulso sarebbe stato riconoscere che la missione di Fred non fosse poi così priva di senso, che dopotutto la parola d'ordine dell'unità familiare che l'aveva spedito a Westford avesse qualche significato. Non poteva toccare quella mano, e dopo un attimo Fred lo salutò di nuovo e scese dall'autobus. Che sollievo. Il senso di liberazione fu tale che Tom si riempì di gratitudine per il fratello. Pensò, devo scrivergli, devo dirgli che non volevo essere scortese. Non era una questione personale; era solo una questione di principio. . . Quella sera arrivò a Liverpool e scese in un tranquillo albergo che dava su una strada secondaria, un posto da viaggiatori di commercio. Il suo piano era di andare all'estero, nell'Eire o in Europa. Aveva dato istruzioni in ufficio perché emettessero una lettera di credito a suo favore, indirizzata fermo posta. Ma quando andò alla posta centrale, trovò solo un biglietto del suo amministratore che diceva di aver effettuato l'operazione. La mattina seguente l'apertura di credito non c'era ancora, e Tom scr"sse di . nuovò, in tono leggermente indignato. E il giorno dopo, il quarto, 65
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