Linea d'ombra - anno IX - n. 60 - maggio 1991

POESIA/PACHECO - Chi, chi ha ordinato tutto questo? Sulla scalinata dell'edificio Chihuahua singhiozzavano due bambini vicino al cadavere della madre. - I nostri figli sono di sopra. I nostri figli. . Vogliamo vederli. - Abbiamo visto come assassinano. Guardi il sangue. Guardi il nostro sangue. - Un male irreparabile e incalcolabile. - Cosa succederà adesso? Cosa succederà? Lontano da Tlatelolco tutto era di una tranquillità orribile, insultante. Le pallottole esplosive aprono la carne. In questo buco rotto che fu un volto i denti. Una macchia di sangue sul muro. Una macchia di sangue gocciolava sangue. È colato il sangue fra le pietre. Irrimediabilmente è incrostata la pietra. Sembra sangue il selciato. Disse allora José Alvarado: C'erano bellezza e luce nelle anime dei ragazzi morti. Volevario fare del Messico un luogo di giustizia e verità: la libertà, il pane e l'alfabeto per gli oppressi e i dimenticati. · Un paese libero dalla miseria e dall'inganno. E adesso sono fisiologie interrotte dentro pelli oltraggiate. Un giorno ci sarà una lampada votiva in memoria di tutti loro. Nasceranno dei fiori, tra le rovine e sulle tombe. 56 (da Desde entonces, poesie 1975-1978) Foto di Grocielo lturbide. - Paseo de la Reforma Questo frassino così ben piantato che né il fulmine né la tempesta riuscirono a spaventare che neppure l'ascia osò ferire con la stia lama affilata; questo monumento alla bellezza del mondo; questo prodigio che ci permise di respirare e allietò gli occhi con la sua forma e fu luce ma diede anche ombra e durò più delle nostre vite e di tutto; questo che sembrava eterno o perlomeno stabile, è morto asfissiato e massacrato con altri mille dal gas velenoso che sputano gli autobus

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