Linea d'ombra - anno IX - n. 60 - maggio 1991

INCONTRI/SINGER Visto che non ho ideali migliori, lasciamo che il vegetarianesimo sia la mia religione. La sua vita amorosa e sentimentale ha costituito uno stimolo importante per il suo lavoro? Sì, certo. Non solo lo è stata: lei penserà che sono uno spaccone . se affermo che lo è tuttora ...Jn altre.parole: penso ancora oggi che la letteratura sia essenzialmente una stbria d'amore. Ci sono stati scrittori che hanno cercato di scrivere un romanzo sullo sviluppo di una banca, o di una fabbrica, senza mai riuscirvi. Come se i poteri, o le forze superiori (li chiami come vuole), abbiano una voita per sempre stabilito che, in un modo o nell'altro, lafotteratura deve sempre raccontare una storia d'amore. Persino i suoi ammiratori: anzi, direi soprattutto i suoi ammiratori, i suoi lettori più fedeli, erano e sono tuttora scioccati. dalla massiccia presenza del sesso nei suoi libri. Sì. Ma mi lasci dire questo: togliere il sesso dalla letteratura è come togliere l'aspirina dal mondo della medicina. Il sesso è l'unica vera medicina! Il destino della letteratura è di dividere la propria esistenza con storie d'amore e storie di sesso (se mi permette di essere così esplicito ...). È vero che quasi tutti gli scrittori yiddish in Polonia includevano pochissimo il sesso nei loro racconti: lo consideravano un soggetto tabù, da non citare se non casualmente e di sfuggita. Ma i bambini nascono dal sesso, non dalla lettura di Spinoza ... Strano, vedere il suo cappello di paglia aggirarsi tra gli yacht di Miami, e ricordare - quasi confusamente - brani di suoi racconti: "Ogni ebreo al mondo dovrebbe andare da unopsichiatra. Ogni ebreo moderno, voglio dire". Oppure: "Se non sei felice, comportati come se lo fossi. La.felicità verrà in seguito( ...) Se sei in preda alla disperazione, comportati come se credessi. La fede verrà dopo". Isaac Singer, un mistico scettico che cammina proprio sui misteri? Assolutamente, sì: la penso proprio così. Talora gli anziani affermano che il fatto che il mattino possano alzarsi dal letto e rimettersi in piedi e già un miracolo. Mi pare che questo sia vero per tutti noi. Nessuno scienziato, nessuno scrittore, nessun poeta è mai riuscito a spiegarci veramente cosa sia la vita: la vita, sin dai suoi primi attimi, è destinata a rimanere un mistero. · Il fatto che lei sia un pessimista, e che -sia anche scettico, significa che ha abbandonato ogni traccia di speranza? No. Spero sempre. Lo scrittore tedesco Schiller disse che l'uomo porta la speranza con sé fin nella propria tomba. È già morto, lo stanno seppellendo, eppure un granello di speranza gli sopravvive. E poi non si può decidere di sperare: non è un problema di volontà personale, o di libera scelta. Se speri, qualcosa spera in te. -Perché molte sue storie, molti suoi personaggi sono costruiti sull'ambiguità? Sì, sono ambigui perché molto spesso scrivo riferendomi a un mondo sovrannaturale. E il sovrannaturale è un mondo nel quale non si può credere al cento per cento; né si possono capire appieno i motivi della sua esistenza. Così il gioco della letteratura in realtà è anche un gioco dell'ambiguità. Lei continua a scrivere le sue storie, i brevi racconti che · pubblica, ancora e sempre (da 53 anni, ormai), sul "Jewish Daily Forward": un quotidiano che più nessuno - o quasi - legge, ma al quale lei è rimasto fedele. E per il quale lavora e lavora, incessantemente. Finché vedo che qualcosa non funziona, lavoro ostinatamente a pulire e perfezionare quanto ho scritto. Devo essere convinto che, almeno dal mio punto di vista, la storia c'è, ed è buona. Ha una macchina per scrivere che l'aiuta molto .. Non è una macchina per scrivere: è un critico letterario. L'ho detto anche a Stoccolma. Quando la storia che sto scrivendo non le piace, cessa di lavorare. Naturalmente sono io a fermarmi, non la macchina... · Scrive per tramandarci la storia della tragedia umana? No, non ho mai avuto una simile illusione: contrariamente a Balzac, che invece pensava di poter scrivere la storia della tragedia o della commedia umana. Questo per me sarebbe già scrivere con un messaggio, per diffonderne la grande verità. No, a me basterebbe poter scrivere la storia ebraica. Si considera psichicamente un po' turbato? Sì e non lo sono solo io. Tutti siamo turbati e un po' squilibrati. E le nostre generazioni lo sono in modo maggiore rispetto al passato. Talora quando si guarda un volto umano, attraverso i suoi occhi si vede il turbamento guardare il mondo. Siamo turbati perché abbiamo acquisito un sapere enorme, e non sappiamo cosa farcene, non sappiamo come usarlo. Attraverso la lettura dei giornali, ad esempio; quale giudizio porta sul mondo nel quale viviamo? L'uomo moderno ha commesso _unerrore tragico, e non ha più nessuna speranza di poterne uscire. E una sensazione che abbiamo tutti, ormai. La nostra tecnologia è un grande successo, ma ha trascinato con sé il nostro fallimento. I modelli politici - ad esempio il socialismo - sviluppati negli ultimi cento anni hanno solo contribuito a provocare nuovi e più gravi disagi. Lei ha detto di non volere più pensare a Dio: l'ultima religione che non abbandona è la scelta vegetariana ... Direi proprio di sì: visto che non ho ideali migliori, lasciamo che questa sia la mia religione ... Il suo non sembra un atteggiamento molto lusinghiero né per la religione, né per Dio ... Lo so, il problema è: "Come mai Dio non è un vegetariano?" Questa è la vera domanda: o, come dicono a Brooklyn, la domanda da 64 dollari. Dio avrebbe dovuto essere il primo dei vegetariani. "Dopo molti anni divenni vecchio e canuto; udii innumerevoli cose, molte menzagne efalsità, ma quanto più vivevo, tanto più mi rendevo conto che non si trattava, in realtà, di menzagne. Tutto ciò che non accade realmente, lo si sog~a di notte. Accade all'uno se non all'altro. Che differenza può fare?" Un uomo che parla così, non ha solo il suo genio ... È gentile a parlare di me così. Ma se penso a quello che avrei dovuto fare, so di aver fatto troppo poco. È tutto quello che posso dirle. Intervista realizzata il 13/1/1988 per la Televisione della Svizzera Italiana (Lugano), che ringraziamo. 53

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