Un 'ultima osservazione sulla morte: è la sola certezza della nostra vita. La morte mantiene le sue prome.sse. A volte sembra proprio che sia così. Esistono altre "entità" sicure: la legge di gravità. La gravità non si vede, ma è certo che esiste. Si sa che un corpo sarà attratto da un altro corpo, e così via. E forse ci sono altre verità sicure ... L'amore,for-se? L'amore è unaforza sicura? Non certo come la morte, o la legge di gravità ... L'amore però ha svolto un r_uolofondamentale nella sua vita... Naturalmente ... Perché l'amore è amore della vita. Se si ama una donna, si ama la vita che c'è in lei. Lei non si è mai molto preoccupato di separare amore e sesso. Molti miei lettori, soprattutto quelli che mi leggono in yiddish, mi hanno spesso rimproverato di occuparmi troppo di sesso. Mi dicono: "Perché non trovi cose più interessanti del sesso da raccontarci". E io rispondo: "Ditemi cosa ci sia di più interessante al mondo, e io,me ne occuperò". L'uomo non ha proprio niente a che fare con il liberò arbitrio? La Bibbia - e in particolare l'Antico Testamento - fa continuo riferimento alla nozione di "libero arbitrio", alla facoltà di scelta personale. Crede, cioè, che l'uomo possa liberamente decidere di vivere o di rriorire, di essere buono o cattivo. Ci ricorda, a noi lettori, che ogni decisione spetta proprio a noi, è nelle nostre mani. Certo, io non posso decidere di far piovere; o di far cessare Foto di RomonVishnioc (do Un mondo scomparso, edizioni ei o 1984) INCONTRI/SINGER il vento. Ma per quànto concerne me e il mio piccolo e fragile corpo, godo di una grande libertà di scelta, di "libero arbitrio". Se voglio alzare una mano, posso farlo: se le ordino di abbassarsi, si abbassa. E questo è importante. "La miafuga dalla civiltà-lei scrisse in un racconto pubblicato nel 1953 - cominciai a progettarla non molto tempo dopo aver appreso il significato del!' espressione. Ma nel villaggio di Bilgoraj, dove vissi fino ai diciotto anni, non c'era abbastanza civiltà da cui fuggire. Succt?ssivamente, quando andai a Varsavia, tutto ciò che potei fare fu di tornare a Bilgoraj. L'idea prese corpo solo dopo che fui arrivato a New York... ". A Varsavia lei ha narrato che conduceva una vita malinconica, tirando avanti alla meglio con i proventi dei pochi racconti che riusciva a vendere, in attesa del visto che gli permettesse di raggiungere gli Stati Uniti, come migliaia di altri poveri immigranti. A New York lo aspettava suo fratello lsrael Joshua, uno scrittore di talento, relativamente affermato. Lei aveva ormai 31 anni; raggiunse New York nella primavera del 1935, dopo aver attraversato - tra mille timori - la Germania infesta per il compleanno di Hitler, e dopo una breve sosta a Parigi-dove conobbe Henry Miller, lo scrittore americano che trent'anni più tardi avrebbe scritto: "Che mondo meraviglioso, un mondo terribile e splendido, quello di lsaac Bashe.vis Singer, Dio lo benedica! Non si sa bene da dove cominciare, non si sa se cantare, danzare o gridare". Sulla nave che lo trasportò da . Cherbourg a New York, lei ha narrato di essersi reso conto di conoscere tre sole parole di inglese ... Lei è un buon lettore, e ha una buona memoria. Le tre parole ·eràno: "Prenda una sedia". Una donna mi rivolse la parola sulla nave, pensando che parlassi l'inglese, e io le dissi appunto: "Prenda una sedia". Lei prese la sedia, ma fu l'unica cosa che ebbe da me; nient'altro, e nessuna conversazione. Lei ha anche scritto che lasciò la Polonia pervaso da una sensazione di catastrofe, e che l'incontro con New York le suggerì un'altra sensazione di catastrofe ... Non era la stessa cosa. In Polonia il pericolo erano i nazisti polacchi, e quelli tedeschi che avrebbero potuto invadere il mio paese da un momento all'altro. Quella era la mia paura: e quella la catastrofe. Arrivando a New York la mia sensazione di catastrofe era legata allo yiddish. Pochissime persone lo parlavano, e io mi chiedevo per chi diavolo avrei potuto scrivere, inAmerica. Era un mondo del tutto diverso, e intuii subito che mi sarebbe stato molto difficile adattarmi all' american way of life. E se non capisci e non condividi la vita di un popolo, non puoi sèriveresudiessoe per esso nel modo giusto. Ecco perché quella era una sensazione di catastrofe del tutto diversa dalla prima. In un certo senso ero più perduto io di qualsiasi altra persona. Ma questo è vero di ogni immigrante. L'immigrante è un'anima persa. Ha lasciato qualcosa che gli è caro, e le probabilità che possa rivederla un giorno sono molto scarse. · A New York lei visse a Seagate (dapprima col fratello Joshua, poi solo, passando da un'avventura sentimentale ali' altra). Seagate . è ora uno squallido quartiere di Coney /stand, che d'estate si rianima e accoglie i newyorkesi in cerca di svago e di refrigerio .. · 51
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