Colui che si richiama a una religione tollerante e non pratica il proselitismo. non è forse in posizione di inferiorità rispetto al fanatico che impone dovunque la conversione? • SAGGI/TODOROV gli stessi elementi ma sotto forme diverse o gradi di maturità ancora veder coerenza dovunque), ma che questo aspetto di una diversi comporta infatti la credenza in uno schema culturale cultura, sia essa la nostra o un'altra, questo certo comportamento universale a partire dal quale tutte le culture avrebbero il loro culturale è condannabile o lodevole. A tener troppo conto del · ordine. Ora, è ben noto, ognuno riporta l'universale a se stesso" contesto - storico, culturale -·si finisce con lo scusar tutto; e (n.181, p.41). invece la tortura, pei:fare un esempio, o l'escissione, per farne un L'accostamento è pericoloso poiché porta al giudizio compa- altro, non sono giustificabili per il fatto di venir praticati nel rativo e alla gerarchia: questo è meglio di quello; e questi gesti · .quadro di una cultura particolare. sono obbligatoriamente egocentrici. Ma questo è vedere gli esseri · Aver preso coscienza di questo diritto e di questo dovere non umani come fossero particelle fisiche o, nel migliore dei casi, topi basta a risolvere tutte le difficoltà di giudizio interculturale; per di laboratorio. Gli umani sono, ovviamente, determinati dalla loro illustrarne alcune, vorrei evocare le figure di filosofi francesi del biografia, dalle loro condizioni materiali, dalla loro appartenenza passato che su di esse hanno riflettuto. etnica; ma lo sono al punto da non potersene mai liberare? Dove Potremmo prendere Montaigne come rappresentante del prinsono finite la coscienza e la libertà umane? E che fare di tutte le cipio di tolleranza e del relativismo culturale. Per lui, tutto è aspirazioni dell'umanità all'universalità, presenti sin dove la effetto del costume, e i co_stuminon hanno fondamento che in se memoria può risalire: sono state manifestazioni più o meno stessi; è impossibile scegliere tra due costumi poiché non esiste un abilmente mascherate di etnocentrismo? Un discorso così punto di confronto neutrale. Come l'autore del Français dans le iperdeterministico non può non avere conseguenze politiche: se monde che ho ricordato prima; Montaigne pensa che ogni giudisi fa credere agli uomini che sono degli schiavi, essi finiscono col zio è radicato nella cultura, e mai nella natura: "Della verità e della diventarlo. Ecco come, dietro l'esigenza "teorica e metodologi- ragione noi non abbiamo altra immagine che l'esempio e idea ca" si rivelano partiti presi ideologici relativistici che nulla delle opinioni e usanze del paese in cui siamo" (Essais, I, 31). Ogni giustifica, e che molti fatti invece contraddicono. costume pùò venir giustificato: "Ogni usanza ha la sua ragione" Credo che dietro la paura di gerarchizzare e giudicare ci sia lo (III, 9), e le condanne (o gli elogi) che noi decretiamo derivano spettro del razzismo. Ci vien detto che, se si condannano i sacrifici dall'illusione ottica provocata dall'etnocentrismo: "Ciascuno umani, si rischia di apparire come un difensore della razza bianca. chiama barbarie ciò che non appartiene alle sue usanze" (I, 31). E certamente Buffon o Gobineau sbagliavano a concepire le Ma questa posizione di tolleranza generalizzata è insostenibiciviltà come formanti un'unica piramjde la cui sommità era le, e il testo di Montaigne illustra bene le sue trappole. Innanzitutoccupata dai biond Germani o dai Francesi e la base, o piuttosto to è una posizione interiormente contraddittoria, poiché consiste il fondo, dai pellirosse e dai neri. M_ail loro torto non è quello di nel dichiarare contemporaneamente equivalenti tutti gli atteggiaavere affermato che le civiltà sono diverse e ciò nondimeno menti e preferirne uno a tutti gli altri: la tol_leranzamedesima. Non confrontabili, perché senza di questo si finisce con il negare appena ha detto che ogni usanza ha la sua ragione, Montaigne ne l'unità del genere umano, e questo comporta "rischi e pericoli" condanna una, quella di chiudersi tra compatrioti quando·si è ben altrimenti più gravi; l'errore è di aver postulato l'andare all'estero, e di denigrare gli autoctoni; ma per formulare questo insieme del fisico e del morale, del colore della pelle e delle forme rimprovero Montaigne non è costretto a giudicare le usanze sul assunte dalla vita culturale; in altre parole, questo viene da un metro di qualcosa che non è tale? E poi, una posizione di qùesto certo spirito deterministico che vede la coerenza dappertutto; uno genere è incompatibile con le altre sue convinzioni, e in particospirito coltivato dall'attitudine alla scienza e che non vuol ricono- lare con il mito del buon selvaggio, di cui egli è un sostenitore scere come due seri.edi variabili, oi;servabili contemporanèamen- convinto: se il selvaggio è buono, non solo per se stesso ma anche te e sugli stessi iuoghi, possono non avere tra loro nessuna ai nostri occhi, è perché la bontà è una qualità transculturale. La relazione.Bisognerebbeinoltreaggiungereche,ancheasupporre barbarie cessa allora di essere un difetto d'ottica: parlando di che la correlazione tra fisico e morale possa venir messa in quegli stessi "cannibali" che gli offrivano il pretesto della definievidenza sul piano delle qualità fisiche, non ne consegue per zione relativistica del termine, Montaigne dichiara.adesso che noi questo che si debbano abbracciare posizioni razziste. Ci spaventa "li oltrepassiamo in ogni sorta di barbarie" (I, 31); ma chi dice l'idea che possano venir scoperte diseguaglianze naturali tra parti "sorpassare" sta confrontando e sta giudicando. Infine, questi dell'umanità (del tipo: le donne sono meno dotate per l'apprendi- selvaggi sono "buoni" solo perché incarnano l'ideale di Miche! de mento globale dello spazio, gli uomini hanno un minor controllo Montaigne, il mondo dei valori greci e romani, così come l'autore del linguaggio). Ma non dobbiamo temere quella che rimane una degli Essais lo ricostruisce e lo proietta secondo i suoi desideri: mera questione empirica, poiché, quale che sia la risposta, essa coraggio guerriero, deferenza verso le donne; la stessa loro poesia non potrebbe dar fondamento a una legge disegualitaria. Il diritto è lodevole solo per questo motivo: "Non solamente non c'è nulla non si fonda nel fatto, la scienza non può fabbricare i fini dibarbaroin questaimmaginazione,maessaètuttaanacreontica" dell'umanità. Il razzista fonda su una supposta ineguaglianza di ,(I, 31). Anche se lo slancio iniziale di Montaigne è di generosità, fatto una inegµaglianza di diritto; c'è in questo un passaggio che la sua posizione ritorna in definitiva a un etnocentrismo inconscio scandalizza, mentre non è riprovevole l'osservazione in sé del- (contro il quale egli voleva metterci in guardia): egli è portato a l'ineguaglianza. pronunciare giudizi di valore in nome di criteri assoluti, ma questi Non c'è nessun motivo per rinunciare all'universalità del criteri non sono altro che la proiezione non critica delle sue genere umano; io devo poter dire non che questa cultura presa opinioni. complessivamente è superiore o inferiore a quell'altra (sarebbe Diventa allora interessante volgersi verso un autore che non 43
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