Linea d'ombra - anno IX - n. 60 - maggio 1991

CONFRONTI l'ultimo zibaldonedi Ceronetti Alberto Cristofori Ceronetti in uno foto di Angelo Polmo. Da quasi vent'anni, a intervalli abbastanza regolari, Ceronetti pubblica degli zibaldoni in cui affastella note, osservazioni, commenti, aforismi, versi e_raccontini che toccano praticamente tutti i campi dello scibile umano, dal cinema contemporaneo al misticismo buddista, da Heidegger alla Bibbia, dalla boxe alla medi- . cina, da Virgilio alla televisione. A volte i volumi sembrano raccogliere il materiale secondo un certo criterio (Il silenzio del corpo, per esempio, affrontava argomenti attinenti alla medicina, intesa però in un senso tanto.lato da sfiorare l'enciclopedia universale; in Viaggio in Italia, viceversa, i vari pensieri nascevano dagli spunti offerti dalle varie tappe del viaggio, e seguivano perciò un ordine cronologico). Altre volte, invece, come nel caso del più recente la pazienza dell'arrostito (Adelphi 1990, pp. 354, L. 30.000), i pensieri sono presentati alla rinfusa, come in un vero e proprio diario. Vale la pena cercare, nel materiale offerto da questo e dagli altri volumi, di individuare alcune posizioni ideologiche fondamentali, per chiarire un giudizio che, in prima istanza, oscilla tra lo sgomento di fronte all'esibizione di tanta erudizione e il fastidio per la supponenza che dietro a questa esibizione si intravvede. Ceronetti si dichiara pessimista radicale, e accusa il mondo contemporaneo di tradimento nei confronti dei valori più specificamente umani, cioè spirituali. Un tradimento ormai completamente perpetrato, che ha portato alla perdita jrrimediabile del senso religioso, del senso estetico, del senso morale e del senso del 1ragico. A questi quattro "campi" (religione, estetica, morale e tragedia), tanto sottilme'nte e confusamente intrecciati fra loro, è infatti possibile.ricondurre senza eccessive forzature tutte le sue osservazioni, erudite e non. In questo mondo degradato, Ceronetti afferma di vagare alla ricerca di quei pochi ele- , menti sopravvissuti che ancora sembrano degni di essere detti. Non per lasciare nulla ai posteri, ma semplicemente per sopravvivere, per dare un senso alla propria vita. E giustifica così la propda attività di scrittore, e di scrittore di versi, in un mondo in cui nessuno è in grado di comprendere, nonché di apprezzare, la poesia e la bellezza. Da questo pessimismo, Cerònetti deduce inoltre una fondamentale misantropia, un vero e proprio odio nei confronti degli esseri umani, a cui si sottraggono solo, salvo eccezioni tanto rare da essere addirittura insignificanti, alcuni grandi spiriti del passato. È da questa misantropia che nascono alcuni degli spunti crudelmente sarcastici che ricordano quelli degli scrittori da Ceronetti amati (Giovenale, Swift, Flaubert, e sopra tutti Céline): "Quattro carrozzelle con quattro paralitiche decrepite ciascuna con mezzo bicchiere di liquido cremisi davanti e qualcosa nel piatto, ma i loro otto - se tanti ne restano . - occhi sono fissi ad un punto e non se ne staccano: uno schermino televisivo dove appaiono i risultati del le partite di calcio della domenica. Mancava questa perfezione al rimbambimento ..." (p. 100). Queste posizioni sarebbero naturalmente rispettabilissime, anche da chi non le condivida. Ma un'analisi più approfondita rivela alcune contraddizioni che, in Ceronetti, le rendono un po' false e un po' meno accettabili. Ciò che non convince, innanzitutto, è l'irrazionalismo retorico dei suoi aforismi e delle sue invettive: "Chi tirerà fuori un solo topo da una gabbia sperimentale sarà scritto nei libri delle Sibille angeliche" (p. 100); o ancora, da un articolo pubblicato sul "Corriere della sera" inoccasionedi Cernobyl (I 0-V-86): "Noi vediamo le nere Eumenidi drizzate sul filo dell'orizzonte; noi sappiamo con crudele lucidità etica che tutto quanto sta avvenendo di micidiale, di contagiosamente atroce, è castigo, non accidentale inciampo". Il tono biblico-sofocleo delle invettive rivela innanzitutto che Ceronetti non comprende se stesso nel suo odio verso l'umanità. La misantropia è rivolta sempre verso "gli altri". Ceronetti è escluso dall'orrore che denuncia: infatti egli è vegetariano, non guarda la Tv, non ha la macchina, è mago e veggente, disprezza la cultura di massa; è diverso, insomma. Il pessinugae Hans Jonas Il diritto di morire Guillaume Apollinaire Saldi Jean Pau_l L'arte di prender sonno opuscula Carlo Levi È questo il "carcer tetro"? Lettere dal carcere 1934-1935 Salvador Dalf I cornuti della vecchia arte moderna Philippe Lacoue-Labarthe La finzione del politico Heidegger, l'arte, la politica itinera Octavio Paz L'arco e la lira Jean-André Festugère Ermetismo e mistica pagaria opera Immanuel Kant Epistolario filosofico 1761-1800 Martin Heidegger Principi metafisici della logica ID RA semestrale di letteratura saggi e letture: M. Santagata, Dagliidilli di Leopardiall'idillio leopardiano; G. Lonardi, L'ultimo canto; G. Nuvoli, Zanzotto e Leopardi. · Testi: A. Airaghi, Einsteine L'esecuzione; A. Felder, Due racconti; F. Scataglini, da La rosa. Con un saggio di Massimo Raffaeli. ' Traduzioni: Paul Nizon, da L'anno dell'amore; Catherine Colomb, La valigia. Con un saggio di Jean-Luc Seylaz. La Coda: Friedrich Di.irrenmatt, Rispanniati dal destino e Si muoree improvvisamenteci si trovacon lo sguardorivolto alla luna. il melangolo via di Porta Soprana 3/1 16123 Genova - te!. 010-203802

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==