Linea d'ombra - anno IX - n. 60 - maggio 1991

ILCONTESTO i "costi umani". Dunque, comunque stiano le cose, resta una domanda difficilmente eludibile: al di là dell'informazione (necessaria ma non sufficiente), come arriviamo a comprendere (a capire, a immaginare, a sentire) la realtà di certi eventi che pure ci stanno davanti agli occhi? Forse era questa la preoccupazione di Lak:off, quando raccomandava di guardare cosa si "nasconde dietro" alle metafore (con una terminologia curiosa per un sostenitore del valore cognitivo delle figure retoriche). Dall'idea che ogni "fatto", ogni realtà, non è individuabile se non attraverso degli scherni di tipo narrativo non segue che ogni schema si equivale. Alcuni scherni sono più adeguati di altri, sentiamo che alcune versioni dei "fatti" ci permettono di comprenderli, altre versioni , magari apparentemente più semplici, no. Insomma, non possiamo negare che se la storia è anche narrazione, non tutte le narrazioni sono 'storia. Ma cosa ci permette di dire che uno schema è "più adeguato" di un altro (a parte casi ovvi di inadeguatezza)? Esiste un criterio esplicitabile? Non la coerenza interna dello schema (condizione necessaria ma non sufficiente), non la corrispondenza con la realtà (perché è precisamente questa realtà _Q;hedobbiamo individuare grazie allo schema narrativo), e nemmeno la percezione sensoriale degli avvenimenti (vedi la "cecità" di fronte alle immagini televisive). Non sto neppure suggerendo un ricorso a qualche ineffabile potere irrazionale, né mi sognerei mai di svalutare la ricerca empirica, il controllo delle fonti e dei dati, l'ampiezza dell'informazione. Ma anche la ricerca empirica è guidata da uno schema narrativo, da un'ipotesi condizionante che riteniamo più adeguata di altre. Su che base? Per il momento è. forse possibile trarre qualche conclusione negativa o qualche indicazione provvisoria: innanzitutto, sembra che una società (o una parte di essa) che si dice convinta del MiloradPavié PAESAGGIO , DIPINTOCONILTE Traduzionedal serbodi BrankaNitija 360 pagine, 32.000 lire Inuna tramageometricai mille fili di un romanzoaffascinante:un novelloUlisse, una Shahrazadchesi innamoradel lettore, un intrecciodi passatoe futuro... Laconfermadi un grandetalentonarrativo. PredragMatvejevié MEDITERRANEO Unnuovobreviario 248 pagine, 29.000 lìre I trafficideimercanti, le migrazionidelle anguille,fughedi popolie nascitadi dee, leggende,architettura,st0ria,paesaggi. Garzanti relativismo delle diverse culture, una società che si autorelativizza, grazie magari a una percezione confusa del proprio imperialismo economico culturale politico militare, va guardata con sospetto: chi sostiene il relativismo culturale (e magari lo "pratica" adottando un sincretismo di usi ·e costumi, o dichiarando che non esistono gerarchie assolute e che, per es., il mito hopi va messo sullo stesso piano della teoria della relatività) ha in realtà una presunzione (dogmatica) di avere accesso a una prospettiva totale sul "variegato panorama" delle culture, di comprenderle e dominarle (almeno con lo sguardo) ~enché, in linea di principio le consideri incomprensibili (perché legittimate non da ragioni comuni a tutti, ma da ragioni esclusivamente riservate a ciascuna cultura). Infine, la raffinatezza di strumenti di analisi concettuale, l'apertura a stimoli diversi, le "visioni del mondo" (o spezzoni di visioni del mondo: per esempio, una "movenza" pacifista-vegetariana), la dimestichezza con le tecnologie della comunicazione più avanzata, benché auspicabili, non bastano per rendere possibile una comprensione nemmeno di quel che ci troviamo letteralmente sotto gli occhi. Abbiamo bisogno anche di metafore, metonimie, scherni narrativi per comprendere quello che succede; ma alcuni scherni sono adeguati, altri inadeguati, e - salvo i casi più eclatanti (ma vedi la fiaba di Bush, che ha convinto tanta gente)-non esiste un criterio logico, una procedura formale che ci permetta di distinguere con certezza. Un conto è la registrazione di informazioni già precostituite, un conto è comprendere davvero qualcosa. Un conto è muoversi nel limitato spazio cognitivo concesso dalla fiaba di Bush, un conto è compreqdere davvero "la realtà che si nasconde dietro la fiaba", cioè costruire scherni narrativi più complessi e adeguati. Ma per far questo, per conoscere la "realtà dei fatti", non dobbiamo ancora ricorrere necessariamente a risorse insieme etiche ed estetiche? Sdma l~gcrlUf L'IMPERATORE DL PQRTUGALLIA • CecsNooteboom ILCANTO DELL'ESSERE E DELL'APPARIRE Tre personaggidi un 1nqu1etanre rriangoloamoroso nellaBulgariadi un secolo fa e il loro aurorenell'Olanda d'oggi:si incontranoa Roma... SelmaLagerlof L'IMPERATORE DI PORTUGALUA Ameràfrarealismo e leggenda la sroria di un amore che rrasfigurala realià finoa farsifolliaviI~\ AugustStrindberg L'OLANDESE li mirodell'Olandesemaledettoche erra sui mari alla ricercadelladonna fedele che lo redima. Inediro in lralia rivela uno Srrindberggrande poerad'amore. LarsGustafsson PREPARATIVI DI FUGA Un'anrologia di inurilirenrarividi fuga dal rempo, dallasroriae dalla vira nella visione fanrasricae ironica di un "Borgessvedese". Via Palestro, 22 - 20121 Milano - Tel. (02) 781458

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==