Linea d'ombra - anno IX - n. 60 - maggio 1991

IL CONTESTO Rifugiati curdi sul confine tra Turchio e lro9 (foto di Filip Horvart/Sabo-Reo/Controstoj. si può dire, solo alla vigilia delJa prima guerra mondiale. Un flusso in direzjone opposta ha cominciato a manifestarsi intorno alla fine del secolo scorso, quando le tensioni nazionalistiche hanno cominciato a rendere più difficili i rapporti tra maggioranze e minoranze più visibilmente legate agli interessi europei. Alla regola generale della strumentalizzazione da parte delle grandi potenze non sono sfuggiti i curdi, che si videro oggetto di una crescente attenzione da parte dell'impero zarista ai tempi delle guerre russo-ottomane: ai combattimenti in Crimea parteciparono anche reggimenti curdi inseriti nello schieramento russo, il che non poteva fare a meno di suscitare nella ·sublime Porta sospetti sulla fedeltà di un gruppo che, in quanto musulmano, aveva dato tradizionalmente minori preoccupazioni degli armeni cristiani. Alle ingerenze russe va attribuito anche il deteriorarsi delle relazioni tra armeni e curdi, che fino allora erano vissuti in ragionevole armonia nelle medesime regioni dell'Anatolia ori.entale. È abbastanza naturale che, in quest'area, i progetti della Russia zarista, protettrice delle comunità cristiano-ortodosse dell'impero ottomano, privilegiassero gli armeni cristiani, e non è certo un caso che l'art. 61 del trattato di Berlino, garantisca agli armeni (oltre alle riforme accettate obtorto collo dagli ottomani) anche "sicurezza contro curdi e circassi": questi ultimi, musulmani come i primi, erano stati sospinti in Anatolia dall'espansione russa nel Caucaso. È altrettanto naturale che, di fronte all' organizzarsi di un movimento nazionalista armeno in Anatolia, anche i curdi comincino a rivendicare una qualche forma di autonomia: ma il Kurdistan storico (attestato nel XII secolo come nome di una provincia dell'impero selgiuchide) coincide in parte con le terre di cui gli armeni vogliono l'inr-!ipendenza. 8 Le aspirazioni curde sembrarono sul punto- di realizzarsi all'indomani della prima guerra mondiale, quando si costituì un comitato per l'indipendenza curda. La sua opera fu però essenzialmente diretta a contrastare le rivendicazioni armene sulle regioni dell'Anatolia orientale, in cui erano presenti entrambe le minoranze, "onde apparve, in taluni momenti, come un mezzo indiretto, usato dai turchi, per influire sulle simpatie degli alleati verso l' Armenia" 1 • Alla Conferenza della pace di Parigi, nel 1919, si tenne conto delle richieste curde, senza però affrontare direttamente il problema dell'indipendenza: si sancì infatti un regime transitorio di autonomia su~cettibile di trasformarsi entro breve periodo di tempo in piena inl:tipendenza. Il Trattato di pace con la Turchia firmato a Sèvres il 10 agosto 1920 stabiliva infatti agli articoli 62-64 che una commissione franco-italo-britannica avrebbe dovuto elaborare nel giro di sei mesi un progetto di autonomia per le "regioni in cui domina l'elemento curdo" entro un'area resa imprecisata dal riferimento alla "frontiera meridionale dell'Armenia, come sarà determinata in seguito": non lo fu, perché l'Armenia prevista entro i confini dell'impero ottomano, diversamente da quella sovietica, non ha ancora visto la luce. La Società delle Nazioni doveva dal canto suo garantire il diritto dei curdi all'indipendenza qualora la maggioranza di essi ne avesse fatto richiesta. 2 Il progetto rimase sulla carta perché il governo nazionalista formatosi nel 1919 (in opposizione a quello del sultano) sotto la guida di Mustafà Kemal "Ataturk", il padre della Turchia repubblicana, riuscì con una serie di rapide offensive a sventare lo smembramento dell'Anatolia in cui le potenze vincitrici avevano previsto di creare, oltre all'Armenia e al Kurdistan, anche zone d'influenza greca, italiana ecc. Si arri va così al trattato di Losanna (24 luglio 1923), che ignora le decisioni di Sèvres. I curdi sono rimasti divisi tra la Turchia, l'Iran, la Siria, l'Iraq, e hanno

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==