Linea d'ombra - anno IX - n. 59 - aprile 1991

STORIE/RAMO I cani a Benares non abbaiano quando vedono trasportare della legna da bruciare. Sanno eh.e è per i morti. non è né il padre né la madre. "Per l'orfano c'è sempre Madre Ganga", disse e andò nella santa città di Benares. Non ebbe difficoltà a trovare un lavoro: aveva l'aria così forte, pote.va sollevare una montagna. E a Benares non c'era gente così destra. "Tranne il sabato", disse Madhobha al padrone, "Quel giorno vado al tempio di Hanuman per pregare, e forse per fare un po' di lotta." - "Non vogliamo un lottatore qui. Ci basta e avanza un uomo." - "Posso sollevare un ceppo da un maund come se fosse un fiore", disse, proprio così disse Madhobha, e alzò un grosso ceppo con tale spensieratezza che Jamnalal lo ingaggiò lì su due piedi. In definitiva un uomo forte ti viene a costare di meno.Uno debole ci mette un "ciclo di anni" a fare un solo viaggio di andata e ritorno al deposito, e quando viene il monsone ha bisogno d'aiuto per spingere il carretto sino ai ghat. E poi i bambini volevano così tanto bene a Madhobha. Jamnalal scoprì subito che mai e poi mai Madhobha andava a donne. Anche questo semplificava le cose. Quell'altro tipo, Paltoo, che era stato lì poco tempo prima, faceva sempre l'occhiolino alle donne, e mai badava alla sua legna da bruciare, neppure una volta se ne era presa la briga. E le donne, ve lo dico io, sono la rovina di Benares. Ve ne sono troppe e la maggior parte di loro sembrano avere un solo lavoro in mente. Anche le ricche vedove che vengono, non sono restìe a gettare lo sguardo sul giovane maschio che spinge la sua carrettata di legna ai ghats. La virtù alljgna con fatica a Benares. E il vizio non ha posto migliore. Perché tutti lì vanno per bruciare. "Shambho, Shankara." Madhobha non pensa di essere virtuoso. Si lirruta a fare come gli hanno insegnato. Di sabato osserva una specie di digiuno al mattino e poi va al tempio di Maruthi nel primo pomeriggio. Dopo che ha detto il nome di Ram per rrulle e otto volte, e ha fatto suonare la campana e offerto i suoi fiori, e la canfora si è accesa, paga la somma dovuta ai brarruni e con nelle mani il prasad va da Chhotelal per dei puri. I puri di Chhotelal sono famosi in tutta Benares - li fà con della farina speciale di Jaunpur, e sono trasparenti come della mussolina. È famoso il chutney di Chhotelal, da ricordarsene anche in cielo. Poi Madhobha si beve un bicchierone di latte - latte caldo con sopra uno strato di grassa panna. Da lì va al centro di lotta, dove si rrusura con chiunque vi sia. Quasi tutti temono la sua abilità, pur avendolo in simpatia in quanto lui ride sempre, se sconfitto o vinto. Di rado scommette sui lottatori. Pensa che il denaro sia prezioso, e che un giorno gli verrà di buon uso. In qualche incontro gli agenti lo hanno pagato ben duecento rupie. Mette tutto nella sua pignatta d'acciaio che seppellisce sotto l'albero di mango, ben profonda sotto la catasta di legna. Nessuno conosce il nascondiglio, neppure le forrruche. E questo spiega perché egli chieda ai clienti delle monete d'argento e rifiuti di prendere i biglietti di banca. Non sa quanto denaro abbia così nascosto. La gente dice che lo conserva per il matrimonio. Non è vero. Non si sposerà mai. Il brarruno, che era il cuoco dello zarrundar, aveva detto: "C'è forza nelle tue membra- te l'ha concessa Bhakta Hanuman - perché nei tuoi lombi c'è virilità. Finché sarai un brahmachari come Hanuman lotterai in modo splendido - se questo è il volere del Signore. Rama - Rama, Eh Raghupathi. Possa Lui proteggerti." Madhobha ama la sua lotta più di quanto vorrebbe bene a qualsiasi altra donna. Perché avere poi a che fare con le donnefrignanti e rapaci, servili leonesse dall'aria materna, meglio ossequiarle da lontano, senza mai avvicinarsi a loro. E per il resto hai Devi Annapuma, la dea benigna nel suo bel tempio, là accanto al suo Signore Vishwanath! Ma ora ha la Mohini. Un giorno circa tre· anni or sono, Madhobha se ne stava seduto nella sua soffitta quando udì un suono di cavigliere e di armille e seppe che una donna era vicina. E prima che potesse sapere chi fosse, si levò nell'aria una melodia più graziosa di quella che lingua umana potrebbe mai esprimere, e davanti a lui danzò, come uomo aveva mai visto, una bellezza di luce. Egli sedette in estatica devozione di fronte a questa presenza femminile, come se là ci fosse più che una dea, anche una donna. E lei gettava fiori ai suoi piedi, e i fiori erano veri, e lui li raccoglieva e ne infilava alcuni dietro le orecchie, perché ogni volta che appariva lei batteva le mani e danzava. Bellezza non era però la parola giusta per lei. Era, Madhobha si diceva, qualcosa come della luce vista riflessa in uno stagno sacro - diventa più bella, come delle lampade a petrolio sul Gange, di sera. Lei parlava con voce dolce e pacata e lo chiamava con il suo nome! "Madhobha", diceva, "ti amo e posso venire a trovarti qualche volta? Mi piace il modo in cui adori il tuo Dio Hanuman. Ti vedo spesso quando vai al tempio. Un giorno mentre al crepuscolo me ne stavo seduta sul parapetto di una terrazza, e tutto attorno non vi era il minimo rumore, udii uno strano suono come se Sri Rama stesse ritornando ad Ayodhya, tale era il piacevole e splendido rumore di cavalli e di elefanti. Guardai in basso ed eri tu. Ti seguii al tempio. Vidi Ramji in persona stare dietro Hanuman per benedirti. Da lungo tempo vivevo nell'attesa di qualcuno che mi avrebbe portato da Ram. Perché noi siamo fatti di tale materia che non possiamo avvicinare un dio direttamente. Dobbiamo passare attraverso un uomo. E un uomo che non ha rriai toccato una donna è il nostro uomo. Tu sei così, lo si vede da come sono a ricci le tue sopracciglia. Lo possiamo odorare dalla tua pelle, dai pori dei tuoi capelli, noi, e le nostre sorelle." Parlava con tale semplicità, così parlava la Mohini, e il suo canto era così profondamente divino. Sì, quella era la parola giusta! Madho le giurò devozione e l'adorò nel suo cuore. Che bisogno mai aveva di una donna più degna di una Mohini? Si sa che le Mohini esistono. Il negoziante Pannalal di Kanpur aveva un figlio secondogenito che ne aveva vista una. Così era capitato a Bulla, la testa matta. Si diceva che fosse impazzito perché una Mohini ne aveva catturato il.cuore. È meglio impazzire per una Mohini che vivere con una bisbetica di ceppo mortale. Vivere è così agevole: ti bagni e vendi la legna da bruciare, mangi (il cibo si cuoce pressoché da solo, quando i'ncasa non manca della buona legna) e dorrru, e quando viene la piccola di Bapulal (il verduriere lì accanto) o il botolo chiamato Sunder che abita al Ghat Dashashwamedh, allora puoi giocare con loro. Qualche volta viene anche Mahmud, il figlio dell' Ustad Rahman Khan, il musicista, viene talvolta a parlare con Mahdo di suo padre. Madho ha ascoltato la grande musica dell'Ustad. Era molto uguale a quella della Mohini, che è però meglio, perché quando lei canta si vede il suono volare. Vedi il colore di ogllÌ raga. In genere lei canta in kalyani ma non ha parole per la sua canzone. 69

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