Linea d'ombra - anno IX - n. 59 - aprile 1991

* * * Una signora tutta ingombra di se stessa, Dio, liberami da questa. E dalle veglie funebri ai corpi barricati di progetti e dai confini spinati dei quartieri morali. Perdo il respiro, Dio, fatti valere, distruggi i giardinetti curati e fioritissimi. Vieni, foresta!· * * * Io per guarirmi dei miei noiosi amori ascolto i noiosissimi racconti di altri amori. Pur nella noia il dolore è vero, ma per un po' lo vedo in queste storie simili irreale e mi sottraggo al mio perché è uguale. Pensando a questo mi pento e mi vergogno di aver sforzato con parole e pianti i cuori calmi di chi mi stava intorno.- Ora capisco che è una presunzione . con abitanti di climi temperati . parlare di ghiacciai e di amazzonie. * * * Lei sta seduta la Maestà borghese, . apre bottega e aspetta i suoi clienti, scarse chiome o fluenti pochi pensieri attorno a quella sedia conquistata. Ah, lei sta ferma, sì, lei non si muove, tanto, che vuoi., finisce tutto, la vita, la serata ... * * * Gonfia sentinella che fai, leggi il giornale? Forse non era lei, certo la ricordavo un po' più snella. Ma cosa è meglio, il silenzio o la barbarie? * * * Eri così vicina. Come ho fatto a passare dal mare alla piscina? * * * Io scientificamente mi domando come è stato creato il mio cervello, cosa ci faccio io con questo sbaglio. Fingo di avere anima e pensieri POESIA/CAVALLI per circolare meglio in mezzo agli altri, qualche volta mi sembra anche di amare facce e parole di persone, rare; esser toccata vorrei poter toccare, ma scopro sempre che ogni mia emozione dipende da un vicino temporale. * * * Tra un po' tutti all'inferno. Però per il momento è finita l'estate. Avanti, sù, ai divani!. Ai divani, ai divani! * * * Quasi sempre chi è contento è anche volgare; c'è nella contentezza un pensiero che ha fretta e non ha tempo per guardare ma passa via compatto e maniacale e reca oltraggio voltandosi a chi muore: -Avanti con la vita, su, coraggio! Chi è fermo nel dolore non frequenti gli allegri e disinvolti corridori ma solo i passi lenti dei suoi uguali. Se una ruota s'inceppa e l'altra gira quella che gira non smette di girare ma avanza quanto può e trascina l'altra in una corsa povera e sghimbescia finché il carretto si ferma o si rovescia. * * * Che sia questo quartiere? Che sia Roma? Che siano i Romani? Che siano gli italiani? Ma la noia, il cupore, i gruppett! Tempo di guerra, di carestia, in famiglia si fanno i gruzzoletti. Ditta e terrore, terrore della Ditta, se non ti unisci alla falsa battaglia, sparisci subito, vattene in campagna. * * * Lucia, Giovanna, Antonia, Giuseppina, neanche le conosco. Chi saranno? Lasciamo stare, rinunzio, non è il caso. Magari sono belle, dolci e ardite. Ma non ci credo. E poi che me ne faccio? * * * Come alle tante mie calzette non tiene più l'elastico al mio cuore, cede e mi scopre, ho freddo. 51

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