Linea d'ombra - anno IX - n. 59 - aprile 1991

SULLA VIOLENZA CRITICA DELLA VIOLENZA Andrea Caffi QuandoNicola Chiaromonte, che non faceva elogi a vanvera, si trovò a presentare una raccolta di scritti di Caffi, non esitò a impiegare le ultime parole del Fedone, e a scrivere: "Parlo di Andrea Caffi come dell'uomo migliore, e inoltre il più savio e il più giusto che nel mio tempo io abbia conosciuto". Ma chi era Caffi? AndreaCaffi era nato a Pietroburgo il primo maggio 1887da genitori italiani. Allievo del prestigioso Liceo internazionale di Pietroburgo, a 14 anni è giàdi idee socialiste (la sua scelta - diceva - datavada una visita alle officine Putilov) e a 16 anni è protagonista attivo nel sindacato dei tipografi. Partecipa alla rivoluzionedel 1905tra le file dei menscevichi,ed è poi condannato a tre anni di carcere. Liberato nel 1907 in seguito a un intervento dell'ambasciatore italiano, va a studiare in Germania, dove segue i corsi di Wilamowitz e di Simmel, e dove conosce Antonio Banfi (il quale lo ricorderà come lo "spirito più vivo" che mai conobbe, e dirà di aver ricevuto da.lui "un vero fiotto di entusiasmo"). Mentre prosegue gli· studi Caffi viaggia per l'Europa: è a Firenze, dove si lega al gruppo de "La Voce", collaborando con un articolo da Berlino scritto insieme a Banfi e Confucio Cotti; è a Parigi; è a Rapa.Iloa visitare Kropotkin.Ovunque è al centro di gruppi di a.mieie ovunque, nei suoi pellegrinaggi in chiese, musei, biblioteche, riempie una gran quantità di quaderni. Nel 1913,con un gruppo di compagni che si autodefinisce "La Jeune Europe", concepisce l'idea di una sorta di "enciclopedia."in cui si facesse il bilancio della situazione della cultura.europea.all'inizio del secolo, ma l'impresa. è interrotta.dalla guerra. Il giudizio di Ca.ffisull'incapacità dei partiti socia.listidi evitare il conflitto rima.sesempre severo,maquesto non gli impedisce,alloscoppiodelleostilità,di arruolarsivolontarionell'esercito francese: confesserà poi che non gli era stato possibile non augurarsi la sconfitta.delmilitarismo tedescoe lavittoria della Francia.;néaveva.potuto astenersi dal seguire la sorte di tanti a.mieiche partiva.noper il fronte: "La catastrofeera avvenuta.,none' era cheda subirla.".Dopo laguerracolla.bora a "La vocedei popoli" con il primo scritto informato (ristampatonella sua raccolta.di Scritti politici, La Nuova Italia 1970) sulla rivoluzione russa e i suoi ca.pi(Ca.ffi,tra l'altro, aveva conosciuto bene Ka.linirie Molotov), e lavora:aun IibroconUmbertoZa.notti-Bia.nco (La pace di Versailles, Roma -1919).Inviato in Russia per "Il Corriere della Sera" rinuncia.presto a.I lavoro perché non intende limitarsi a scrivere cronache sulla miseria.e le distruzioni, ed entra a far parte della commissione di soccorso Na.nsen. Giunge a Mosca nel '20, ed è vicino a.Ileposizioni del menscevico di sinistra Martov. Lavora per qualche tempo a un bollettino della Terza Internazionale (nel qua.le inserisce notizie sgradite a.Igoverno), quando viene arrestato dalla Ceka.e tra.sferitoa.IlaLubianka.,sotto l'imputazione (infondata.)di avercercato di dissuadere la delegazione di socia.listi taliani da.li'aderirealla Terza Internazionale.Viene liberato grazie a.li'intervento della Ba.la.ba.nova., e assunto presso l'amba.sciata.italiana.come segretario, ciò che gli permette, nelle tragiche condizioni in cui versa.va.l'Unione Sovietica.,di far espatriare una quantità di falsi cittadini italiani. Tornato in Italia nel '23, si lega ad alcuni intellettuali antifascisti (Lussu, Sa.lvemini,Morra), colla.boraa "Quarto Stato" di Nenni e Rosselii ed è amico di Buona.iuli.In un quartiere dietro Piazza Venezia.(distrutto poi per far spazio alla via dell'Impero), frequenta.gruppi di operai a.i qua.li parla della Russia e del socialismo, ma anche di storia e di arte. Avvertito dell'imminenza.del suo arrestoper questa attività sovversiva.,si trasferisce in Francia..Dopo essere stato per alcuni anni segretario di redazione della . rivista."Commerce", si stabilisce a Parigi in un "hotel meublé" verso la Convention: l'esistenza.di Ca.ffisi fa da noma.desedentaria.e diviene-ha. scritto Chiaromonte - quella di un "eremita.socievole", di un uomo che sceglie di "non a.verealtra società che quella da lui scelta". 32 A Parigi vieve di traduzioni e collaborazioni anonime, e sono pochi quelli che, come Salvemini, riconoscono'a.perta.menteilcontributodi Ca.ffi a.Ileloro ricerche. Frequenta.esuli russi e fuorusciti italiani e colla.boraa varie riviste, tra cui "Giustizia. e Libertà": qui afferma.la necessità di elevarsi da.I terreno della polemica. a.ntimussoliniana. a.I livello di movimentoeuropeo, percontribuirea rinnova.reradicalmentela tradizione socia.lista.,e spinge a fondo la critica.dell'ideologia.di stato-nazione (il 19 aprile 1935 scrive: "Quello che porta l'Europa. a.Ila guerra non· è il fascismo, ma.l'assetto dell'Europa., divisa in sta.tisovrani. Le spartizioni territoriali, i "corridoi", le minoranze nazionali, la rovina economica. creata da.Ilebarriere dogana.li,non è il fascismo che liha inventa.tio crea.ti. Sono questioni che si poteva.no poco a poco risolvere senza guerra. Cosa si è fatto su questa via in diciassette anni?"). Da "Giustizia.e Libertà" si separa nel 1935 insieme a Renzo Giua.- che morirà poi giovanissimo nella guerra di Spagna -, a Ma.rioLevi e a Nicola Chia.romonte, che aveva conosciuto nel '32. Durante la Resistenza, e fino a.I'48, è a Tolosa. Tornato a Parigi diviene, grazie a Camus, lettore di Ga.llima.rd.Muore nella stessa città il 22 luglio I955. Di Andrea Ca.ffi,oltre ad articoli e saggi di storia e arte bizantina.,e a.Ilaraccolta.già citata, si può leggere il volume Critica della violenza (Bompia.ni,Milano 1966), curato e presentato da Chia.romonte (molte pagine di Ca.ffi erano sta.te intanto pubblica.te su "Tempo presente"). Gino Bianco ha pubblicato, col titolo di Socialismo libertario (Mila.no 1964),una raccolta.di scritti di Caffi e un saggio biografico (Un socialista "irregolare": Andrea Caffi, Cosenza. 1977)con introduzione di Alberto Moravia.. (Andrea Damascelli) Qui e alle pagine seguenti, disegni di Maja !da "Magazine littéraire"). La mia tesi è che un "movimento" il quale abbia per scopo di_ assicurare agli uomini il pane, la libertà e la pace, e quindi di abolire il salariato, la subordinazio~e della società agli apparati coercitivi dello Stato (o del Super-Stato),. la separazione degli uomini in "classi" come pure in nazioni straniere (e potenzialmente ostili) l'una all'altra, deve rinunciare a considerare come utili, o anche possibili, i mezzi della violénza organizzata, e cioè: a) l'insurrezione armata; b) la guerra civile; c) laguerra internazionale (sia pure contro Hitler, o... Stalin); d) un regime di dittatura e di terrore per "consolidare" l'ordine nuovo. La ragione prima - tratta dall'esperienza e dal semplice buon senso - è che tali mezzi sono inefficaci, e anzi conducono a risultati opposti a quelli che ci si proponevano. A tale argomento

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