Linea d'ombra - anno IX - n. 59 - aprile 1991

Leon Pracht vuol portare a termine una sua privata rivoluzione teatrale totale, ma incappa in due scaltre attrici di gran razza che si sottraggono astutamente ai suoi fumosi progetti di regia. Il confronto col teatro allude, oltre ovviamente al. Wilhelm Meister, alla storia biografica di Strauss e al ruolo che egli assegna al teatro stesso: quello di un luogo mitico, dove' il tempo è sospeso, dove non valgono le antinomje tra realtà e apparenza, dove il passato risuona nel presente. E soprattutto dove non c'è proprio nulla da rivoluzionare. Per il lettore, il primo episodio è solo l'avvio di un ciclo avventuroso dai tratti onirici: nella storia segu,ente il protagonista è scorlÌparso, o meglio si è trasformato in una giovane impiegata di banca, che in un bosco vicino a Francoforte vive episodi miracolosi, con esseri-mostri, tra i quali il mitico "capo di tutti i tedeschi';, creatura un po' repellente, ma che le insegna vizi e virtù della propria popolazione. Poi si prosegue in uno scenario futuribile di totale "sfondamento" della società attuale, in completo disfacimento, ridotta a comunitàtribù, isolate. Sono i "senza società", ironica visione di una vita comunitaria armonica, in cui non domina più il pensiero logico-razionale, ma la parte "oscura" della ragione, onirica, CONFRONTI sensitiva. Nella narrazione trasognata, ricolma fin troppo di prove amorose e misteriosa progenitura di figli, dove ogni episodio rincorre allegoricamente l'altro, è il giovane, sotto sempre nuove· spoglie, che avanza nel suo percorso di formazione. li quale coincide soprattutto con una "saggezza dell'amore", con una radicata ma anche oscura intelligenza del corpo, sviluppatasi man mano, ogni volta che lo scacco privato si mutava in scena erotica di iniziazione. Il teatro apre e chiude il romanzo. L' episodio in cui si narra nel capitolo "Dagli appunti di Ossia" verrà ripreso da Strauss come spunto per Besucher, l'ultima commedia andata in scena in Italia, con là regia di Ronconi. Un giovane e sgangherato attore si scontra con un vecchio lupo del palcoscenico: il primo è alla ricerca del "grandioso", ma è un incap_ace, il secondo difende a denti stretti il proprio mestiere, a rischio di incartapecorire. Entrambi, come tutti i personaggi della pièce, vengono salvati dal teatro stesso, che li dominava, li reggeva fin dal primo istante. Il teatro, per Strauss, è l'allegoria che salva la quasi nullità dell'individuo. Forse che siamo alla pura e semplice riproposizione delle forme? Qual'è la "verità" del teatro che ha soppiantato tutte le ideologie critiche? L'unica risposta è che la verità del teatro è la sua tradizione: esempio tangibile della sopravvivenza•di un altro sapere, che ben si piega al nostro presente, triviale. Siamo grati a Boiho Strauss. Nessuna "società" riuscirà mai a soddisfare le nostre pulsioni corporee, nessun "presente" esaurirà mai il pensiero della sensualità. C'è tutta la letteratura delle donne pronta a dimostrarlo. Eppure, ogni giorno, la nostra sensualità viene schiacciata nel momento in cui chiediamo soddisfazione, da mattina a sera. È questo che dimentica Strauss. Non a caso non c'è conflit- . to nei suoi romanzi, nessuna sopraffazione, mai situazione di dominio. La saggezza del corpo non è soltanto un progetto umano che' nessuna società riuscirà mai a inglobare, come testimonia la letteratura. È anche materia di continuo scontro e sopraffazione oggi. Non credo che sia troppo chiederne ragione alla società, a questa società: mancata. Perché chiudersi in mondi immaginari, ci dicono i nostri impulsi profondi, se il nostro reale potrebbe soddisfarci? Perché il tempo assoluto, se la nostra finestra sull'eternità si apre sull'oggi? Lettera MARIETTI • Athol Fugard Tsotsi internazionale Rivista trimestrale europea Abbonamento annuo 1991edizione italiana L. 40.000; cumulativocon un'edizioneestera (francese,tedesca, spagnolao ceca), L. 80.000. Versamentisul ccp. n. 74443003intestatia LETTERAINTERNAZIONALEs.r.l. via LucianoManara 51 00153Roma, o con assegno allo stesso indirizzo. «... uno psiçc__>thrill~r mozz~ato ... senza dubbio uno dei pm· bei romanzi della letteratura sudafricana ... » The Times Literary Supplement Vladimir Jankélévitch L'avventura, la noia, la serietà Tre momenti fondamentali dell'esistenza individuale nell'esemplare interpretazione di un maestro dell'etica. Immagini dell'impensabile A cura del Forum per i problemi della pace e della guerra Ricerche interdisciplinari sulla guerra nucleare e .sulla sicurezza in Italia. ·

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