Non è, come a prima vista lo stesso narratore vuol farci credere, la letteratura che spiega la vita, le dà un senso: è al contrario la letteratura che dalla vita si allontana sempre più. È questo il punto in cui il giovane è più lontano dalla verità: proprio quando crede di esserci vicino. Perché la sua avventura vada avanti, occorre un radicale capovolgimento di fronte. Esso accade al capitolo XV, quasi alla fine del romanzo, quan·do il professore spiega al ragazzo il mistero della figlia malata, così dolorosamente c.oncreto e presente. Lo svelamento cambia le carte in tavola; il giovane abbandona la sua partita a scacchi con immaginari personaggi ("Forse non ero io che governavo dall'altro de/ miserabili la successione degli eventi in CONFRONTI casa Landau. Forse questo potere non era in me, , e non era neanche nella trama del libro, con tutte le modi fiche e mutamenti di rotta che potevo _introdurvi"), per confrontarsi con un'altra partita, quella decisiva, della realtà, dove più che trama romanzesca vige la legge della malattia e del dolore. Così, il romanzo si chiude in una scelta di espressione che è quella appartenente, e in modo inconfondibile, allo · scrittore Samonà: una narrativa che non gioca con la sua capacità combinatoria per vanto e bisogno di autoaffermazione, o con la sua presunta volontà di sostituirsi al mondo, ma che rn,:lmondo trova necessari motivi per esprimersi, per raccontare storie. Per fare letteratura, insomma. Tuttimatti a Quinnipax. Il romanzod'esordio di SandroBaricco Goffredo Fofi Che Alessandro Baricco provenga dalla critica musicale e dalla filosofia è in Castelli di rabbia (Rizzoli, pp. 220, L. 30.000), romanzo d'esordio, evidente. Lo si constata spesso, nella lettura, trovando per esempio dei "crescendo" sinfonici come al capitolo 2 della parte Quarta, o delle digressioni di pensiero come al capitolo l della Seconda. Per fortuna tra le . due istanze c'è un rapporto: si trat-. ta di musica che sa di Settecento e di filosofia come interrogazione non pedante, e le due cose si mescolano, sono un tutt'uno. Producono una letteratura in·solita, molto poco "battuta" dalle parti nostre e tantomeno dai nostri eso_rdientiin genere se pensosi saccenti, se musicali tromboni, se interrogativi psicologici, ombelicali o; se cultori-imitatori di Yourcenar/Borges, cornici involontari. Baricco non affronta il reale immediato - se stesso in questi anni, come è abitudine. Inventa e gli piace inventare. e leggendo si sente una mente sveglia, piena di stimoli, associazioni, spontaneo gusto del bizzan-o basato su .una cultura solida, rara, ancorché non specificamente letteraria. La letteratura è per lui un gioco, .un divertimento, ma ·non è un'evasione.· Castelli di rabbia affronta anzi temi grandi, net' modo fantasioso che è appartenuto, si direbbe, solo a certi scrittori dell'Ottocento che avevano bensì qualche radice nel Sette, magari dalle parti di Swift o degli illuministi francesi. O, e ci risiamo!, da quelle di Rossini e di Mozart. Incidente ferroviario alla Gare Monlparnasse, Parigi 1895 (Editions Gendre) " Per cominciare, Baricco inventa un paese in cui la bizzarria è di casa, bene comune e rispettato: Quinnipak. A Quinnipak, contrada _idealmente inglese, più che la bizbrria per la bizzarria, per lo stampo dickensiano, abita la bizzarria degli irrequieti cacciatori di assoluto - dei segnati dalla febbre di un'aspirazione impossibile, che ha nomi terrestri di progetti che sembrano "concreti" e però rinviano a un trascendente. Come dice uno dei personaggi, "a Quinnipak si ha negli occhi l'infinito" - proprio lui, l'infinito, nelle sue infinite mascherature e nei suoi infiniti avatar. Attorno ad alcurii personaggi di centro-come il musicista Pekisch che studia tutte le possibilità del suono e vuole inventare I' umanofono, o come il proprietario della fabbrica di vetro Rail·che sogna l'euforica velocità di una locomotiva lanciata senza scopo altro dal permettere una visione del mondo ribaltata nella scomposizione del1' attimo e del tempo, o come l'architetto Horeau trascinato a Quinnipak dal desiderio di far costruire sottilissime grandi lastre di vetro per un suo Crystal Palace meraviglioso -:- ne ruotano dozzine di altri, tutti, alla fine, necessari al demiurgico piano dell'autore come i molti personaggi di un'opera buffa dove gioco e caso sono controllati, indispensabili alla riuscita.del disco~so, all'accordo superiore tra le parti. Questi giochi non sono solo dell'amore e del caso, ma conseguono a una e più follie, a più desideri di superamento, di costruzione, di inveramento di una mania. Ogni personaggio trascina dietro di sé gli altri e ne è interagito, ognu'no ha il suo affetto o il suo .dolore per affetto perduto o in rischio, e ha a volte perfino un suo controvolto infantile. Si direbbe che Baricco ritenga la "bizzarria" (come non conciliazione con l'esistente, come rivolta) un fatto di adulti, prodotto di conoscenza, di reazione alla conoscenza, e non, come si potrebbe pensare, fatto di adolescenza, attributo di gioventù. Mormy si ferma sempre alla prima immagine e di questo muore, Pehnt cresce fino a innalzarsi al punto giusto nella sua giacca di trovatello ma per trovare una piatta normalità extraquinnipakiana: bastardi o senza famiglia che Quinnipak ha accolto e amato, ma che si sono rivelati incapaci di desideri forti, non sono stati toccati dal dio del luogo, dalla sua divina follia. In questo profluvio di vicende che è l'aspetto più incantevole di un romanzo che ha l'insolita capacità di ammucchiarne davvero tante e tutte come fili di mini-romanzi che sembrano a se stanti o digressivi e invece ·non lo sono per niente, i I lettore è trascinato con piacere. E prima è perplesso, poi vieppiù incuriosito, e poi ogni tanto un po' frastornato, come se l'euforia dei suoni e della corsa - del caleidoscopio sonoro degli incontri - gli si comunicasse senza sforzo, e un po' lo ubriacasse, senza nulla di aggressivo. Fino agli scioglimenti: molti perché molte sono le storie. Tutti di fallimento: la locomotiva si ferma, l'amore si spegne, il vetro brucia e scoppia, la musica impazzisce e fa esplodere la testa del musicista, la normalità ricupera alcuni, la morte 27
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