Linea d'ombra - anno IX - n. 59 - aprile 1991

CONFRONTI L• oltraggio alla realtà Francis Bacon e la sua piHura Emilio Tadini Nei pastelli dell'ultimo Degas - quelli con figure di donne che escono dal bagno, tanto amati da Bacon - è come se la consistenza del corpo fosse minacciata da una forza che tende a offenderla, a dissiparla. Nell'ultimo Cézanne, è il paesaggio naturale che sembra disfarsi. E credo che certi quadri del cubismo analitico di Picasso e di Braque possano essere visti come campi in cui domina non una forza centripeta tesa a determinare particolari strutture geometriche, ma, al contrario, una forza centrifuga - e così violenta da disperdere il mondo in una congerie di frammenti. E pensate, ancora, alla scultura dell'uomo che si muove nello spazio, di Bocci oni - a quella figura che, accadendo in un moto, sembra fatta a pezzi, a brandelli ... Queste sono tutte rappresentazioni del nostro mondo. Di un mondo da cui il senso sembra togliersi. Nei personaggi di Bacon, il corpo, davvero, si sfascia. O meglio, si tiene insieme; in una apparizione, sfasciandosi. Forse, dopo tutto quello che potremmo chiamare il lavoro sulla figura del corpo che è stato fatto dalla pittura del nostro secolo, questo è il punto d'arrivo di una tradizione fondamentale dell'arte occidentale. La tradizione fondata nella Grecia del V secolo - quando Fidia "inventa" quello che potremmo chiamare "il temfi del corpo sotto sforzo". È una invenzione che nasce nello stesso tempo in cui nasce il teatro tragico come rappresentazione del percorso compiuto dall'eroe che, lottando contro gli uornif!i e contro il destino, costruisce forse non il proprio fallimento ma certo la propria fine. Questo tema del "corpo sotto sforzo" attraversa tutta l'arte occidentale. Il suo punto più alto è rappresentato, io credo, dai "Prigioni" di Michelangelo - quei corpi che sembrano in preda a una specie di disperazione muscolare e che non si sa se stiano lottando, divfocolandosi, per tirarsi fuori dalla materia informe che li imprigiona o soltanto per cercare di resistere alla forza con cui quella materia li sta tirando giù, li sta inghiottendo, divorando. Questo tema del "corpo sotto sforzo" arriva addirittura fino alle innumerevoli catastrofi delle comiche del film muto, fino ai fumetti contemporanei. E, certo, arriva fino a Bacon. Bacon ha utilizzato, in certi suoi quadri, fotografie di Muybridge che ritraggono lottatori in combattimento. Nei personaggi di Bacon, è come se lo sforzo a cui il corpo è stato sottoposto si rivelasse insopportabile. Come se una struttura di tensioni; troppo intensamente sollecitata, finisse per saltare. La deformazione è qui la forma di una forma che sta alterandosi. La deformazione,.insomma, costituisce una vera e propria fisionomia - l'espressione_ di uno stato, di una condizione. "Chi è capace, oggi, di registrare un qualsiasi aspetto della realtà senza oltraggiarla?" Lo dice Bacon in una delle sue conversazioni con David Sylvester. (Per l'edizione italiana, a cura del "Fondo Pier Paolo Pasolini" di Roma, queste conversazioni sono state tradotte, davvero bene, da Nadia Fusini - che è stata capace di conservare intorno alle parole scritte il calore dell'emozione con cui sono state pronunciate)., Che cos'è quell'oltraggio che, secondo Bacon, è inevitabile portare alla realtà nell'atto di registrare, di rappresentare un suo qualsiasi aspetto? (Proverò a rispondere a questa domanda - anche se penso che l'affermazione di Bacon sia di quelle che, alla fine, devono restate senza chiarimenti, senza spiegazioni, di quelle che devono restare lì, sospese, ametterci un po' in ansia interrogandoci -e basta). L'oltraggio di cui parla Bacon potrebbe consistere nella rappresentazione visibile di quella violenza che oggi si esercita sulla figura dell'uomo - sull'idea stessa, potremmo dire, dell'uomo: nella realtà dell'insensatezza. Fran,cisBacon fotografato do se stesso (dal libro del Fondo Pasolini, distr. Garzanti).

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