Linea d'ombra - anno IX - n. 59 - aprile 1991

sembri accettabile, dargli una via d'uscita. Per gli americani è molto difficile entrare in questa logica, non sono i nostri termini. Da sempre noi ragioniamo sulla base della RESA INCONDIZIONATA, non offriamo vie di scampo, scappatoie, soluzioni negoziate. Abbiamo il terrore di comprometterci, di inquinarci, di lasciarci infettare dal nemico. È un atteggiamento impossibile, puritano e protestante: con la controparte non si tratta, la si piega. È una follia, come ogni forma di fanatismo. Il risultato di questa mentalità è che le situazioni si irrigidiscono, vanno avanti troppo a lungo e si crea l'olocausto. In questo c'è del masochismo. Si obbliga l'Altro ad assumere la posizione del masochista. Gli Stati Uniti, visto che è nella loro pragmaticissimacultura, avrebbero dovuto porsi di fronte ali' invasione 'irachena del Kuwait come davanti a un fatto compiuto, assumendosene parzialmente la responsabilità e senza trasformare la propria rabbia e il proprio senso di inadeguatezza in aggressività tutta rivolta contro l'esterno. Il nostro problema è che non sappiamo ammettere che si può anche perdere. Vogliamo che tutto torni come prima. Che effetti avrà questa guerra sul paese? Avrà un impatto fortissimo sul sistema educativo. Questa guerra sta dimostrando che l'educazione tecnologica e computerizzata funziona. Quello che conta non sono le scienze umane, l'arte, i libri, la cultura. Basta prendere della gente senza istruzione, metterla nell'esercito, fornirle un po' di tecnologia e _vedrete che meraviglia: farà funzionare le macchine come orologi di precisione. Il secondo effetto, creato soprattutto dall'informazione televisiva, è che stiamo perdendo sempre più contatto con la fisicità delle cose e dei corpi. Ma la conseguenza I'iù grave della guerra del Golfo è che sta sottoponendo a revisione la nostra storia. Ci sono voluti venti lentissimi anni per farci accettare l'idea che in Vietnam siamo stati sconfitti, che non siamo né superiori né i migliori, che non ci possiamo permettere di ammazzare e assassinare come se niente fosse. La protesta contro la guerra del Vietnam conteneva un punto di vista morale, che l' ha resa capace di dare vita a un 111ovimentoquasi di massa contro i generali. E adesso Bush si può permettere di dire che il Golfo non è il Vietnam, che non sarà un altro Vietnam, che questa volta gli Stati Uniti non combatteranno con una pistola puntata contro la schiena. Il senso delle parole di Bush è che sono state la stampa e la protesta organizzata a impedirci di vincere quella guerra. L'avremmo vinta se non fosse stato per loro, ma non glielo lasceremo fare un'altra volta. Il che significa che vent'anni fa la guerra era buona e giusta, ma è stata fermata da questa gente. Anche oggi negli Stati Uniti c'è un sacco di gente che protesta contro la guerra, ma Bush l' ha messa in una posizione falsa, perché retrospettivamente è riuscito a riabilitare il ruolo americano in Vietnam e a dimostrare che chi lo contestava aveva torto. Per la storia e la psicologia del \nostro paese è stato di fondamentale importanza ammettere che in Vietnam si era consumata una immensa tragedia, non un conflitto tra il bene e il male. E adesso ci dkono che potevamo vincere. Mi spaventa che la storia possa essere sottoposta a revisioni, perché questo ci permette di dimenticare la tragedia, che invece è un elemento di grandissima importanza per l'anima degli americani. Tra il Vietnam e il Golfo la società americana e la culturu ché ha saputo esprimere hanno subito trasformazioni epocali. Come potrebbe essere proponibile oggi,'ad esempio, lo slogan IL CONTESTO "Fate l'amore, non fate la guerra"? Dopo l'aids, la ripresa della repressione sessuale, l'oscurantismo trionfante, la nuova ventata censoria, non credi che il popolo americano fosse pronto per un'avventura di morte? È vero, l'America è ripiombata nel puritanesimo. Da noi chi non ha compiuto i ventun anni non può guidare né bere alcolici. Eppure al'fronte ci hanno mandato proprio i minorenni, pèrché evidentemente per morire hanno l'età giusta. E pensare che il nostro paese è disperatamente alla ricerca d'amore: l'amore è il tema dominante in terapia, il cinèma non parla d'altro. Il sogno collettivo è il romance, una relazione che combini sessualità, erotismo e sentimento. Un contrasto schiacciante con la psicologia.fanatica di Bush, che ragiona solo in termini di bene da far trionfare, di male da sradicare e di un NUOVO ORDINE MONDIALE da stabilire, apocalitticamente, con la morte e la distruzione. Non dimentichiamoci che Marte non è solo il dio della guerra. Egli è anche l'iniziatore, colui che dà il via, il dio delle svolte. E uno dei problemi con cui mi scontro di continuo nel mio paese è una certa tipologia umana: l'Americano passivo, aggressivo, stanco, sovrappeso, senza spirito, prigioniero dei soldi e del lavoro. Marte, che è sicuramente portatore di nuova vitalità, rischia o propone di essere il benvenuto. Il piccolo.Hans Direttoreresponsabiled llarivista è SergioFinzi. Laredazione è compostada SergioFinzi,VirginiaFinzi Ghisi,GiulianoGramigna,ErmannoKrumm,Moreno Manghi,MarioSpinella,ItaloViola. Neisuoi_16annidivita IlpiccoloHans hamantenutoun orientamentoc stante,viaviaarricchendoloeprecisandolo.Tematicafondamentale è lapsicoanalisi,iane, suoiaspettieorici,cheneisuoiaspettistorici,lungouna mappache,a partireda Freud,passaperFerertczi, Hermann,Lacan,Bion,MelanieKlein,Winnicott. Ma gli interessidellarivistasono~ncherivolti.allalinguistica, allaletteratura,allescienzenaturali,allearti visive, all'architettura. Apartiredaln.69larivistaescepressolacasaeditrice Moretti&'Vitalidi Bergamoed è distribuita da Giunti. Ilprimonumerodellanuovaserie,dedicatoaLèforme estremedell'amore, è inlibreriadaquestoaprile;glialtri trenumeridi quest'annosarannodisponibilia partire rispettivamente dagiugno,ottobre dicembre. ....

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