ficazione del problema e indifferenza per i costi di ogni soluzione radicale). Ma è una risposta che pare ritagliata sulle aspettative più profonde e oscure_di un paese stanco di discussioni, lentezze, prudenze sui problemi ritenuti fondamentali per la sua convivenza. E d'altra parte per osservare una cultura di guerra all'azione basta notare il modo con cui - in Italia e quasi solo in Italia - sono stati trattati i pacifisti. L'incomprensione e il dissenso.verso · le loro ragioni sono stati completamente sostituiti dalla falsificazione degli argomenti e dalla demonizzazione delle posiziùni. Ma su questo altri hanno già scritto, in modo più ampio e documentato. Sono solo un paio di esempi quasi casuali ma significativi: mostrano come la nascente cultura di guerra ha identificato subito nel pluralismo, razziale o culturale, il suo nemico principale. . E allora queste settimane, i sentimenti e le reazioni che hanno messo in campo, i comportamenti e le reazioni che stanno suscitando, presentano, oltre a quei tratti di rottura anche radicale, un fondamentale motivo di continuità con un elemento decisivo del carattere nazionale. La semplificazione e la rapida disponibilità ali' assuefazione e ali' indifferenza, rianimano l'insofferenza tipicamente italiana verso differenze e dissidenze radicali, siano esse etniche, linguistiche, sessuali, politiche o religiose. Un paese incerto e svuotato può trovare nel la guerra l 'occasione per reinventare e ricompattare i propri valori, a cominciare dall'intolleranza naziona)e verso gli altri dentro o fuori le nostre grandi o piccole patrie. Una tradizione di guerra e di pace. Ma sicuramente peggiore, molto peggiore, in guerra; e nella "pace" che le seguirà. Foto di Dino Frocchia. I cattolici e la pace Filippo Gentiloni IL CONTESTO Che il movimento cattolico per la pace sia una delle poche novità positive nel tragico panorama di questi mesi è ormai noto. Se ne è detto e scritto a sufficienza, con accenti forse anche esagerati, sia sulla diffusione che sulle caratteristiche. A questo punto, a 20 giorni dall'inizio della guerra del Golfo, non è il caso né di ripetere affermazioni scontate né di tirare le somme: come la guerra, così anche il movimento per la pace è in pieno sviluppo. Si può soltanto proporre qualche-riflessione provvisoria e rivedibile, soprattutto parziale. 1. Sulla novità del cosiddett9 "pacifismo" cattolico (le virgolette ricordano che i molti cattolici impegnati per la pace e contro la guerra dèl Golfo non vogliono "ismi" di qualsiasi tipo; se poi ci riescano, è in discussione). La prima novità è data dalla diffusione, dall'alto in basso e viceversa. Con accenti, ovviamente, diversificati, si sono trovati uniti contro la guerra del Golfo il papa, i vescovi, quasi tutte le grandi associazioni (non soltanto Pax Christi) e i movimenti più disparati. Contrariamente al solito, abbiano visto "Famiglia cristiana" accant.o a "Il Sabato", Padre Balducci vicino a Formigoni. Alleanze nuove, "trasversélli", come si suol dire.
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