Linea d'ombra - anno IX - n. 58 - marzo 1991

SCIENZA/D'UDINE Per i darwinisti, più che per Darwin stesso, questo assunto era al centro della lotta per l'esistenza, elemento portante dell 'evoluzione. Questi orientamenti trovarono nel 1888 definitivo inquadramento nello scritto di T.H. Huxley Struggle for Existence Manifesto dal sottotitolo The strugglefor Existence: A Programme comparso sulla "Nineteenth Century Review". In esso tra l'altro scrive:" ... così tra questi, come tra gli uomini primitivi, i più deboli e stupidi soccombevano mentre i più forti e astuti, coloro che erano meglio adatti a far fronte alle contingenze della vita, ma non i migliori in senso assoluto, sopravvivevano. La vita era una lotta senza regole, e oltre alle limitate e temporanee relazioni della famiglia, la guerra hobbesiana di tutti contro tutti era la condizione normale dell'esistenza. La specie umana, come · le altre, sguazzava e si dibatteva lungo il corso generale dell'evoluzione, facendo del suo meglio per tenere la testa sopra il pelo dell'acqua, pensando a null'altro". La visione della vita di Kropotkin fin dall'inizio era stata un'altra.L'esperienza di uomo e di naturalista vissuto per quattro anni lungo le rive selvagge dell 'Amur gli avevano insegnato e fatto intuire un'altra realtà.' Le sue osservazioni di naturalista lo facevano dubitare di questa lotta, così drammatica per la vita all'interno dei membri di una specie e in particolare la sua esperienza di ufficiale in un ambiente remoto e ostile gli aveva fatto apprezzare le doti di cooperazione e solidarietà dei suoi. soldati. Scriveva al padre: " ... in Siberia ho perso la mia fiducia nella disciplina. Sono pronto a diventare un anarchico". Il suo lavoro lungo l' Amur l'aveva portato a organizzare l'attività di centinaia di soldati e operai e ad apprezzare le doti di autoorganizzazione e iniziativa dei suoi sottoposti. Riflettendo su queste esperienze scrive: "...desidererei che tutti i pianificat9ri di disciplina di stato potessero passare attraverso la scuola della vita vera prima di formulare i loro stati utopici". Nasceva così la sua filosofia della spontanea cooperazione tra individui, gruppi, regioni e nazioni. Per lui l'anarchismo, scrive Ashley Montague, poteva essere esaminato con gli stessi strumenti delle scienze naturali. · Kropotkin aveva grande dolcezza e fascino, tanto da far dire a Bernard Shaw: "Personalmente-Kropotkin era amabile al punto della santità, e con la sua grande barba rossa e la dolce espressione avrebbe potuto essere uno dei pastori della Montagna Incantata". Rientrato dalla Siberia nel 1874 è incarcerato per propaganda rivoluzionaria nella fortezza di San Pietro e Paolo a Pietroburgo. Dopo due anni riesce a fuggire e raggiunge l'Inghilterra dove inizia a lavorare come giornalista, ma è soprattutto un attivista anarchico ricercato dalle polizie di mezza Europa, con esperienze anche di prigione in Francia. Trova nel 1888 il tempo per iniziare il libro a cui ha pensato da tempo: Mutual Aid. Il libro ha una prima stesura in una serie di articoli pubblicati fino al 1896 su "The Nineteenth Century" come risposta appunto al Manifesto di Huxley a cui si è più sopra accennato. Il libro uscirà nella stesura definitiva nel 1902, e da allora avrà una moltitudine di ammiratori ma anche parecchi detrattori che hanno frainteso le sue affermazioni. La legge della cooperazione, dell'aiuto reciproco che Kropotkin cerca di definire nei suoi scritti non è infatti per lui in opposizione alla teoria della selezione naturale di Darwin. Kropotkin cerca solamente di controbattere agli aspetti inaccetta72 bili e contraddittori di The Strugglefor F,xistence di Huxley che gli appare come il prodotto culturale più adatto a descrivere il liberalismo dell'Inghilterra vittoriana. Un clima che ha forti analogie, a un secolo di distanza, con la visione thatcheriana della società a cui accenna Bateson nell'articolo che segue. Il Guai ai deboli! è in entrambi i casi il grido di battaglia elevato a legge di natura attraverso metafore scientiste così da far apparire il socialdarwinismo ottocentesco e parte del pensiero sociobiologico contemporaneo il frutto di una continuità culturale. In Mutuai Aid Kropotkin scrive: "Due aspetti della vita animale mi colpirono maggiormente durante i viaggi che feci in gioventù nella Siberia Orientale e nella Manciuria del Nord. Il primo fu l'estrema severità della lotta per l'esistenza che la maggior parte degli animali deve condurre contro una natura inclemente( ...). La seconda fu che anche nei pochi luoghi dove la vita animale era abbondante non mi occorse di riscontrare, benché la cercassi intensamente, la strenua lotta per i mezzi di sostentamento tra gli animali della stessa specie che era considerata da molti darwinisti - benché non sempre da Darwin stesso - come la caratteristica della lotta per l'esistenza e il principale fattore di evoluzione". Più oltre dice: "Scarsità di vita, sottopopolazione - non sovrapopolàzione - essendo gli aspetti distintivi di quella immensa parte del globo che va sotto il nome di Asia del Nord - mi hanno portato ad avere dei seri dubbi - che studi successivi hanno confermato - sulla realtà di quella spaventosa lotta per il cibo e la vita all'interno di ciascuna delle specie, che era un articolo di fede per la maggior parte dei darwinisti, e conseguentemente della parte dominante che questo tipo di competizione si supponeva giocasse n~ll'evoluzione di nuove specie". Prosegue più avanti: "E infine osservai tra le mandrie semiselvatiche di bovini e cavalli della Transbaikalia, ovunque tra i ruminanti selvatici, gli scoiattoli e così via, che quando gli animali devono lottare contro la scarsità di cibo l'intera parte di quella porzione di specie che è toccata da una calamità come inondazioni o scarsità di cibo esce da queste drammatiche prove così impoverita nel suo vigore e salute che nessuna evoluzione progressiva della speci~ può essere basata su tali periodi di competizione tra appartenenti al medesimo gruppo. Conseguentemente, quando più tardi la mia attenzione fu richiamata sulle relazioni tra darwinismo e sociologia, non potetti trovarmi daccordo con alcuno dei lavori o pamphlets che sono stati scritti su questo importante soggetto. Tutti questi lavori si ingegnano a dimostrare che l'uomo, grazie alla sua grande intelligenza e sapienza, può mitigare la durezza della lotta per la vita tra gli uomini; ma allo stesso tempo tutti questi lavori riconoscono unanimemente che la lotta per i mezzi per l'esistenza, di ogni animale contro i suoi congeneri, e di ogni uomo contro ogni altro uomo, era una legge di natura. Questo punto di vista, tutta.wia,non lo potevo accettare poiché ero persuaso che l'ammettere una spietata guerra per la vita all'interno di ciascuna specie, e il vedere in quella guerra una condizione di progresso, voleva dire ammettere qualcosa che non solamente non era ancora provata, rria anche mancava di conferme dell'osservazione diretta". Le idee e i dati di Kropotkin reggono anche oggi nei molti campi su cui lui si sofferma nel suo Mutuai Aid e sono state

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