Linea d'ombra - anno IX - n. 58 - marzo 1991

STORIE/DAGERMAN forse un po' più giovane. Rimanemmo immobili a guardarci con un'espressione fissa e diffidente, mentre il motoscafo ci passava lentamente accanto, come se entrambi dubitassimo dell'esistenza dell'altro. Improvvisamente la nostra barca oscillò e io mi precipitai dalla parte opposta per ristabilire l'equilibrio. Era.il lord che si era alzato in piedi e si era aggrappato al bordo del motoscafo. - Hello, gridò amabilmente al ragazzo. Gridò anche se tra loro non c'era più di un metro di distanza. Il ragazzo sgranò gli occhi .. - Dove state andando? gridò di nuovo il lord con la sua voce esile e logora. Il ragazzo fece il nome di un arcipelago più a sud, forse a una giornata di navigazione con una barca veloce come la sua. Le sue mani stringevano ~aldamente il parapetto, quasi av0esse paura di venir derubato del suo motoscafo. In quel momento abbassò lo sguardo verso di me e sembrò prendere coraggio alla vista della nostra barca a remi così malridotta. Non sembrò più tanto spaventato e a poco a poco il colorito gli tornò sulle guance. Allora il lord sussurrò: -Che acqua c'è laggiù? Il ragazzo rispose con una smorfia di impazienza ma non senza un tono di considerazione nella voce: -Acqua? La solita acqua di mare, per quel che ne so. Quella che piace alle aringhe. - Volevo dire di che colore. Già, di che colore? Quella domanda la conoscevo. La conoscevo perché era stata fatta anche a me una volta, ali' inizio dell'estate, dopo una serata passata in barca a pescare vicino al molo. Un uomo passeggiava avanti e indietro nel crepuscolo, poi era rimasto immobile per lunghi istanti sul bordo dell'imbarcadero a guardare l'acqua. Ma prima che la sera finisse era seduto sul banco della mia barca e io remavo per lui attraverso lo stretto in direzione della nostra isola. Il ragazzo tirò fuori la pipa e la vuotò sopra la mia testa. Stava prendendo tempo per trovare una risposta. - Beh, disse alla fine, non è tutta uguale. È verde e poi ... I piedi del lord abbandonarono la mia barca, anzi ancora peggio, ancora più deprimente: usò la mia barca come trampolino per scavalcare il parapetto del motoscafo. Dal contraccolpo la mia barchetta a remi si allontanò dal motoscafo e prima che mi rendessi veramente conto dell'accaduto la distanza che ci separava fu colmata da una nebbia sempre più fitta. Scorgevo confusamente i contorni del motoscafo, che man mano si ingigantiva fino a diventare grande e minaccioso come prima. Anche le voci dei due aumentavano d'intensità nella nebbia. Udii il lord che diceva: -Allora vengo con lei. Capisce, sono stanco di quest'acqua. Mi era stata promessa dell'acqua verde, davvero verde. Domani, mi continuavano a dire, domani, forse anche prima. Ma cosa crede che mi sia toccato invece? Già, un'acqua che sembra petrolio. Si sporga dal bordo e guardi. Rivoltante. - Rivoltante, confermò il ragazzo. Pieno di vergogna e di dolore mi mantenevo nella nebbia alla stessa distanza dal motoscafo, sempre a portata di voce, ma non ebbi nemmeno un grido di saluto. Non credo che mi abbia degnato nemmeno di uno sguardo, dopo che avevo remato per lui tutta l'estate sulla mia barchetta verde. Avevo remato nella nebbia, sotto 64 la pioggia, nel gelo dell'alba, sotto il sole cocente e chiaro e nelle notti buie e tiepide. Per tutta l'estate avevo dormito in soffitta, sentendolo passeggiare avanti e indietro nella stanza sottostante. Mi addormentavo con il rl!more dei suoi passi nelle orecchie. Mi svegliavo sentendolo ancora camminare nella stanza di sotto. Ogni mattina ci incontravamo ai piedi delle scale di casa e, mentre ci avviavamo silenziosi giù alla spiaggia, pensavo sempre la stessa cosa: Forse oggi. O forse stasera. O forse stanotte o domani mattina. Ma non accadde mai e forse non sarebbe mai accaduto. Improvvisamente il motore ruggì. Mi sembrò che ruggisse verso di me e mi affrettai a togliermi di mezzo. Non vidi il battello svanire ma udii il suo boato, attraverso la pioggia battente che aveva ripreso a cadere. Poco dopo fui raggiunto da onde dure e lucenti che mi aiutarono a guadagnare la riva. Adesso ero seduto nella gabbia dei Knutson. Stavano tentando di rompere il mio guscio e presto mi accorsi che non avrei potuto resistere a lungo. - Eravate tutto il tempo in barca, continuò il vecchio Knutson. Ma cosa facevate di preciso? - Già, come passavate il tempo, insistette Ulrika. - Pescavate? chiese Knutson - Di pesci, però, non se ne sono mai visti, disse Ulrika. - Facevate dello spionaggio? chiese Knutson. - O era una caccia al tesoro? disse Ulrika ridacchiando. - Non facevamo proprio niente, risposi, niente di niente. Allora il vecchio Knutson mi mise le mani sulle ginocchia e Ulrika mi mise le mani sulle spalle e Knutson disse: - Non stai bene qui, figliolo? Bene al caldo? Stavo così bene che non potei far a meno di dire: - Cercavamo dell'acqua verde, dell'acqua davvero verde. Quando cominciarono a sghignazzare per quel che avevo detto, mi arrabbiai, anche se sapevo benissimo ché non avrebbero mai capito. Spinsi indietro la sedia, mi alzai in piedi e gridai: - Che. ne sapete voi dei lord? Che ne sapete dei desideri dei lord? Voi che non sapete desiderare altro che una cantina piena di cognac o una cassa di tabacco da fiuto. Zittirono immediatamente, scioccati perché ero troppo giovane per avere il diritto di infuriarmi così e anche un po' spaventati. - Beh, dopotutto era sempre un lord, disse Knutson. Già, pensa un po', un lord, ripetè Ulrika. Dopo di che mi rimisi a sedere sulla stessa sedia, e quando chiusi gli occhi li sentii riempirsi di lacrime perché vedevo il motoscafo che in quel preciso istante stava solcando acque che non avevo mai visto e di cui non sapevo nulla; vedevo isole sorgere dalla nebbia e onde simili ad ali alzarsi da quelle acque ignote, forse così diverse da quelle che conoscevo. Knutson e sua sorella videro che piangevo e mi dissero di bere inve_cedi piangere perché non capivano niente. Mentre io avevo già capito. Quando il vento d'autunno che veniva dal mare spazzò il pavimento dei Knutson facendoci rabbrividire nonostante il fùoco che ancora bruciava nel camino, sapevo che tutto sarebbe stato come poi è stato. Lo sapevo con tale certezza che già da allora avrei potuto dire: Un'estate ho remato per un lord. Un lord che cercava acqua verde, un'acqua davvero verde. Non la trovammo mai, ma da quando se n'è andato ho provato ribrezzo per l'acqua che circonda le nostre isole e non sono più riuscito a togliermi dalla mef]te che sembrava petrolio. Un giorno ho letto che il lord si era gettato a

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