Linea d'ombra - anno IX - n. 58 - marzo 1991

INCONTRI/CHOMSKY Questa decisione non piacque al padre che, evidentemente conoscendo molto bene il figlio, lo mise in contatto con Zellig Harris, linguista molto noto e preparato, che però avrebbe dovuto risaltare agli occhi di Chomsky soprattutto per il suo impegno e l'interesse per la politica del medio oriente. Con questo stratagemma Chomsky padre non solo evitò di salutare suo figlio ma ebbe anche il risultato di farlo appassionare seriamente alla linguistica. Da allora, però, Chomsky non perse mai di vista l'impegno sociale . . Non scordò mai, in particolare, di mettere in atto un principio fondamentale di ogni filosofia illuminista: quello, cioè, secondo il quale l'uomo ha il diritto di autodeterminarsi in massima misura (e tollerare l'autodeterminazione degli altri) e che la vera autodeterminazione passa attraverso la conoscenza dei fatti del mondo che ci circonda. Questo principio astratto si tradusse ben presto nella consapevolezza di vivere in un paese, gli Stati Uniti, che agivano costantemente sul piano internazionale modificandolo senza scrupoli nel loro interesse. Il primo grosso impegno Chomsky lo intraprese quando divenne uno dei massimi esponenti del movimento pacifist'<iamericano guidando la protesta contro la guerra del ·vietnam. Da allora non smise mai di denunciare a viva voce il programma imperialista statunitense utilizzando, naturalmente, solo i canali d'informazione non ufficiali (se si escludono i comizi accademici). Chomsky dice di se stesso che, al contrario della linguistica, non propone né possiede una teoria della politica. L'unica teoria è la pratica dell'informazione. La gente' deve semplicemente accorgersi .di quello che la circonda per compnmdere cosa avviene. L'inerzia a rendersi conto della realtà è per Chomsky quel paradossale aspetto della mente umana che definisce il problema di Orwell, simmetricamente opposto a quello di Platone: come può un essere umano non comprendere ciò che gli accade intorno pur avendo disponibile un'evidenza così schiacciante? - Il suo stile si adegua di conseguenza alla sua concezione: egli cerca l'accesso, e non certo perché privilegiato, agli schedari ufficiali del governo, mette.in luce un'enorme quantità di dati, apparentemente non collegati, che la stampa ufficiale nasconde, come per esempio la serie di . veti che gli Stati Uniti impongono alle risoluzioni dell'ONU per coprire i propri interessi. Non manca poi in Chomsky lo studio delle attività del passato recente con le quali gli Stati Uniti hanno gestito il dopoguerra nelle democrazie occidentali in ricostruzione (proprio su "Linea d'ombra", aprile 1990, Chomsky ricordava come gli Stati Uniti avessero a disposizione.fondi per creare un clima di destabilizzazione in caso di presa del potere da parte delle sinistre in Itali'a). Inoltre,' assai scarsa attenzione alla produzione di Chomsky ha chi lo ha catalogato come un esponente di quella classe ebraica culturalmente dominante all'interno degli Stati Uniti capace di controllare addirittura il bilancio federale in favore d'Israele. Chomsky-non ha mai esitato a opporsi alla linea di chi, in Israele come altrove, considera il pro~lema· palestinese come non sussistente. Anche in questo campo Chomsky non è solo. Egli può contare su una rete d'informazioni della quale è egli stesso il principale artefice e, a differenza del campo scientifico nel quale vedere Chomsky in pubblico è ormai una rarità, si fa portavoce di queste informazioni in moltissime occasioni. Va ricordato anche il suo interesse per l'Italia, maturato, in senso scientifico, durante il soggiorno che gli offrì la Scuola Normale di Pisa nel '79. In quel periodo Chomsky ebbe modo di stringere i contatti con (allora) giovani studiosi italiani che spesso hanno avuto il merito di intuire svolte teoriche fondamentali emancipando la disciplina. Paradossalmente però, non è inutile ricordare che le teorie di Chomsky in Italia iniziano solo oggi ad avere un minimo di spazio in ambito accademico ufficiale dopo che per tanti anni la ricerca è stata condotta o ali' estero oppure a latere dei circuiti accademici ufficiali. J:?'altronde è un destino questo che qui come ovunque, - non a caso Chomsky insegna in un Politecnico - ha caratterizzato l'espansione di questa teoria rivoluzio- • naria. 50 Fotodi Williom Klein(GruppoEditorialeFabbri 1982) L'intervista che segue è stata condotta da Paolo Detragiache e Andrea Moro per "Linea d'ombra" al MIT nell'ottobre 1990 e riporta la traduzione integrale della conversazione registrata nel corso dell' in.contro. Tra i vari cambiamenti avvenuti recentemente nell'Europa dell'Est si possono, isolare due fenomeni fondamentali: I) un improvviso cambiamento del quadro internazionale che era stato stabilito alla fine della seconda Guerra Mondiale; Il) il collasso di un sistema culturale, ideologico, sociale ed economico che è stato tradizionalmente opposto al sistema capitalistico. Venendo ora al secondo epiù profondo punto di distacco dal passato, quali sono secondo lei le ragioni per questo, collasso? Sono inerenti o accidentali al sistema? Quali sono le altern(ltive? In primo luogo non sono convinto che vi sia una profonda differenza tra il sistema sovietico e ciò che viene definito sistema capitalistico. Entrambi presentano grandi somiglianze. Peresem-

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