Linea d'ombra - anno IX - n. 58 - marzo 1991

SAGGI/VARESE analisi dell'Islam e la pvlemica coniro Wittgenstein, la sua teoria del nazionalismo e il rifiuto dello strutturalismo à la Lévi-Strauss, e i suoi attacchi al relativismo e ali' anarchismo metodologico. L'attenzione per gli "elementi materiali" non deve essere intesa come un ritorno al determinismo economico, ma come una posizione epistemologica, innanzitutto anti-idealistica: "Se qualcuno supponesse che solo la cultura fosse responsabile per la perpetuazione di unaforma sociale, nonfarebbe altro che dire che solo i concetti spingono l'uomo ad agire nel modo in cui agisce." 1 Gellner non si stanca di ricordarci che, oltre alle parole, oltre àl linguaggio, esistono anche le cose, gli elementi materiali che limitano e influenzano l'agire umano Una realtà esterna ali' individuo e alla sua cultura esiste ed è in grado di fornire criteri di validazione di concetti che non svno sussumibili nel "gioco linguistico" di una certa comunità. Di più: lefànti di produzione del linguaggio sono radicalmente differenti dalle fonti di produzione dei beni. Questo realismo epi.temologico porta Gellner a essere molto sospettoso versp la \ersione wittgen~teiniana ed ermeneutica delle scienze ·sociali, la quale ha spinto molti a ritenere che il mondo sia la totalità non delle cose ma dei significati (Hermeneutik tiber Alles'.) e ha rinunciato a indagare le cause dei fenomeni sociali. Se si imputa alla Scatola Nera dzlla Cultura l'origine di tutti i concetti e si assume che, ali' inte•no di una data comunità o "forma di vita", ogni sorta di concetto può essere validato dal "consenso" dei parlanti, non si rie,ce a dar conto de/fatto che certi concetti, dapprima ben poco apprezzati dalla comunità, a un certo punto si affermano. Inoltre, aJXI.reredi Gellner, non si riesce a dar conto dell'emergere della scienza moderna nelle società occidentali e della sua diffusione. Ri.farsialla Scatola Nera della Cultura è un modo di rinunciare a S?iegare l'origine dei concetti, di rinunciare ad aprire la scatola I mostrare come lo stato quo, concettuale o politico che sia, non I eterno, ma frutto di"determinate condizioni contingenti e muta/Jili.La Forma di Vita è simile a un Dio potente che, interrogato iuli' origine del suo potere, si rifiuta di rispondere. Eppure Gellmr continua a sedere di fronte a questo Dio, punzecchjandolo di iomande. Perché alcune culture sono riustite a sottoporre alnyenoparte della loro vita cognitiva a criteri estriori di validazione, sia nella sfera della logica che in quella iell' empiria? Perché a/cimi sistemi cognitivi sono più potenti ed efficaci di altri? Perché alcuni concetti ottengono un' autortà di molto superiorè ai costumi contingenti di una certa comunia e riescono a incastrarsi con una certa efficacia nella realtà, al 1unto di modificarla? Non vi è dubbio che i concetti nascono in certe culture, ma è altrettanto vero che alcuni di essi le modificam informe non necessariamente "consensuali" o sanzionate ddla comunità di origine. Qui inizia il lavoro di studio e di cormrensione, non finisce, come vorrebbe gran parte dell' ermeneuica contemporanea. 2 Gellner sottolinea come il con:enso sociale non sia l'unica fonte di coercizione che gli esser umani incontrano. Oltre al Libro, anche la Spada e l'Aratro concorrono a determinare il cambiamento e la direzione dei grardifenomeni sociali, ci ri~orda in Plough, Sword and Book ( 1988), e infatti il passaggio dalla società agricola alla società indusriale si è avuto grazie a una particolare combinazione difattori 1conomici,politici e culturali. 46 Nel volume Muslim Society ( 1981), una raccolta di saggi che vanno dal 1968 al 1979, e nell'articolo pubblicato qui appressa3, Gellner analizza come l'Islam è mutato sotto la spinta del processo di modernizzazione che ha investito le società arabe. Egli mostra come quest'ultimo non sia in contraddizione con la versione "alta", egualitaria e "puritana" del!' Islam, la quale si è rafforzata in questo secolo, rispetto ali' Islam dei santi e degli ordini religiosi. In questo caso l'Aratro spiega l'affermarsi di una versione piuttosto potente del Libro, destinata ad avere un influsso non indifferente sulle sorti del mondo arabo. Anche il nazionalismo inEuropa, lungi dal!' essere in contraddizione con la società industriale come sostenevq il marxismo classico e il positivismo ingenuo, è un esito perfettamente funzionale al processo di industrializzazione. Gran parte degli studiosi non marxisti ha sottolineato la natura puramente politica del fenomeno nazionalista (Breully) e ha considerato il capitalismo "al massimo come un · fattore che ha contribuito alla diffusione del nazionalismo" (A. D. Smith), mentre da parte neo-marxista la teoria della dipendenza (Gunder-Frank) e l'analisi centrata sul!' economia-mondo (Wallerstein) semplicemente non spiegano il rapporto tra capitalismo e nazionalismo. Gellner-che non ha predilezione per il mar.xismo--;- sottolinea come il connubio tra cultura standardizzata e Stato territoriale sia altamente funzionale alla società industriale. 4 Per vendere se stessi sul mercato del lavoro, i lavoratori devono potèr parlare la stessa lingua e co11dividere una stessa cultura generale, che solo lo Stato centralizzatore può fornire. Una cultura scritta "alta" risponde alle esigenze dell'avanzata divisione del lavoro, del!' elevata mobilità, delle comunicazioni di massa e delle burocrazie ampie e complesse. Nelle ricerche empiriche Gellner non rinuncia a individuare, caso per caso, le cause dei fenomeni che analizza, dando così la pos~ibilità ai su~i (numerosi) critici di avanzare ipotesi diverse e non dimentica d~sottolineare i limiti -storici e geografici-di applicazione delle sue teorie. Gellner è frd coloro che continuano a credere ali' esistenza di una realtà esterna, f!lUtabile e, in linea di principio almeno, spiegabile: a mepare che egli si ritrovi in compagnia dei migliori scienziati sociali di questo secolo. Indubbiamente è in buona compagnia. Note I) Plough, ord and Book ( 1988), p.274. · · 2) Cfr. soprhtutto Cause and meaning in the socia/ sciences ( 1973), Spectacles & 1edicaments (1979) e Relàtivism ~nd the socia/ sciences (I 985. Il segu nte titolo non ha bisogno di ulteriori spiegazioni: The psychoanaliti mòvement or the coming of unreason ( 1985). 3) La conoscenza di Gellner del mondo arabo e in particolare del Marocco risale agni anni Cinquanta, all'epoca delle sue ricerche per il dottorato in mtropologia. Nel 1961 discusse alla London School of Economics Ltla tesi sui Berberi. Cfr. S,aints of the Atlas ( 1969), la bibliografia 1956-1980in appendice aMuslimSocietye, di recente, Trust, cohesion ani!the socia/ order, in D. Gambetta (a cura di), Trust (1988), pp.142-157. 4) Gfr. i settimo capitolo di Thought and chànge (1964), l'undicesimo di Co temporary thought and politics (1974), il tredicesimo di Spectacles ndpredicaments ( 1979), e i volumi Nations and nationalism (1983, trad it. 1985) e Culture, identity and politics (1987).

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==