Linea d'ombra - anno IX - n. 58 - marzo 1991

SAGGI/GELLNER marxismo mette in dubbio la stessa possibilità di una fede socialmente efficace costruita su elementi esclusivamente secolari? C'è una tentazione a cui alcuni hanno ceduto, e cioè quella di invocare una semplice generalizzazione psicologica- "l'uomo ha bisogno della religione" - in cui "religione" è intesa in senso letterale, piuttosto che in senso ampio e sociologico. Io sono un po'· allergico a queste semplici spiegazioni psicologiche, e mi sento più incline a rendere onore alla richiesta di Durkheim, che il sociale sia spiegato dal sociale. Islam: benché i musulmani si credano fermamente membri di una stessa religione, in realtà nel vecchio mondo tradizionale due stili molto diversi convivevano sotto quello che veniva presentato come uno stesso tetto. L'Islam popolare era basato sul culto dei santi e su Ordini religiosi praticamente autonomi, che fornivano tutti i servizi propri della religione comunitaria - terapia, gerarchia, igiene, mediazione (sia nei confronti di Dio che tra gruppi sociali), e l'orchestrazione spazio-temporale della vita sociale per mezzo di rituali periodici e comunitari. In alto, al contrario, un Islam più severo e puritano sottolineava il rapporto diretto tra l'individuo e la divinità, e imponeva una specie di nomocrazia divina egalitaria, rifiutando di riconoscere ad alcuni individui privilegiati un ruolo di mediatori. Rivendicare un ruolo di quel tipo era infatti un peccato speciale, indicato con il suo nome particolare. In questo modo l'Islam rifiutava ufficialmente di sancire l'esistenza di un clero sacramentalmente distinto, benché avesse un ottimo surrogato nei suoi santi popolari ben istituzionalizzati. La società moderna e in via di modernizzazione è caratterizzata da un insieme di aspetti· importanti: centralizzazione politica (l'ordine è mantenuto non da tribù o baroni locali, ma dal governo centrale), mobilità occupazionale, standardizzazione della lingua di comunicazione e una certa atomizzazione dell'ordine sociale. L'Alto Islam si adatta a queste condizioni incomparabilmente meglio dei santuari e dei santi locali. Questi ultimi, nel mondo moderno, hanno perso la loro funzione e si sono trovati completamente esposti alla forte denuncia da parte dell'Ortodossia, che non li aveva mai sanciti ufficialmente, ma non era mai stata in grado di denunciarli davvero. Questa è la spiegazione principale dell'importante Riforma che rappresenta l'evento centrale della storia dei paesi musulmani negli ultimi cent'anni circa, e di cui l'Occidente si è accorto solo in ritardo. Una tale situazione ha un'importante conseguenza: l'Islam è sfuggito in gran parte al dilemma che tutte le "società sottosviluppate" si sono trovate ad affrontare, cioè ciuello di dover scegliere o oscillare tra l'occidentalizzazione e la tendenza populistica, nel momento in cui dovevano decidere corrie reagire alla superiorità tecnologica, economica e militare dell'Occidente. La reazione all'Occidente non aveva bisogno di appellarsi né all'Occidente stesso, né, alternativamente, a una immaginaria tradizione popolare, pura e incontaminata. Poteva essere condotta in nome di una tradizione realmente ininterrotta e antichissima, in grado perciò sia di imporre una drastica auto-riforma, sia di proteggere l'amor proprio locale, attraverso il rispetto di un ideale realmente indigeno. L'Alto Islam non si identificava tanto profondamente con 1 'ancien régime da essere compromesso dalla sua débacle. Al contrario, aveva imparato, fin dalla caduta del califfato, nel Medioevo, a mantenere da esso una certa distanza. Dava per scontato che 44 il sovrano rispettasse la legge divina, ma per il resto non si aspettava gran che da lui. Il monoteismo piuttosto stretto e la relativa scarsità di elementi magici rendevano l'Islam compatibile con la modernità; ed essendo genuinamente indigeno, l'Alto Islam poteva essere invocato durante la lotta per il miglioramento delle proprie condizioni, per il rattrapage, senza ripudiare nel contempo la tradizione locale e quindi confermare la superiorità altrui. Poteva . erodere la debolezza locale e istillare orgoglio per le tradizioni locali nello stesso tempo. Poteva svolgere proprio le funzioni che altrove erano soddisfatte dal nazionalismo: predicare un' orgogliosa identificazione con una cultura letteraria condivisa ma anonima, antica e dotata di una grande continuità, piuttosto che semplicemente con un luogo specifico in una struttura stabile (non più disponibile per individui atomizzati in una società di massa). Non bisogna perciò stupi'rsi che, nei paesi arabi, il fondamentalismo e l'arabismo non siano sempre distinguibili: è l'Islam che viene apprezzato come cemento sociale per gli arabi, o è la cultura araba che viene apprezzata come lingua della vera fede, come lingua di Dio? L'Islam ratifica l'ascesa degli ex-contadini alla vita urbana; definisce la nuova importanza di una comunità ampia e totale di fronte agli stranieri; fornisce un corpo di leggi saldamente strutturato in base al quale si possono giudicare e in alcuni casi condannare, e, in Iran, abbattere, contro tutte le leggi militari, i governanti tecnocratici e parzialmente occidentalizzati. Il velo non indica, come pensano erroneamente gli occidentali, un attaccamento a un costume immemorabile: mani festa attaccamento a un costume acquisito di recente, da parte di donne provenienti da famiglie rurali, in cui le nonne non si velavano, non perché mancassero di fede, ma perché la forma rurale dell'Islam precludeva questa pratica. Esse celebrano l'acquisizione di un nuovo status, non la conservazione di uno vecchio. Il fatto che l'Islam fornisca regole per la vita quotidiana garantisce stabilità e i mezzi per rinforzare e confermare una identità comune; e allo stesso tempo Foto di Boris lgnotovic (1935)

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