Linea d'ombra - anno IX - n. 58 - marzo 1991

PUNTO DI VISTA Ernest Gellner traduzione di Alberto Cristofori La società europea ha avuto nel recente passato due vicini di casa: la civiltà marxista e quella musulmana. I due si assomigliano per un aspetto importante: entrambi hanno una società civile debole: l'insieme delle istituzioni e delle associazioni in grado di opporsi e di correggere lo stato non è molto forte né da una parte né dall'altra. Ma la somiglianza finisce qui. Uno dei due ha mostrato, nell'epoca moderna, un notevole grado di dedizione alla propria . fede - tanto notevole da costituire virtualmente una smentita dell' ampiamente condivisa Tesi della Secolarizzazione, che aveva predettò che il peso sociale delle credenze religiose sarebbe sensibilmente diminuito nel mondo moderno. L'altra ideocrazia, al contrario, ha fornito un sorprendente esempio di perdita di fede quasi completa. In conseguenza della drammatica perdita della propria fede, essa mostra un appassionato desiderio di rivitalizzare, o di acquistare, una società civile, fatto che ha contribuito alla grande moda recente del termine; la civiltà musulmana sembra, nel complesso, contenta di vivere con una società civile debole, e pare ritenere la·propria fede una compensazione adeguata per la mancanza dei benefici della società civile. Essa si identifica con una società carismatica astratta e non è troppo scossa dalle imperfezioni dell'ordinamento politico. È possibile spiegare questi due fenomeni? O, addirittura, è possibile spiegarli entrambi ricorrendo alle stesse premesse generali? NèJmondo islamico, la religione ha oggi un peso sociale grande almeno quanto un secolo fa. In un certo senso, quel peso è perfino cresciuto. Un secolo fa,)' Alto Islam degli intellettuali urbani doveva dividere la sua autorità con il Basso Islam dei dervisci e dei marabutti, con le tradizioni popolari delle campagne e delle classi cittadine più povere. Benché controvoglia, doveva adattarvisi. Ma il rapporto di forza e l'influenza dei due stili oggi è radicalmente cambiata. I puritani stanno vincendo, gli sciamani stanno perdendo. Tra il 1917 e un bel po' dopo la metà del secolo, sembrò che il marxismo si fosse consolidato come una delle grandi religioni del mondo, la fede ufficiale di molti stati e di due potenze mondiali. Esso penetrò profondaménte anche nella mentalità, nelle attese e nella sensibilità delle loro popolazioni. Trasformò realmente intere società, invece di limitarsi a cambiare gli slogan. Ma nel 1990 non è che un'ombra di se stesso, è stato scacciato da molti dei suoi i:,ossedimenti di un tempo, e sopravvive in altri solo nel più nominale dei modi, in gran parte per mancanza di un'alternativa praticabile e accettabile senza troppo disordine sociale. Ha lasciato dietro di sé ordini sociali privi di fede e di efficienza, piuttosto pateticamente in cerca, nel caso cruciale, di una via d'uscita. Il successo del marxismo, fino alla sua recente débacle, sembrava dimostrare che è possibile basare un ordine sociale su una dottrina formalmente secolare, che rivendica la propria continuità con lo stile cognitivo severamente intra-mondano della scienza moderna, e infatti dichiara di essere sia l'espressione che definiti va ratificazione di quello stile. Presumeva di essere socialismo scientifico. Nello stesso tempo, accanto al severo e molto enfatizzato razionalismo e immanentismo del contenuto dottrinale, questa fede aveva anche aspetti. che la rendevano una variante chiaramente riconoscibile della religione. Questo sembrava dimostrare che una religione secolare è possibile e politicamente praticabile: forse anche che potrebbe rivelarsi politicamente e socialmente più efficace dei suoi predecessori trascendentali - che una dottrina che prometteva una salvezza collettiva e in questo mondo poteva avere la stessa o una maggiore forza di coesione sociale, e santificare la propria gerarchia e i propri valori più efficacemente di quanto avevano mai fatto le religioni sue rivali. Nello stesso teìnpo, sembrava la fede più adatta a guidare le nazioni attraverso il deserto dello "sviluppo", pm:tandoli alla terra promessa della Ricchezza. Sembrava una versione collettivistica di quel Calvinismo - predeterminazione e tutto il resto -che potè indurre intere comunità, più che individui, a lavorare duramente e disinteressatamente e a reinvestire tutti i profitti a beneficio dei posteri. Ma le cose andarono diversamente: la severa disciplina collettiva fu effettivamente imposta, la fede nella predestinazione venne mantenuta, ma i risultati economici alla fine si .dimostrarono non superiori, bensì decisamente inferiori a quelli di regimi molto più permissivi. Due generalizzazioni ampiamente condivise, perciò, sembrano adesso in un caso rifiutate (come si dice che siano le generalizzazioni di fronte a un buon contro-esempio), e, nell'altro, almeno messe in dubbio. Il crollo del marxismo naturalmente non prova affatto che qualche altra fede secolare non potrà àver successo in futuro, ma è improbabile che vedremo di nuovo in breve tempo un sistema così ben elaborato, comprendente una filosofia, una teoria .della conoscenza, una teoria della storia e della società. È improbabile che incontreremo un insieme così ben riuscito di plausibilità tentatrice e di scoraggiante mistero, raffinato da generazioni successi ve di abili e dediti Padri della Chiesa, Scolastici e Riformatori. Perché l'Islam sfida la secolarizzazione e perché il destino del Esercizio calligrafico egiziano del 1362. 43

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