Linea d'ombra - anno IX - n. 58 - marzo 1991

SUONIEVISIONI concerti,filme videonellamusicadel nostrotempo martedì9 aprileore21 Cineteatro Orfeo viale Coni Zugna 50 PHILIPGLASSEPHILIPGLASSENSEMBLE "Powaqqatsi/live"il filmGodfreyReggio · e lacolonnasonoradi PhilipGlass eseguitadalvivodaPhilipGlasse dalsuoEnsemble Ingresso L. 25.000 prevenditainclusa giovedì11e venerdì12aprileore21 Nuovo spazioGuicciardini via Melloni 3 "ABROTHER WITHPERFECT TIMING" UnfilmdiChrisAustin,GillBondeAbdullahIbrahim "ONEWORLD,ONEVOICE"UnfilmdiKevinGodley Ad invito. Da ritirare,dall'8 aprile, pressoil Settore·cultura,via Guicciardini 6 - martedì16aprileore21 Sala congressi della Provincia via Corridoni 16 "KARIMESALA"unfilmdi ldrissaOuedraogo MusichediAbdullahIbrahim!DollarBrand) Ingressolibero Giovedì18aprileore21 Cineteatro Orfeo viale Coni Zugna 50 ABDULLAH IBRAHIM & EKAYAINCONCERTO 11 Africansoundtracks 11 Ingresso L. 20.000 prevenditainclusa Lunedì22 aprileore21 Sala congressi della Provinciavia Corridoni 16 11ALGERIA 11 e 11MALl 11 duefilmdiMarkeKidel Martedi23 aprileore21 Sala congressi della Provincia via Corridoni 16 "NUSRATFATEHALIKHAN" e "MUSICADELBELUCISTAN 11 duefilmdiYvesBillon · Saranno presentigli autori. I film sono con sottotitoli in italiano Ingressolibero martedì7 maggioore21 Cinema Anteo via Milazzo 9 "BOOKOFDAYS 11 unfilmdiMeredithMonk "MEREDITH MONK:ANAMERICANCOMPOSER 11 unfilmdiPeterGreenaway IngressoL.5.000 martedì14maggio re21 Cineteatro Orfeo viale Coni Zugna 50 TERRYRILEY 11KHAYAL"INCONCERTO Ingresso L. 20.000 prevenditainclusa ·~ BI PROVINCIADIMILANO 6 ASSESSORATO ALLACULTURA incollaborazione conI pomeriggiMusicalidiMilano. Perinformazioni:ProvinciadiMilano- Settorecultura - viaGuicciardini 6, Milano-Tel. (02)77402913 Prevenditadeibigliettiperi concerti,dal 12marzo1991 presso: Labiglietteria,corsoGaribaldi81 tel.:6590188 ' c~rsoLodi58tel.:57301372 CONFRONTI e forse ancora la espressione della volontà di non recedere come si è visto, da un'alleanza, e d'altro lato di non voler imm~diatamente ricorrere a altro dalla storia. Dico immediata~e1_1teperché Balbo aveva già suggerito qualcosa del genere nella ripresa del concetto di "essere partecipato", mentre Roda1i,, si riferiva a una tarda scolastica. Napoleoni non si accontenta, sembra di poter dire, di questi due strumenti a lui ben noti, e cerca (ancora) altrove. In una splendida lettera a Del Noce, in parte già nota, si rivolge a lui per confermare la necessità che ormai gli era certa di riconoscere la impossibilità delle sole forze dell'uomo. Che Del Noce gli conferma in una bella risposta, ma secondo me con un di meno di "passione", e con quel ricorso alla "letteratura" di cui era straordinario interprete. Napoleoni vuole tutte le evidenze per dover riconoscere che un certo progetto non è possibile, che qualche errore (o qualche colpa) sono intervenuti nella sua stessa riflessione, che in qualche modo non distingue da quella dei suoi autori (Napoleoni non è sempre oggettivo nell'uso dei suoi testi, come abbiamo visto, e giustamente). E allora, credo, cerca una nuovà alleanza. Ha letto naturalmente della "rottura" di Heidegger e della frase famosa della intervista del 1966. Ma direi che il "ricorso" al Dio, o a un Dio, è troppo semplice anche se in Heideggerè piuttosto il ricorso all'abbandono e alla disponibilità. Napoleoni è un "realista", non credo che abbia mai avuto alcuna sensibilità per le letterature esoteriche. Inoltre, ed è questo un dato che non voglio far altro che nominare, Napoleoni ha sofferto lungamente di "incertezze" mentali e a lungo ha cercato certezze di identità e. di forza in altri, ancora una volta esperti più di lui stesso. Vi è qui di questa grande parte del suo percorso che dov.rebbe intervenire nel riconsiderarne il pensiero e nell'illuminarlo ancora di più, e qui forse ha avuto anche una piccolissima parte la mja "non filosofia". E quindi, se di un intervento si deve trattare, deve essere di carattere concreto e preciso e corrispondere non a un desiderio finale (la conclusione di un'esistenza certamente mortale, in una mortalità per Napoleoni serenamente accertata e alla fine anche desiderata, come un bene - come mi scriveva nella sua ultima lettera), ma a una presenza immanente, storica, che si è manifestata nella storia ma non per questo ha forse coinciso con la storia: si tratta cioè di riconoscerla, ma non al di fuori, cioè come una storia sacra parallela e invisibile, e neppure come il magistero di un'istituzione storica - che potrebbe anche essere la Chiesa, ma quella Chiesa di cui scrive Bonhoeffer - e che avrebbe forse come conseguenza la ripresa di parole e di concetti come quelli che figurano ad esempio nella narrazione del Genesi e ripropongono valori e figure che la storia e la politica recente sembrano aver dimenticato: l'ozio, ad esempio, o il lavoro come è narrato nella Storia della Creazione. Certo, questo può comportare anche il reingresso della Caduta e della colpa come componenti primarie per intendere anche il presente. Ma Napoleoni non aveva certo paura e il suo bisogno di certezze e di chiarezze, un bisogno "materialistico" e per nulla "spiritualistico", lo portava anche in fine a precisare i termini ad esempio della "presenza" reale contro le sollecitazioni dell' interlocutore a "vedere" tutto questo come simbolico, allegorico, ecc. Non era questq il linguaggio di Napoleoni nella sua vita e tanto meno alla fine. Ha sempre cercato di vedere come stanno le cose non si è mai convertito ad altro che a un perfetto realismo; se di questa realtà fanno parte queste cose, vorrei dire questi "novissimi", Napoleoni non può che riconoscere questa realtà e i termini di una nuova alleanza. Appunto vorrà vedere "come stanno le cose":

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