I CONFRONTI I potessero allearsi nel progetto comune. Ricordo un documento a consolidare il discorso. Non gli era cioè difficile organizzare il straordinario che non è sino ad ora stato riconsiderato. Era il suo lavoro "mentale" perché non aveva scrupoli di scuole e di programma della "Trimestrale''.. Un dattiloscritto di oltre duecen- notorietà purché quella singola frase e in quel piccolo libretto to pagine in cui Rodano e Napoleoni tracçiavano il progetto della divenisse la prova ·di cui aveva bisogno. Ma questa visione rivista, le idee da provare negli seritti, per così dire, la traiettoria globale, appunto nelle forme della necessità politica e dell' al leandi una "storia" futura. za (e che si ·manifestava anche nella pratica della politica e Il momento di verifica delle verità delle tesi presenti nel dell'insegnamento),corrispondevasecondomeaunaconcezione documento avrebbe dovuto o potuto essere la scuola di Roma. A unitaria del sapere e del vivere e contraddiceva a un carattere questa scuola Rodano e Napoleoni mi hanno chiamato a collabo- specialistico della disciplina, anche della sua disciplina per eccelrare. Era, come si ricorderà, una scuola per borsisti, che non dava· lenza, l'economia. alcun diploma e si limitava a istruire i giovani, che potevano Anche negli ultimi scritti, su cui vorrò dire ancora qualche continuare a frequentare l'università in economia, politica e cosa fra poco, la perdita eventuale di una certezza (ad esempio la filosofia. E, in principio, anche storia e questioni sindacali, poi scoperta di un errore, e, naturalmente, in particolare in Marx) abbandonate. Era un'esperienza straordinaria e anomala che ha doveva immediatamente essere ripagata da una diversa e contrasubito, anche se la scuola è durata più a lungo, le sue difficoltà. Per ria riflessione o comportava la caduta di una costruzione perfetta quanto mi riguarda, la mia "filosofia" non ha potuto per nulla e questo non era possibile. Non ci si poteva, così mi pare, connettersi con il progetto di Rodano e Napoleoni. Io mi limitavo accontentare di risultati o di costruzioni parziali: se reggeva, a leggere alcuni testi (Wittgenstein, Diderot) che erano agli reggeva, ma d'altra parte non era possibile neppure la caduta, o antipodi del modo dì ragionare in economia e in politica. In realtà, l'abbandono. La riflessione di Napoleoni dunque si alimentava di io non avevo, e non ho, alcun progetto di cui far parte e a cui suggerimenti e anche di diversa provenienza ma permaneva in contribuire. È stata quindi una crisi, o meglio la crisi di una' una rigida costruzione unitaria, rimaneva nelle tracce originarie possibilità, forse di una speranza. Napoleoni e Rodano hanno e non si concedeva varianti. Il suo straordinario rigore era anche continuato, per così dire, senza la filosofia e quindi arricchendo - reso possibile, in ogni caso facilitato, da una certa estraneità ad - ma erano già ricchi - i loro discorsi comuni di motivazioni altre suggestioni, ad esempio, ma sdlo ad esempio, alla letteratuforse più connesse a una riflessione filosofica. Il correre dei loro ra. Non naturalmente che non leggesse, anche se non conosco i discorsi è presente nella "Rivista Trimestrale" sino dal primo suoi autori. Ma so che queste letture non avrebbero minimamente numero del marzo '62. È una riflessione che si alimenta e si scalfito il proposito o il compito che Napoleoni si era prefisso: il misura con la storia e che si propone di intervenire su di essa; non suo "destinare"Ja ricerca alla prassi politica, vorrei quasi dire alla è mai o raramente estranea al presente, ma s-iconfronta con esso. prassi teoretica. Questo carattere di "attualità" nel senso più pieno del termine è Napoleoni era fisso sul suo oggetto di ricerca e non sopportava sempre da ricordare quando si leggono gli scritti di Napoleoni: la alcuna forma di umorismo o di superficialità: l'economia poteva sua è una riflessione sul quotidiano che viene interrogato o far capire il mondo o anche reggerlo e a essa si poteva solo fare ' compreso alla luce dei passato e della storia ma anche della rife1imento. Ma un oggetto di ricerca che non permetteva di prospettiva, appunto del progetto. essere contemplato o semplicemente visto: doveva essere consuSi dOvrebbe ripubblicare la ''Trimestrale" per rileggere questi mato interrogato, posto in errore, se era in errore, ma non mai in contesti e per non isolare gli scritti di Rodano e di Napoleoni dalle qualche modo abbandonato. Ricordo certi momenti di un mio vicende politiche e storiche. Si comprenderebbe meglio, appunto, ironico interrogare Napoleoni ad esempio sulla possibilità di fare il progetto di Napoleoni e Rodano e la progressiva erosione del amenodialcuniconcettifondamentaliedifondarel'economiasu loro consenso, che provocherà una rottura ricchissima di conse- concetti eterodossi o stravaganti. Non coglieva in alcun modo guenze per entrambi. Le ragioni del dissenso sono varie, gravi, in l'ironia, e giustamente: il piacere estetico, nel senso di gratuita certo senso non sanabili, ma sono presenti anche dopo la rottura fruizione di un bene senza alcuna correlazione alla necessità, o le ragioni del consenso e forse ancora il senso e la nècessità di anche al dovere, non gli era per nulla congeniale o almeno così a quella alleanza, se proprio a ripensare quei tempi Napoleoni · me pare; anzi, in questo mi pare mostrasse una straordinaria e dedicherà gli ultimi suoi scritti purtroppo interrotti. Su queste felice ingenuità. A me sembrava che nel suo unìverso concorresragioni io non intervengo, così come non oso dire nulla dei tempi sero solo valori e bisogni mentre il resto o non aveva corso o della riflessione di Napoleoni che si riferiscono al suo tema veniva volutamente trascurato. Il suo rigore, appunto, ne impedicentrale, l'economia. , va, per così dire, l'accesso. Se questo è vero, se cioè la necessità Nonhoalcunacompetenzaed'altraparteso,comesannotutti, di una visione globale e di un percorso coerente che di questa che era il suo tema centrale. Ma è proprio per il riferimento a visione è il segno, credo si possa dire che qualcosa a un certo punto Rodano nei suoi ultimi scritti e a quell'antica speranza che mi pare e intervenuto a porre Napoleoni di fronte a una serie di interrogadi potermi riconoscere ancora-qualche parola appropriata. Nella tivi ancora più grandi di quelli che si era posto per tutto il corso fon;na di alcune osservazioni sulla figura di Claudio Napoleoni della ·sua riflessione e della sua vita. Qualcosa che ha interrotto per così dire "al di fuori" della sua disciplina. E sono queste: alcune certezze e ha posto subito in moto la necessità di trovarne Napoleoni non ha mai rinunciato a una visione globale, e di qui altre perché - e anche questo è, credo, un carattere della sua la necessità, mantenuta sino alla fine, di due elementi: la parteci- riflessione - gli interrogativi esigono· risposta e senza risposte pazione politica (si ricorderà la straordinaria "necessità" della certe letteralmente Napoleoni non poteva vivere. politica per lui, così come la descrisse in un documento recente, Per giungere alla fine, credo che l'ultima domanda, il "cercate come punto di partenza e di arrivo; come forma della sua rifles- ancora" del titolo, secondo me un po' "lacrimoso", del volume sione per cui una riflessione non ordinata era priva di senso, che raccoglie i suoi scritti, sia davvero la domanda su una rottura materialmente, esistenzialmente impensabile) e il ricorso ad altri, intervenuta nella certezza o nelle certezze del suo percorso. sino a scoprire in autori anche minori, minimi, la pietra necessaria L'interrogarsi su Rodano, sul progetto per così dire naturalistico,
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