Linea d'ombra - anno IX - n. 58 - marzo 1991

CONFRONTI Come stanno le cose Un ricordo di Claudio Napoleoni Michele Ranchetti La figura di Claudio Napoleoni, scomparso il 31 luglio del 1988, è stata ricordata da "La Nuova Corsia" a Milano il novembre scorso. Pubblichiamo qui la trascrizione dell'intervento di Michele Ranchetti, che con Napoleoni ha diviso, tra l'altro, l'importante esperienza de "La Rivista Trimestrale" nei primi anni Sessanta. Scrive Bonhoeffer: "Soltanto la Chiesa, conoscendo dal punto di vista della fine, conosce anche l'inizio, sa che fra l'inizio e !'adesso ~siste una frattura uguale a quella che esiste fra I' adesso e la fine, che l'inizio e !'adesso sono nello stesso rapporto che c'è fra la vita e la 111orte,il nuovo e il vecchio. Per questo la Chiesa è in grado di vedere l'inizio solo nel morire, dal punto di vista Claudio Napoleoni in una foto di della fine". Antonio Sansone. Bonhoeffer scriveva queste parole nell'introduzione al suo seminario tenuto ali' Università di Berlino nel 1932-33 so Creazione e caduta, commento ai primi capitoli del Genesi. Sono parole che possono venire in mente leggendo quanto è stato scritto ultimamente sugli ultimi scritti di Claudio Napoleoni, a suggerire cioè una lettura del suo percorso intellettuale dalla conclusione della sua esistenza. Non credo di condividere questa lettura. Anzi, sono portato a credere, anche sulla base della straordinaria esperienza della sua amicizia, che sia vero quasi il contrario. Certo, a suggerir~ qualche termine di quelli che si sono letti, starebbero altri termini consimili nella conversazione con Raniero La Valle. Ma sono, secondo me, termini di un discorso più ampio, di un processo che non è immediatamente da correlarsi alla morte ma è come dire precedente a essa e verificabile nel problema, questo sì, presente nei suoi ultimi scritti, anzi tema per eccellenza, dell'assenza di una forma di possibile ttascendenza nella storia. Certo, di una caduta, e in questo la ripresa della Creazione così come proprio viene descritta nel Genesi corrisponde a una interrogazione di Napoleoni. Frasi, serripre di Bonhoeffer: "Il creatore vuole che la sua stessa creazione confermi e continui in obbedienza la sua opera", sempre nello stesso testo, suonano congeniali alle parole di Napoleoni, e forse le più evidenti. Ma nòn erano affatto estranee alla sua riflessione precedente: figurano, anche se in altra forma e caratteristiche del suo rapporto con Rodano, ad esempio, in particolare come esso si precisa nel libro purtroppo incompiuto. L'interrogazione, come è stato detto più volte, è sulla possibilità o meno dì affjdare il progetto di un superamento della 38 struttura attuale della società alle sole sue forze. Vorrei ricordare al riguardo alcuni discorsi con Napoleoni e Rodano e il comune progetto di operare appunto come se questo fosse possibile oltre che necessario. Erano gli anni della "Rivista Trimestrale" e della successiva scuola di Roma. Ho preso parte a quel progetto e mi sembra necessario ricordarne alcuni caratteri. La "Trimestrale" nasceva dalla necessità sempre presente in Napoleoni di un'alleanza: anzi è questo un elemento del suo pensiero, della sua intera riflessione che non è sempre ricordato. In realtà nella sua vita, direi, oltre che nella sua riflessione teoretica, Napoleoni ha sempre reputato necessarie due cose: allearsi con altri, comporre con essi una unità teoretico-pratica che si manifesta in atti concreti. Napoleoni non ha mai ritenuto possibile "fare da solo". Sino dai primi tempi del suo lavoro, Napoleoni ha cercato di rivolgersi ad altri perché più competenti di lui in settori necessari a comporre quell'unità teoretico pratica di cui si aveva bisogno. Fino dai tempi del suo lavoro nei consigli di gestione e più ancora ai tempi della sinistra cristiana. Questi alleati Napoleoni ha ritenuto di trovarli in due persone che gli sono state a fianco qua~i per tutta la vita l'uno, Franco Rodano, per troppo breve tempo l'altro, Felice Balbo. Napoleoni si rivolgeva a loro nella prospettiva della f!ecessità che Storia (Politica), Economia e Filosofia potessero e dovessero ricomporsi, e nella parallela certezza che nessuna di esse, isolatamente, fosse capace di corrispondere alla necessità della vita presente, del fare. Balbo era la filosofia e aveva.tutti i crismi per esserlo e per rappresentàrla non solo agli occhi di Napoleoni e alle sue esigenze di rigore. Era la filosofia proprio in un'accezione di servizio teoretico, di quella disciplina, nell'alta accezione del termine che sopravviene a connettere e a capire dall'interno le diverse posizioni del singolo e della società. Il grandissimo ' contributo di Balbo si è manifestato in particolare nella riflessione sul marxismo e nel suo "inveramento". È questo un termine che pronunciato una volta permane nell'universo teoretico e conoscjtivo in particolare senza oscurarsi. Ben più che nei modi "politici" della sua prassi, il contributo di Balbo è direi da riconoscere, per esprimermi molto rozzamente, nella necessità di una forte disciplina teoretica e nel concetto di uno sviluppo dell'uomo, di una crescita non solo conoscitiva. E, anche, nella ripresa di una filosofia dell'essere che, per sembrare allora obsoleta, avrebbe rivelato, forse dopo troppi anni, la sua necessità piena. Balbo la filosofia, Rodano la politica e la storia. Era questa la composizione originaria e che avrebbe rappresentato, come 'diceva qualcuno, la triade dei "primi compagni" di una nuova Compagnia di Gesù. Di quel progetto originario.che non so se ha potuto esprimersi in una forma di documento programmatico, ma non credo, rimane più di una traccia, non'solo nelle idee- una traccia che andrebbe ripercorsa e che mi sembra sia stata trascurata, ma nel metodo di lavoro, in particolare nella necessità di un'alleanza fra queste discipline. Non so se questa necessità fosse percepita con uguale forza da Rodano. Certo da Napoleoni. In un secondo tempo, quindi, dopo la morte di Balbo, Napoleoni ha cercato di ricomporre quell'unità ricorrendo anche ad altri filosofi che

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