IL CONTESTO pericoli da cui da solo non si saprebbe difendere? Ma non appena il ragazzino incomincia a capire e a ragionare, i genitori dovrebbero insegnargli a ubbidire, non "per far piacere alla mamma" o "perché così ha deciso il babbo", ma perché ciò che gli si chiede o gli si proibisce di fare è giusto e vantaggioso per lui e per tutti gli altri. Soltanto se avrà imparato sin dall'infanzia a far le sue scelte, a prender le sue decisioni, ad assumere le sue responsabilità, saprà non adagiarsi, crescendo, nel comodo conformismo del "così fanno tutti". Rispetterà le leggi, anche se non gli fanno comodo, quando le riconosca giuste; ma le respingerà, ribellandosi, quando siano in contrasto con quella intima "voce particolare" che indusse Socrate a farsi condannare a morte piuttosto di dir cosa diversa da ciò che gli dettava la coscienza, che spinse Antigone alla ribellione. In una ~ocietà democratica, anche a scuola, oltre che in famiglia, il ragazzo dovrebbe essere educato ad ascoltare sempre questa voce, a farne l'arbitra decisiva d'ogni suo atto o condotta, del suo accettare o respingere quel che la legge impone. Ma questo accade purtroppo assai di rado, e solo quando si trovino insegnanti eccezionali: l'atmosfera della nostra scuola d'oggi è dominata in genere - nonostante la superficiale vernice di· attivismo e di libertà - dal più pesante, dal più grigio, dal più diseducativo conformismo. . Ed ecco allora un nuovo, difficilissimo compito per i genitori desiderosi di far dei loro figli i creatori e i cittadini d'una migliore società futura: insegnare ai giovani, accanto ai valori del rispetto e della giusta obbedienza, anche quelli della ribellione e della disubbidienza. Non si tratta, evidentemente, d'incoraggiare il ragazzo al dispregio di ciò che gl'insegnano a scuola (un non illuminato atteggiamento dei genitori in questo senso lo porterebbe facilmente e pericolosamente a farsene uno schermo alla propria indolenza e cattiva volontà); ma piuttosto d'insegnargli a non cedere alle seduzioni- tanto forti, ahimè!, anche per gli adultidel conformismo, a non tacere quando la coscienza dice di parlare, a ribellarsi contro imposizioni giudicate ingiuste. ·~ . ' .•, 0 ·/. ~?,c. '•"" .école LAPRIMARIVISTAITALIANADIEDUCAZIONEAMBIENTALE Una iniziativaeditorialedi ScholéFuturo,associazionedi · idee.Unnumero6.000lire.Abbonamentoannuale(5numeri) 25.000lire, cumulativocon Rossoscuola, 40.000lire.VersamentisulCCP26441105intestatoa Scholé,viaS. Francescod'Assisi,3 - 10122Torino,Tel. 011/545567· Fax 011_/549552 28 Il ragazzo ha il diritto - meglio, il dovere - di reagire a giudizi che sa errati (quando sente_dire, per esempio, che la Resistenza fu una lotta fratricida e i partigiani bande d'assassini; oppure che nella Cina comunista i neonati vengono regolarmente affogati); deve saper resistere alle pressioni esercitate su di lui perché compia atti di culto in cui non crede; è giustificato se si ribella allo svolgimento d'un tema di essenza razzista (si pensi al caso della versione spagnola antisemita di cui parlarono i giornali). Si dirà - per fortuna è abbastanza vero - che questi sono casi-limite e che si verificano di rado; però si verificano; e credo che ciascuno di noi, ripensandoci, potrebbe trovarne gli esempi. Ma anche senza arrivare a questi estremi, infinite sono le imposizioni, le lusinghe, i ricatti - a volte larvati o addirittura impercettibili - a cui si è oggi quotidianamente sottoposti, nella scuola e nella vita. Il giovane che saprà .assumere in questi casi un atteggiamento onesto e deciso, dovrà probabilmente affrontare, specie da principio, una certa impopolarità, incorrerà magari in sanzioni; ma da ogni difficoltà uscirà vittorioso se _sapràaccettare in pieno le sue responsabilità, non trarre dalla propria posizione critica pretesto d'indolenza, ma si sentirà anche più profondamente impegnato nello studio, nella lealtà, nella solidarietà coi compagni. Starà ai genitori - che in questo spirito l 'hanrio educato-sostenerlo nella sua battaglia, inmodo che la ribellione non rimanga sterile creando così nel giovane un senso di scoraggiante inutilità. E sarà necessario per questo cercare anche la solidarietà e l'appoggio degli altri genitori illuminati per rivendicare insieme, con pacata coerenza e fermezza, i diritti dei figli a essere uomini'veramente liberi: uomini che sapranno domani usare dell'arma della disubbidienza - che, sebbene incruenta, esige da chi se ne serve ardire e perseveranza e sacrificio - non soltanto contro l'impiego delle armi atomiche, ma anche contro ogni forma d'ingiustizia, di sfruttamento, di pregiudizio: tutti quei mali che l'uomo può vincere per render la vita sempre più degna d'esser vissuta. Son problemi grossi, lo so: e delicati, e difficili da risolvere. Ma non è forse inutile che s'incominci a discuterne. Rivista Trimestrale Direttrice Lea Melandri È USCITO IL N. 10 IN QUESTO NUMERO: . - Maschile e femminile nella pratica dell'Inconscio di Paola M elchiori Il pensiero della poesia di Maria Zambrano - Gli occhi della madre di Francesca Grazzini - Scrittura, infanzia di Paola Redaem - Ciò che nasce nel Golfo Persico di Lidia Campagnano Immagini di Irene Kowaliska ABBONARSI È FACILE! Basta versare l'importo di L. 35.000 (4 numeri all'anno) sul CONTO CORRENTE POSTALE N. 13951488 intestato a: GRUPPO EDITORIALE FAENZA EDITRICE S.p.A. Via Pier De Crescenzi n. 44-48018 FAENZA (Ra)-Tel. 0546/663488
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