quando ho incominciato a conoscerlo e a volergli bene (...) non attraverso libri o giornali, ma attraverso il bene che gli portava una mirabile suora francescana, che ebbe la fortuna d'incontrarlo in India e di averlo ospite in Italia"8. Allude a Maria Pastorella, o Maria Minore, al secolo Maria Valeria Pignetti, in corrispondenza con Gandhi, iniziatrice e animatrice di una originale esperienza religiosa, ascetica, ecumenica e ai margini delle regole ecclesiastiche: che dal 1926 nell'eremo del Campello (tra Spoleto e Foligno) un piccolo gruppo d'irregolari sperimenta in stretta sintonia spirituale son Ernesto Buonaiuti, don Brizio Casciola, Paul Sabatier e a!tri9 • Nella ricostruzione del viaggio di GaJJdhi in Italia fatta da Gianni Sofri, l'episodio non è ricordato'0. Verrebbe anzi da dubitare della sua autenticità se non fosse che troppi particolari dei due giorni romani del Mahatma restano ancora avvolti da un mistero tale da non escludere la plau 1bilità di una visita lampo al Campello. Non c'è motivo di mettere in discussione, invece, l'affermazione di don Primo circa l'influenza esercitata su di lui da Gandhi. Come per i legami del Mahatma con l'Italia, così per la complessa vicenda del parroco di Bozzolo, sono ancora molte le piste da battere. E non gli si rende pienamente giustizia ad annoverarlo, come da più parti si fa, tra i precursori del Vaticano II, omettendo di precisare che anche nella chiesa solo cronologicamente post-conciliare, la sua resta una voce scomoda e trasgressiva. Note 1. L. Bedeschi, L'ultima battagia di Don Mazzo/ari. "Adesso" I 949-1959, Brescia, Morcel-liana, 1990. 2. Cfr. G. Miccoli, Don Primo Mazzo/ari: una presenza cristiana nella cronaca e nella storia .italiana, in "Cristianesimo nella storia", 6 (1985), pp. 561-598. 3. Cfr. M. Guasco, Tensioni cattoliche e guerra fredda. Don Primo Mazzo/ari e l' atteggiamento di "Adesso", in La cultura della pace dalla Resistenza al Patto Atlantico, a cura di M. Pacetti, M,. , Papini, M. Saracinelli, Ancona, Il Lavoro editoriale, 1988, pp. 486504. 4. Si allude nell'ordine ai seguenti scritti: Quando la patria chiama ( 1935), in "Notiziario mazzolariano", Bozzolo, s.a.; Tanto per cominciare. Cosa fare ( 1936) in / cattolici italiani e la guerra di Spagna, a cura di G. Campanini, Brescia, Morcelliana, l987,pp.197-20l;Rispostaadun giovane aviatore (1941), in L. Bedeschi, La Chiesa, i/fascismo e la guerra, Firenze, Vallecchi, 1966, pp. 41-88. 5. P. Mazzolari, Tu non uccidere, Vicenza, La Locusta, 1955 6. Cfr. Id.,Diario ( 1905-1926), a cura di A. Be_rgamaschi,Bologna, EDB, 1974, pp. 599-668 7. Id., La più bella avveniura, Brescia, Gatti, 1934 8. Gandhi, Pensieri, La Locusta, Vicenza, 1960 9. Cfr. L. Bedeschi (a cura di), Maria Pastorella e'/' eremo francescano, in "Fonti e documenti" 16-17 (1990), pp. 194-268 10. G. Sofri, Gandhi in Italia, Il Mulino, Bologna, 1988 da Tunon uccidere Primo Mazzolari I brani che seguono sono tratti da Tu non uccidere, pubblicato anonimo a Vicenza dalla Locusta nel 1955 e riedito piò volte in seguito (dalla terza edizione del 1965 con l'indicazione dell'autore). Si trattadi una raccoltadi riflessionidistribuite inventiquattrocapitoletti, molte delle quali in precedenza anticipate sulle pagine di "Adesso", che pongono con forza la necessità di superare la tradizionale dottrina cattolica sulla guerra giusta e ingiusta e rappresentano l'approdo di Mazzolari alla non violenza. Detto che il contesto storico che vi fa da sfondo è quello dei blocchi contrapposti nel clima della guerra fredda e tenuto conto del carattere frammentario del libretto, l'estrapolazione di alcuni passi non ' nuoce né stravolge il significato del pensiero mazzolariano. (A.B.) .. . ILCONTESTO Unalettera ineditadi donMilani S. Donato a Calenzano, 18 aprile 1951 Caro don Primo, m'è dispiaciuto· molto che "Adesso" abbia chiuso. Non tanto per lui e per lei, quanto per il pensiero della figura canina che ci facciamo noi cattolici. Si vede che il Buon Dio non considera ancora matura la Chiesa per affidarle la costruzione del suo Regno e preferisce ancora valersi dei suoi nemici. Contento lui contenti tutti. Dopo tutto l'importante è che la giustizia venga, che poi venga da una parte o dall'altra purché venga sarà sempre un avvicinarsi del Regno. L'ora di Dio per gli ebrei maturò nel peccato, nel castigo, nella sconfitta, nell'umiliazione di Babilonia. Fare il pretè in questi momenti fra questi popoli tanto traditi (ora poi che hanno aperto gli occhi sulle nostre grandi colpe sociali) è una umiliazione tale che voglio proprio sperare che il Buon Dio ce la conterà. Non resta che pregarlo di dar tanta grazia ai comunisti che sappiano amputare loro a noi tutto il nostro marcio senza danneggiare troppo quel po' di buono che c'è rimasto. Insomma son tanti i discorsi che si può fare per non disperarsi! Lo capii in seminari~ quant'è provvidenziale che i superiori ecclesiastici siano così poco intelligenti e così poco religiosi. Se no·non ci sarebbe nessun merito a sopportarli. · Dopo averla dunque così pienamente consolato mi permetto di chiederle un favore. Mi comoderebbe molto una decina di copie del num. 21-22 dell'Anno I di "Adesso" (15 novembre 1949). Tempo fa (e precisamente il 31 marzo di quest'anno) ho messo 500 lire sul conto corrente di '.'Adesso" (3-12829) a questo scopo, ma non ne ho avuto risposta. ·Le sarei grato se volesse veder lei se è possibile averle. Coi più affettuosi saluti e grazie e scusi del disturbo. Suo LorenzoMilani cappellano ~i S. Donato a Calenzano (Dall'archivio della Fondazione Mazzolari di Bozzolo. A seguito della pubblica sconfessione del foglio da parte del card. Schuster, "Adesso" aveva sospeso le pubblicazioni,riprese nell'autunno con la direzione di GiulioVaggi,. col numero del 15 marzo 1951) La guerra non è soltanto una calamità ma un peccato.Se non avremo paura di affermare il senso del peccato che c'è in ogni guerra, e di dichiarare le nostre contraddizioni di cristianirispetto alla guerra, l'amore vincerà la pace. I • Non è forse una contraddizione che dopo venti secoli di Vangelo gli anni di guerrasiano più frequenti degli anni di pace? che sia tuttora valida la regola pagana: "si vis pacem, para bellum"? che l'omicida comune sia al bando come assassino,mentrechi, guerreggiando, stermina genti e città sia in onore comeun eroe? · che nel "figlio dell'uomo", riscattato a caro prezzodal "Figlio di Dio", si scorga unicamente e si colpisca senza pietà il concettodi nemico per motivi di nazione, di razza, di religione,di classe.? che l'orrore cristiano del sangue fraterno si fermidavantia una "legittima" dichiarazione di guerra .da parte di una legittimaau- ~~ . 23
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