Americani in ArÒbia Saudita !Agenzia Contrasto). "modernissima" cultura della guerra, della guerra inevitabile, della guerra giusta, insieme con un innamoramento per i diritti, per il governo mondiale, per l 'Onu, che non è mai riuscito in vita sua a far rispettare una propria sanzione. La modernissima cultura della guerra, stabilendo un fronte telecartaceo di im~onenti di~ mensioni, s'è costituita in clan compatto. La maggioranza d1 governo, tranne poche sfaldature (ci tocca pure di appl~udir~ Formigoni !), non è mai stata così unita dal Psi alla Dc al Pn al Ph al Psdi. Un quintetto irraggiungibile, che ha schierato i suoi uomini di pensiero altrettanto uniti, seryili, senza dubbi per la testa. Le tavole rotonde sono diventate più numerose delle bombe, assortite senza fantasia di tuttologi os'sequienti, con alcuni protagonisti eterni: i Pirani, i Vertone, i Colletti, uomini per tu~te le stagioni, che si parli di guerra, del Pci, di hamburger o di calcio. Ho visto una sera (ma si "discuteva" in realtà di Pci, concludendo per via di mozioni sulla guerra) Pirani e Colletti passare mezzo~a davanti a un tavolino a darsi ragione. La cosa ii;1sé oltre che n01a non mi darebbe peso se non pensassi che i due signori chiacchie0 rano a spese mie, senza neppure riuscire a spiegarmi perché mai chi va dritto alla guerra avrebbe una cultura di governo, che invece non avrebbe chi ne invoca la fine ... Anche se è vero che solo chi sta al governo dichiara le guerre. Ma è troppo semplice. Questo ci ha fornito la Tv italiana e in aggiunta, recuperato dal~e reti Fininvest, Giuliano Ferrara, che è un essere umano solo m virtù della intolleranza totale che lo ispira, intolleranza saccente che nessuna bestia al mondo potrebbe vantare in simile grado. Per cui mi augùro che Berlusconi lo licenzi: s'accorgerà, il_preside~- te che il tono del suo speaker non gli farà guadagnare ascoltaton. , f . In tanto parlare, qualcuno ha cercato di mettere ordine, magari offrendo notizie fondate. Ma gli esperti veri, magari di islamismo, sono pochi. In tanto parlare pochi hanno tentato di spiegarci eh~ cosa sia la guerra. Non per Saddam o per Bush, non solo per i disgraziati cittadini di Baghdad o per i militari spediti al macello. Ma per noi: tornare indietro di anni, aiutare chi _pon vuol~ cambiare nulla, dar fiato ai pessimi regimi (compreso il nostro) di tutto il mondo. Peggio ancora: dar un altro colpot assassino al pianeta, a noi.stessi. • Qualcosa ha cerc,atodi dirci un povero cormoran~ che te~tava ancora di protendere il becco all'aria oltre l'onda d1p_etroho.A costo della vita. IlVicinoOriente all'ombradella guerra. Appuntipessimistici Luca Zevi Scontro fra culture . IL CONTEStO Un ebreo ortodosso newyorkése, interpellato il 24 gennaio da una troupe di "Samarcanda" in merito alla possibilità di una pace stabile fra Israele e paesi arabi, rispondeva che no, secondo lui non è possibile, ma che bisogna produrre ogni sforzo per evitare che l'impossibilità di pace partorisca la precipitazione nella guerra. Queste parole sottolineano la necessità di muoversi in quel terreno di nessuno che si estende dalla guerra aperta alla pace stabile, puntando cocciutamente a quest'ultima al fine di scongiurare il pericolo della prima. Esse ricordano la risposta di un Maestro il quale, a chi gli domandava lumi riguardo alla venuta del Messia, rispondeva: "l l Messia, non è venuto, probabilmente non verrà mai, ma bisogna comunque andargli incontro". Esse sembrano al tempo stesso registrare una verità più profonda riguardo al conflitto ara~o-israeliano: che ·aui~ne a _u_n fondamentale scontro fra culture soggiacente a1mutevoli equilibri politico-militari. Uno scontro che può essere_esemplificato dalla differenza di conduzione fra un reparto di un qualunque supermarket di tipo occidentale, da un lato, e una b~ttega di un_suk mediorientale, dall'altro: nell'un caso per ogm merce viene fissato un prezzo definito e indiscutibile (fino ad aggiornamento); nel secondo, al contrario, il prezzo presenta un'amplissima banda di oscillazione, attestandosi di volta in volta in un punto differente della banda di dipendenza dal rapporto di contrattazione che viene a stabilirsi fra esercente e acquirente. Quando gli israeliani - membri del popolo della Legge - invocano una pace stabile con garanzie di durata, chiedono una cosa certo legittima e, in astratto, anche dovuta, ma che ha le stesse probabilità di successo di un 'ipotetica campagna per l 'imposizione di prezzi fissi nei mercati arabi (o, se si preferisce, della venuta del Messia). ~ . Una composizione del conflitto arabo-israeliano è del rest~ resa·assai ardua dal carattere di simbolo del male che lo stato d1 11
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