Linea d'ombra - anno IX - n. 57 - febbraio 1991

11 NON ABBIAMO PIANTO, NÉ INGANNATO'' Premchand, e la letteratura hindi del '900 Marco Restelli Nell'aprile del 1936 si tenne a Lakhnau, nell'India settentrionale, il congresso di fondazione dell' "Associazione panindiana degli scrittori progressisti". L'associazione nasceva per cercare di elaborare una risposta agli enormi problemi che l'India aveva di fronte a sé, sul piano politico come su quello culturale. Anzitutto, il subcontinente era ancora una colonia britannica e il movimento di liberazione nazionale, nonostante decenni di lotte e un'acquisita dimensione popolare, non riusciva a dare la spallata definitiva al regime degli occupanti. Andava infuocandosi inoltre il dibattito -e le relative divisioni nel movimento - sul concetto di autogoverno, ovvero sulla struttura politica che avrebbe dovuto assumere il paese una volta conquistata l'indipendenza; problema reso più spinoso dalla compresenza di diverse comunità etniche, religiose e linguistiche. In secondo lùogo, permaneva irrisolta la tragica situazione delle campagne indiane, dove molte decine di mii ioni di contadini e braccianti sopportavano un secolare sfruttamento da parte degli zamindar, i latifondisti, alcuni dei quali, paradossalmente, erano proprio simpatizzanti del movimento nazionalista, che godeva di vasti appoggi da parte dei ceti abbienti sia nelle c,ittàsia appunto nelle campagne. L'ala progressista del movimento nazionale si poneva dunque il problema del "liberare chi da che cosa": prima gli indiani dagli inglesi o i contadini dagli zamindar? · Last but not least, vi era il disagio degli scrittori progressisti indiani, che mettevano a confronto l'incandescente situazione di cui sopra con la produzione letteraria del paese e trovavano quest'ultima inadeguata, quasi sempre incapace di dare una risposta soddisfacente alla domanda che l'India poneva agli scrittori: fornire attraverso le opere letterarie una rappresentazione disincantata, realistica, non consolatoria, delle con~ traddizioni che laceravano il paese. In questo quadro che potremmo definire di "immaturità della letteratura" rispetto alla complessità e drammaticità della situazione sociale si segnalavano poche eccezioni: non vi è da stupirsi dunque se nel suo congresso di fondazione l'Associazione degli scrittori progressisti, a maggioranza marxista, nominò presidente dell'assemblea uno scrittore che marxista non era ma che più di ogni altro aveva saputo fare della.propria opera letteraria un' "eccezione alla regola": cioè aveva saputo fare irrompere la cruda realtà indiana nelle pagine dei suoi romanzi. Lo scrittore cui fu tributato quel riconoscimento si chiamava Dhanpat Rai, ma era più conosciuto con il suo ultimo pseudonimo: Premchand. L'uso di pseudonimi era diventato necessario per lui sin da quando, nel 1909, la censura britannica aveva ritirato dalla circolazione la sua prima raccolta di novelle in lingua urdu, Sozevatan, (Il dolore della patria). Il 1936 segnò il "canto del cigno" per Premchand: mori infatti qualche mese dopo il congresso di Lakhnau, ma non prima di aver dato alle stampe, quello stesso anno, un testamento lette:ario e uno politico. Il primo è rappresentato dal romanzo in lingua hindi Godan (Il dono della vacca), certamente il suo capolavoro, tradotto in tutto il mondo (e anche in italiano, ma in un'edizione ormai introvabile) 1 • Quanto al suo testamento politico fu affidato a un articolo, Civiltà usuraia, pubblicato sulla rivista letteraria da lui diretta, "Hams" (Il cigno), proprio sull'ultimo numero uscito mentre era ancora in vita. In Civiltà usuraia Premchand si scagliava contro l'ordine economico imperante in India mostrando, dopo quindici anni di militanza gandhiana, di essersi avvicinato a una visione socialista. Dalle sue idee sul rapporto fra letteratura e politica, ma meglio ancora dalle concrete espressioni-letterarie delle sue idee, avrebbe preso le mosse il "realismo" hindi. Ma se noi ora provassimo ad attualizzare la domanda "chi è Premchand?", otterremmo da quattro interlocutori ideali altrettante risposte disomogenee. 1) Per gran parte della critica ietteraria indiana, Premchand è un classico del '900, certo uno degli scrittori più significativi espressi in questo secolo dall 'lndia, dove la sua fama non ha fatto che aumentare già dagli ultimi anni della sua vita; 2) per l'occidente anglofono Premchand è soprattutto l'autore di Godan, e di alcune belle raccolte di racconti brevi - genere letterario nel quale si espresse al meglio; 3) ai propri occhi, Premchand non fu altro che "un idealista pratico", un artigiano della scrittu~a convinto che il compito dello scrittore fosse quello di "servire il popolo" usando la penna per~are "una completa analisi del peggio"; 4) infine, per l'Italia (sempre incurante dell'Asia non-anglofona) Premchand è ancora un illustre sconosciuto, almeno al di fuori della ristretta cerchia degli "addetti ai lavori" indologici; e i;iongiova certo alla conoscenza di questo autore il fatto che le scarse traduzioni italiane di sue opere risalgano a venti e più anni fa e siano virtualmente irreperibili ... 2 • Qualche notizia, dunque, non sarà inutile. Autore di una dozzina di romanzi e di circa 250 racconti, giornalista, editore, drammaturgo, traduttore e critico. Nasce nel 1880 da una famiglia modesta in un villaggio vicino a Benares; ne11asua casa si parla sia urdu sia hindi (lingue affini, benché diverse hella scrittura), e Premchand comporrà le proprie opere usando prima l'una poi l'altra lingua. Si mantiene facendo il maestro elementare e poi l'ispettore scolastico fino al 1920, anno in cui decide di dedicarsi esclusivamente ·alla scrittura "militante": il Mahatma Gandhi invita gli indiani alla noncollaborazione con gli inglesi, e Premchand si dimette dal suo impiego. Oltre che scrittore è giornalista in diversi periodici letterari e a sua volta fondatore e direttore di due riviste: una letteraria, "Hams" (che gli sopravviverà fino al 1947) dove pubblica anche traduzioni in hindi di opere delle altre letterature indiane; l'altra di carattere più esplicitamente politico, "Jagran" (Il risveglio). Fonda inoltre una casa editrice, la Saraswati Press, oggi fiorente, ma che all'epoca si rivela una voragine per i suoi risparmi. Infine, fra il '34 e il '35, si cimenta anche con il cinema: accetta infatti un contratto da sceneggiatore. Quest'esperienza tuttavia si rivela insoddis(acente, e Premchand torna a Benares deluso dal mondo di celluloide. Premchand è un lettore onnivoro, ama in particolare Tolstoj, dal quale in più occasioni si dichiara influenzato, e di cui traduce brani in hindi da traduzioni inglesi (proprio mentre Gandhi traduce il grande russo in lingua gujrati), ma traduce anche Galsworthy e Bernard Shaw dall'inglese e Shekh Sadi e Rumi dal persiano. St~dia inoltre Garibaldi e Mazzini, çii cui scrive due brevi biografie (il che non deve stupire il lettore: Mazzini ebbe una sua importanza nel panorama teorico del movimento nazionalista indiano). Dopo un primo periodo in cui manifesta·simpatie politiche per il movimento riformatore induista dell 'Arya Samaj (peraltro senza che ciò lo porti mai a posizioni antimusulmane o integraliste, estranee alla sua cultura) Premchand si orienta sempre più decisamente verso l'idealismo gandhiano: così, mentre il Mahatma inizia a girare l'India per convincerè gli zamindar a regalare almeno una parte della terra ai contadini (e incredibilmente talvolta ci riuscirà, perché il Mahatma è il Mahatma ...) Premchand scrive romanzi di forte impronta gandhiana come Premashram (Istituzione d'amore, del 1922), un grande affresco di vita contadina in cui il drammatico scontro fra gli agricoltori e lo zamindar termina appunto con il suicidio del latifondista e il.. mutamento di cuore" di suo figlio che finisce per regalare le terre agli abitanti del villaggio, i quali potranno così dare vita, gandhianamente, ad un "ashram d'amore". Tuttavia all'epoca di Premashram e di Rangbhumi (gli anni Venti) l'esito formale della scrittura premchandiana non è ancora giunto a quell'equilibrio affascinante che sarà di Godan e dei racconti più improntati al realismo: l'ostacolo da rimuove.reper giungere ad un 'arte più 85

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