io sorio di un altro parere - poco adatto a venire espresso in una confèrenza pubblica. Quando scrivi un racconto, devi scrivere solo quel racconto, quella particolare storia, ma ci sarà sempre qualcuno che si rifiuterà di leggerlo. Questo solleva lo spinoso problema del tipo di lettore cui si rivolge chi scrive narrativa. Tutti noi riteniamo probabilmente d_i avere una soluzione individuale al prpblema·. Personalmente, ho un'opinione altissima dell'arte di narrare e un'opinione bassissima di quello che viene comunemente definito il lettore "medio". Dico a me stessa che non pos·soschivarlo, che è lui che, a quanto pare, devo tenere sveglio: ma che allo stesso tempo è mio compito fornire al lettore intelligente quell'esperienza più profonda che nella narrativa egli cerca. In realtà, entrambi i lettori non sono che aspetti della personalità ste'Ssadello scrittore; in ultima analisi, il solo lettore di cui lo scrittore sappia qualcosa è se stesso. Tutti noi scriviamo per il nostro livello di comprensione, ma la caratteristica peculiare della narrativa consiste nella presenza di un livello superficiale che consente l'intrattenimento di un tipo di lettore, su un piano di fisica immediatezza e ovvietà, e di un identico livello superficiale che rivela un significato alla persona in grado di c_oglierlo. Il significato (meaning) è ciò che impedisce al racconto di essere "breve". Preferisco parlare del significato di un racconto, piuttosto che del tema di un racconto. Alcuni parlano del tema di un racconto come fosse lo spago che chiude il sacchetto del mangime per i polli. Pensano che individuare il tema sia com~ tirare lo spago per il capo giusto: allora il racconto si apre e i p·oui possono essere nutriti. Ma non è esattamente questo il modo con cui il significato agisce nella narrativa. · Se si riesce a individuare il tema di un racconto, a s~pararlo dal racconto stesso, si può esser certi che non si tratta di un buon racconto. Il significato di un racconto deve esservi incorporato, calato dentro. Il racconto è un modo di dire qualcosa che non si può dire in nessun altro modo, richiede ogni singola parola di esso per esprimere il suo significato. Una storia viene narrata perché una mera relazione di essa rimarrebbe inadeguata. Quando qualUna scena del film di John Husto~ dal romanzo di Flonnery O'Connor Lasaggezza del sangue. STORIE/O'CONNOR ,, e.uno chiede di cosa parla un racconto, la sola risposta giusta è dirgli di leggerlo. Il significato della narrativa non è astratto ma sensibile, e lo scopo di avanzare opinioni sul significato di una storia è solo quello di aiutare a sperimentare,più pienamente quel significato. La narrativa richiede una rigorosissima attenzione al reale - indipendentemente dal fatto che l'autore stia scrivendo un racconto naturalistico o fantastico. Intendo dir~ che partiamo sempre da qualcosa che in sé è - o che ha - un'elevata possibilità di verità. Anche quando si scrive un racconto fantastico, la realtà è la sua base effettiva. Una cosa è fantastica proprio perché è reale, talmente reale da essere fantastica. Graham Greene ha detto di non poter scrivere "Mi affacciai su un abisso senza fine" perché è inverosimile, o "Scendendo le scale balzai in un taxi", perché anche questo è inver0simile. Ma Elizabeth Bowen può scrivere di uno dei suoi personaggi che "cercava di afferrarsi i capelli come se vi sentisse qualcosa in mezzo" perché questo è pienamente possibile. Oserei dire persino che chi serive racconti fantastici è costretto a essere molto·più attento ai particolari concreti di chi segue un filone naturalistico-perché quanto maggiore è la forzatura sulla credibilità della storia, tanto più convincenti dovranno essere le sue qualità. Un buon esempio è, a questo proposito, La Metamorfosi di Kafka, la storia di un uomo che una mattina si sveglia e si accorge di essersi tramutato in uno scarafaggio nel.corso della notte, senza però aver perso la sua natura di uomo. Il resto della storia riguarda la sua vita, i suoi sentimenti e infine la sua morte sotto le spoglie di un insetto dotato di natura umana;· e la situazione viene accettata dal lettore perché i particolari concreti della storia sono assolutamente convincenti. In effetti il racconto descrive l'ambiguità della natura umana in modo così realistico da risultare quasi insopportabile. La verità non è distorta, se mai si ricorre alla distorsione per arrivare alla verità. Se riconosciamo, com'è inevitabile, che apparenza e realtà non sono la stessa cosa, dobbiàmo anche lasciare ali' artista la libertà di compiere certe manipolazioni della realtà, se portano a una maggiore profondità del!&visione. L'artista, dal canto_suo, deve sempre ricordarsi che quello che sta manipolando è la natura, e che deve conoscerla e essere iri grado di descriverla accuratàmente, per aver l'autorità sufficiente a poterla manipolare. · Il problema peculiare dello scrit_toredi racconti è come conferire all'azione che descrive la capacità di rivelare al massimo grado il mistero dell'esistenza. Ha solo uno spazio ridotto per farlo, e non può farlo con una semplice dichiarazione. Deve mostrare; non parlare, e mostrare il mondo concreto - perciò il suò problema è soprattutto quello di far funzionare il concreto a due livelli, quello immediato e quello profondo. Nella buona narrativa, molti dei particolari tendono ad accumulare significato attraverso l'azione narrata, e quando ciò accade, acquistano una funzione simbolica per il modo in cui operano ali 'interno della vicenda. Una volta ho scritto un racconto intitolato Brava gente di campagna in cui a una giovane dottoressa viene rubata la gamba di legno da un venditore di libri sacri che lei ha tentato di sedurre. Devo ammettere che, parafrasata in questo modo, la situazione può sembrare soltanto uno scherzo di 79
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