Linea d'ombra - anno IX - n. 57 - febbraio 1991

ANTOLOGIA PER CONOSCERE UMM KULTHUM Luisa Ore/li UmmKulthùm ha cantato i maggiori poeti: daAhmed Shauqi a Ibrahim Nàgi (la celeberrima al-Atlal, "Le rovine", poesia "detta" tanto bene da parere Poesia: il metro rotto, il ritmo rigido della qasìda classica araba-fisso e talora "monotono" - mosso, movimentato dalla lettura che Umm Kulthùm ne ha fatto. Con lei l'ubriachezza del testo diventa ubriachezza nel ritmo, nella voce: significato e significante assieme). Ha cantato Muhammadlqbàl, ilgrandeindiano,padrespiritualedelPakistan, il "faylusùf al-islàm ", l'autore pilastro di tutti i pensatori fondamentalisti moderni (del predicatore egiziano Kishk, per esempio): ecco perché Umm ì<ulthùm è amata ·e rispettata da tutti, anche da coloro che vedono nello spettacolo forme degeneri, innovazioni -:- bida' - esecrabili. Ma soprattutto ha cantato l'Egitto e lasua lingua, inaugurando il 3/ maggio /934 le trasmissioni di Radio Cairo, che qualche decennio dopo diffonderanno in tutto il_mondo arabo i discorsi abilmente intrisi di ver~nacolodi Uf! altro grande fautore della modernità (linguistica e culturale), Jamàl Abd al-Nàsir. Umm Kulthùm compendia la diglossia araba: ha cantato, ha detto altrettanto bene il volgare e lalinguacolta. Hafatto rivivere l'arabo classico e al tempo stesso ha saputo regalare al dialetto egiziano l'elevatezza e ilprestigiodella lingua di una nazione che si voleva e riuscirà - seppur brevemente - a essere parte essenziale e imprescindibile del grande _mito della nahda: la Nazione Araba. A sposare classicità, tradizione, rigore a una realtà composita, in movimento, drammatica. Nella lingua, ne( temi. UmmKulthùm canta l'amore profano (così vicino ali' amore assoluto, celebrato dalla tradit,ione mistica: e viceversa) e la diga di Assuan, la religiqne e Nasser (di cui sarà ambasciatrice all'estero e voce in patria: significativo lo storico appello alle donne egiziane che apre la colletta dell'oro per la patria). Lagrandezzadi UmmKulthùmèstatacertamente "musicale", ma il mito (la sua dimensione: quello che Umm Kulthùm ha cantato ha assunto il valore e lapopolarità del proverbio) non si spiega forse altrimenti che con la sua storicità. Umm Kulthùrii è stata uno specchio di una storia contraddittoria e complessa, di un Egitto, di una cultura, di un essere arabi (e anche di una "religiosità") strettamente legatia un'epoca ancora non conclusa. Ne resta tuttora l'ultimo simbolo perfetto, vivissimo. Anìs Mansur Non c'è casa, villaggio o città che Umm Kulthùm non abbia visitato. Gli ascoltatori l'aspettano e lei chiede il permesso di varcare le soglie. Umm Kulthùm è restata una moda, immutata, durante cinquant'anni; cinquant'anni in cui il mondo attorno a lei cambiava. Lei non cambiava, oé nessuno voleva che cambiasse alcunché: le sue canzoni, orientali, il suo cantare, orientale. Se s'interrompeva la gente taceva, se cantava la gente ·taceva.Appena finito di cantare subito applaudivano, gridavano. Una sola volta Umm Kulthùm non è riuscita con un cenno a far sì che la gente restasse calma: il giorno dei suoi funerali. Naghib Mahfuz Ci sono due generi di artisti. L'artista dotato di genio artistico, che potrebbe però rivelare col tempo una persona meschina, e l'artista che possiede il genio artistico e al tempo stesso è grande della grandezza dell'arte. Umm Kulthùm è stata un'artista geniale e una:persona sublime. La sua elevatezza umana apparirà evidente nel suo rispetto per i principi più alti: i principi morali, l'appartenenza a una nazione e a un popolo, l'umanità. Soltanto questo può spiegare il terremoto suscitato dalla sua morte, un terremoto inabituale per altri che i condottieri e le guide. -Proprio in questo che Umm Kulthùm rappresenta il meglio di quanto l'Egitto ha dato alla storia. Altro non è che arte eterna e coscienza viva. LE ROVINE ( al -Atlal ) Ibrahim Nàgi Non domandare, cuore mio, dove l'amore. Era un palazzo di miraggi, ed è crollato. Dissetami e, sulle sue rovine, abbéverati, attingi da chi, come me, sono sgorgate tante lacrime. Com'è potuto tramontare questo amore in vicissitudine, in un fatto tra i fatti di passione? Non ti dimentico, poi che resa mi hai desiderosa, una bocca dal richiamo dolce e sottile, una mano verso di me protesa, la mano, attraverso le onde, tesa ad annegato, bagliore che ridà sete al nottambulo ... Dove; negli occhi tuoi, questo bagliore? (...) Dammi la inia libertà, libera le mie mani. Jo_hodato, per me non ho serbato nulla. Come le tue catene fanno sanguinare i miei polsi! Perché conservarle se neppure mi hanno protetta? Oh, attenermi a patti che tu hai violato, la prigionia soffrire, mentre è nelle mie mani il mondo! Dove il mio sguardo incontrerà un amante che mi incanti; forza in lui, e maestà, e modestia, il passo fermo, l'andatura di un angelo, tirannica la bellezza, l'alterigia dolce, profumato il fascino come la brezza in altura, • oscuro lo sguardo come i sogni serali? Dove le nostre veglie, le liti finite in bellezza e splendore? Io, amore, èuore impazzito, confusa farfalla, U desiderio ci ha mandato un messaggero, un amico che ci ha porto la coppa. mi avvicinai a te. Ha mai conosciuto amore ubriachi come noi? Quante chimere ci siamo costruite intorno! Abbiamo percorso una via illuminata dalla luna; la felicità era giunta in un balzo prima di noi. Abbiamo riso il riso di due fanciulli, insieme, e abbiamo corso tanto da oltrepassare le nostre ombre. Cosçienti siamo tornati, esaurita l'ambrosia. Ci destammo. O quanto vorrei che non ci fossimo destati, mai!( ...)

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