OMAGGIO A UMM KULTHUM LA VOCE D'ORIENTE Paolo Scarnecchia C'è una voce che rappresenta l'iconografia sonora dell 'Egitto, o ancor meglio di un Oriente che va dal Marocco alla Siria, una mezza luna di terre e paesi bagnati dall'Atlantico, dal Mediterraneo e dall'Oceano Indiano. È facile ascoltarla e non c'è bisogno di andare in qualche luogo particolare, basta sedersi in un caffè, prendere un taxi, o vagare nel sùq di una qualunque città araba. Si scoprirà rapidamente che questa voce è oggetto di culto e di venerazione, ed è presente nella vita quotidiana di milioni di persone come se il tempo non potesse scalfire la sua grana. Altre voci si sono avvicendate nel mondo della musica araba ma nessuna si è impressa nella memoria e nell'immaginario collettivo come questa. La si riconosce immediatamente per il timbro particolarmente penetrante, ma soprattutto per la vertigine che provoca; la lingua araba possiede una parola per indicare questa emozione musicale, tarab, normalmente usata per la musica religiosa. Questa voce ha incarnato per gli arabi la forza di un mito ed è per questo che ha finito per diventare la voce del popolo arabo. Il suo nome è quello di una delle figlie del Profeta, Umm Kulthùm, e la sua origine è estremamente umile, ma è proprio dalla devozione religiosa e dalla rettitudine dell'ambiente farniliare che nascono la forza e la determinazione che le consentiranno di arrivare al vertice dell'arte vocale. Forse se fosse nata in una famiglia benestante e cittadina, anziché nell'ambiente rurale di un villaggio del delta del Nilo, le sue doti vocali l'avrebbero trasformata in una delle cantanti di successo dell'\ntensa vita musicale cairota, ma non sarebbe divenuta l'idolo delle masse arabe, capace di commuovere e di inebriare gli ascoltatori durante concerti che duravano pre e ore. Il suo apprendimento musicale è piuttosto insolito, per una donna s'intende, se consideriamo che-all'età di otto anni Umm Kulthùm era già conosciuta nei vii!aggi vicini per la bellezza della sua voce: la figlia dell'imam della piccola moschea di Tamay aveva iniziato a cantare imitando il fratello maggiore Khaled, che frequentava il kuttàb (scuola coranica), per poi seguirne le orme. Vestita da ragazzino, come la protagonista del romanzo Creatura di sabbia di Tahar Ben Jelloun, con lagallabìya bianca e la kuffiya, iniziò ad accompagnare il padre e il fratello alle feste religiose dove venivano chiamati per pregare e cantare. La sua meravigliosa voce diverrà per la povera famiglia una sorta di benedizione divina, e la fama dell "'usignolo del Delta" si spargerà rapidamente in tutta la regione fino al giorno in cui il suo cantante preferito, Abu al-Alà, ascoltato tante volte sul grammofono di un'amica, non assisterà.come per magia a uno dei suoi concerti e, profondamente impressionato dalle sue qualità vocali, non l'inviterà al Cairo a studiare musica. L'incontro con il grande interprete di dawr, genere profano urbano, e con il liutista Zakaria Ahmed, che più tardi diverrà uno dei suoi compositori preferiti, si rivelerà decisivo per il futuro di Umm Kulhum (archivio Van-Leo, Il Cairo). Umm Kulthùm, che diviene l'erede musicale del migliore allievo del grande Abdou al Hamouli (1845-1901), il musicista del khedivè Ismai"l. Umm Kulthùm si trasferisce al Cairo negli anni Venti,~, all'apice di un periodo di grande fermento çulturale che aveva visto la rinascita delle arti letterarie, poetiche e musicali, la nahda. Qui la giovane paesana dotata di una voce straordinaria si trasformerà nella più prestigiosa interprete della canzone egiziana, assorbendo tutti gli insegnanti dei suoi maestri e divenendo a sua volta un'incontrastata caposcuola. Il suo stile si differenzia non soltanto nella scelta del repertorio e nell'impostazio11e della voce, ma anch~ nel modo di presentarsi agli occhi del pubblico, dal quale esige il rispetto per la propria vita privata e di non essere giudicata che per il proprio talento vocale. Così dopo aver studiato la cantillazione coranica, e gli inni e i canti religiosi, e dopo aver cantato per dieci anni senza alcun accompagnamento strumentale, (secondo l'ortodossia mussulmana le donne non dovrebbero cantare in pubblico· e gli strumenti musicali non si addicono alla musica sacra), Umm 65
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==