Linea d'ombra - anno IX - n. 57 - febbraio 1991

STORIE/GHOSH Attirano a Luxo.run numero sempre crescente di turisti. Lo scorso anno l'Egitto ha avuto circa due milioni di turisti e quasi tutti sono stati a Luxor. Molti di loro arrivano con i battelli. Andata e ritorno. alle rovine in pullman con l'aria condizionata. Pochi coraggiosi ci vanno con le carrozze a cavallo. Tutte le piccole difficoltà e i fastidi del viaggiare in Egitto sono stati elimjnati;· gli unici egiziani che i turisti incoqtrano sono le guide turistiche e i camerieri (il cui numero non è indifferente). All'esterno del tempio di Karnak c'è un grande cartello bene in vista. Salta all'occhio perché è scritto solo in arabo. Di solito i cartelli nelle zone delle rovine sono scritti in più lingue - arabo, inglese, francese e qualche volta anche in tedesco. Ma questo cartello è diverso dagli altri per più di una ragione. Contiene un elenco di regole per i visitatori egiziani: non far rumore, non arrampicarsi sui monumenti. Conclude esortandoli a comportarsi in modo appropriato alla cultura egiziana". Lo leggo attentamente. Mi fa pensare a una mia zia di Calcutta che, dopo aver visitato il santuario dei leoni nella foresta di Gir, in Gujrat, voleva indietro i suoi soldi. "Perchè", strillava all'agente di viaggi, "si limitavano a dormire, sdraiati nella polvere come lucertole. Qualcuno dovrebbe dirgli di comportarsi come leoni!" Avrei voglia di rubare il cartello, ma i sorveglianti controllano. Mi sembra un simbolo del Medio Oriente odierno: sotto terra viene ritrovato qualcosa di inestimabilmente prezioso e ci si aspetta che in superficie tutti si comportino immediatamente di conseguenza. In questo caso la conduttura non porta via niente; porta della gente, la spinge dentro a forza, rinchiusa ermeticamente. La sera, quando dal Nilo soffia una brezza fresca, la popolazione di Luxot si riunisce sulla passeggiata lungo il fiume. I battelli sono pieni di luci. Assomigliano un po' agli scomparti di vetro di un acquario: mettono bene in mostra uno spaccato di nicchia ecologica. I passanti si appoggiano alle ringhiere e stanno a guardare: c'è una coppia in luna di miele che sbircia nervosamente da dietro le tende della cabina, gente seduta al bar, un'anziana signora ben conservata che si affanna su una cyclette, i camerieri che guardano la televisione. L'ora migliore per guardare i battelli è l'ora del pranzo. I turisti in fila salgono le scale, escono dai bar, entrano in sala da pranzo. Si siedono a tavola, poi le luci vengono abbassate. Compaiono allora i "gruppi folkloristici" che indossano abiti di fustagno ricamati e danno inizio alle danze. I turisti mettono giù le posate e guardano i ballerini. I passanti si sporgono in avanti per guardare i turisti: Egiziani che guardano turist.i stranieri che guardano degli egiziani mentre ballano. Che cosa accadrebbe se si mettessero a ballare i passanti?, mi chiedo. Che cosa? Nel frattempo i battelli aiutano l'economia egiziana a stare a galla. Ma basterebbe un solo soffio ben mirato per farla affondare -qualcosa che, d'un colpo, rimandasse a casa dal Golfo un gran numero di lavoratori egiziani, mettesse fine al turismo, e bloccasse il flusso delle navi lungo il canale di Suez: qualcosa come l'invasione del Kuwait, per esempio. In compenso aumenterebbero gli aiuti occidentali .. I quattordici miliardi di debiti per gli armamenti potrebbero essere cancellati (come infatti è avvenuto). Non ci sarebbe più bisogno di 54 un'economia. _Le fantasie di potenza militare diventerebbero realtà. L'intero paese potrebbe diventare un'arma, sostenuta dall'esterno. Proprio come in lrak, per così tanti anni. III Fawzia era sulla porta della casa nuova. Mi vide mentre svoltavo l'angolo. - Nabeel non è ancora tornato, ya Amitab, - disse appena mi vide, - è ancora laggiù, in lrak, e noi stiamo qui seduti ad aspettarlo. - Avete avuto sue notizie? Una lettera? - No, niente, - disse facendomi entrare in casa. - Niente di niente. L'ultima volta che abbiamo avuto sue notizie è stato due mesi fa quando è tornato Ismail. - Ismail è tornato? - Grazie a Dio, sì, --sorrise; - e in buona salute. - Dov'è?, - chiesi, guardandomi intorno. Puoi mandarlo a chiamare? _:_ Certo, - disse. -È in casa, qui all'angolo: Non ha ancora trovato un lavoro, fa dei lavoretti qua e là, ma per la maggior parte del tempo non ha nulla da fare. Lo farò chiamare subito. Mentre aspettavo mi guardai intorno. Sembrava che qualcosa avesse interrotto i lavori della casa. L'ultima volta cheJ'avevo vista avevo avuto l'impressione che in pochi mesi sarebbe stata finita. Ma adesso, un anno e mezzo dopo, il pavimento era ancora una base di terra pressata e ghiaia. Le piastrelle non erano state piazzate, e le pareti non erano intonacate né dipinte. -Hamdul.illah al-salama, - Ismail era sulla porta, rideva e mi tendeva la mano. - Perché non sei venuto?, - mi chiese subito dopo i saluti. Ricordi il giorno in cui hai telefonato dall'America? Nabeel mi telefonò subito dopo aver parlato con te. Prese il telefono e mi chiamò sul lavoro. Mi disse che saresti venuto a trovarci. Ti abbiamo aspettato per molto tempò. Abbiamo fatto posto nella nostra stanza e abbiamo pensato a tutti i posti in cui ti avremmo portato. Ma, vuoi sapere del boss di Nabeel, il proprietario del negozio? Era veramente arrabbiato. L'idea che Nabeel avesse ricevuto una chiamata dall'America non gli è andata giù. - Perché Nabeel non è tornato con te? Che notizie hai? - Voleva tornare. Anzi pensava di farlo. Poi però ha deciso di restare ancora qualche mese, mettere da parte ancora un po' di soldi per poter finire questa casa. Vedi che è rimasta a metà - il denaro è finito. I prezzi sono cresciuti in quest'ultimo anno, tutto costa di più. - E poi, - disse Fawzia, - che cosa avrebbe fatto Nabeel qui? Guarda Ismail, se ne sta in casa, non ha un lavoro, non ha niente da fare... · Ismail diede un'alzata di spalle: - Coinunqué voleva tornare. È stato laggiù per tre anni. È anche troppo, e lo ha invecchiato. Vedendolo, capiresti quello che voglio dire. Sembra assai più vecchio, La vita .non è facile laggiù. · - Che cosa vuoi dire? - Gli irakeni, lo sai, - e fece una smorfia. - Sono selvaggi; tutti quegli anni di guerra li hanno resi uri"po' come degli animali. Ogni tanto vengono a casa in licenza e impazziscono, combattono per le strade, bevono. Gli egiziani non escono mai di sera, laggiù: se qualche iraquerio ubriaco ti incontra ti ammazza, così, e nessuno

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