Linea d'ombra - anno IX - n. 57 - febbraio 1991

d'accordo, Saddam doveva essere ucciso. Poi uno di loro aggiunse: "E che dire del nostro Uomo? Non dovrebbe esse~e il primo ad andarsene?". Ci fu un coro di approvazione: "Deve morire, l'Uomo ...";" ... e se qualcuno ha intenzione di ucciderlo, può contare su dirne". Non mi era mai successo prima, in Egitto, di sentire gente· qualunque criticare il Presidente in pubblico, di fronte ad estranei, parlare addirittura di ucciderlo, seppure solo metaforicamente. Guardai fuori dal finestrino, quasi quasi mi aspettavo che il tassista si fermasse. Ma di lì a poco anche lui parlava di uccidere: gli irakeni, gli americani, i palestinesi, gli israeliani, i sauditi ... Era come se l'intero paese fosse stato disturbato all'improvvi~ so nel sonno e fosse caduto dal letto, a pugni chiusi, inveendo selvaggiamente contro tutto e tutti. Il fatto è che si è trattato di un lungo sonno e che, nel complesso, i sogni sono stati belli. Così belli che, nel tempo del sogno, l'Egitto si è librato in volo allontanandosi dalla terra. Negli ultimi anni i principali introiti del bilancio nazionale egiziano sono state le rimesse degli emigrati, gli aiuti occidentali e il turismo. Il petrolio e i pedaggi del Canale di Suez vengono dopo, parecchio dopo. Le risorse agricole su cui la maggior parte dei paesi basano la loro economia - hanno contribuito sempre STORIE/GHOSH meno. Fino a qualche decennio fa l'Egitto produceva cibo a sufficienza per nutrirsi ed esportarne una parte. Da allora, esattamente nello stesso periodo in cui l'India e la Cina sono passate dalla dipendenza ali' autosuffcienza alimentare, l'Egitto è arrivato al punto da importare il settanta per cento del fabbisogno di cereali. Per pagare il proprio cibo ha bisogno di moneta straniera. Così il turismo è diventato un affare disperatamente serio, un questione di sopravvivenza. Ci si dà molto da fare per inventare nuovi r;nodi, sempre più fantasiosi, per aumentare le attrattive turistiche dell'Egitto. Circa un anno fa si è pensato di trasformare una città in un palcoscenico da teatro lirico. Siè deciso che Luxor, l'antica Tebe, fosse il posto giusto per ambientarvi l'Aida di Verdi. Non era cosa da poco 'trasformare una città vera e àlcune vere rovine egiziane nell 'antico Egitto di fantasia di un italiano, ma ci si misero d'impegno. Luxor ebbe nuove strade, nuovi alberghi, e chilometri e chilometri di banchine nuove di zecca sulla sponda orientale del Nilo. Oggi le banchine sono affollate di battelli, spesso in doppia o tripla fila: grandi alberghi galleggianti, su vari piani e con molteplici ponti di cabine, e poi ristoranti, bar, saune, palestre e piscine. Foto di Mormon.

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