CONFRONTI anche stati dei libri belli davvero, e alcuni molto belli. C'è stato Vamba, con Il giornalino di Gian Burrasca; almeno due racconti di"Landolfi (// principe infelice e La raganella d'oro); uno di Bontempelli (La scacchiera davanti allo specchio); Personaggi e tempeste marine di J,-orenzoViani; libri come Storia del gallo Sebastiano di Ada Gobetti e Le avventure di Barzamino di Ponchiroli; Alfonso Gatto con le poesie di Il sigaro di fuoco e Il vaporetto; la straordinaria Elsa Morante - purtroppo soltanto con alcuni racconti sul "Corriere dei piccoli" negli anni Trenta e Le straordinarie avventure di Caterina, scritto quando era ancora una ragazzetta e ripubblicato da Einaudi nel 1985 -; c'è stato Calvino; e Sergio Tofano-di cui Adelphi, dopo averne riproposto il teatro nel 1986, ha recentemente ripubblicato I éavoli a merenda e speriamo riproponga presto anche Storie di cantastorie; c'è stato Rodari. E poi ci sono i viventi, tra i quali non mancano autori di indubbio talento. Dunque non il vuoto, dopo Collodi. E però non più il capolavoro dirompente, l'invenzione geniale che s'impone su tutto, il personaggio che cammina ben oltre le proprie vicende, e cammina e cammina. E forse, almeno in un senso, questo è un po' inevitabile - e quasi mi viene da dire anche giusto. In un senso solo, però; nel senso cioè che Pinocchio era già stato scritto. In .ogni altro senso, invece, credo si possa e si debba parlare principalmente di colpa. Colpa di autori che non hanno voluto pensare a rivolgersi anche ai bambini e ragazzi; e colpa d_iautori che non sono stati capaci di farlo. Colpa del!' editoria e di una cultura che considera la produzione per ragazzi inferiore e non degna di intelligenza e attenzione. Ma soprat_tuttocolpa della scuola, che non ha mai voluto assumersi come portante la questione della lettura, privilegiandone invece la dimensione distorta e imbrigliabile. E questo perché alla scuola non interessano parole buone, forti e inventive, che aprano all'immaginare e al pensare, che richiedano tempo; alla scuola interessano parole quiete, che non turbino, che finiscano in sé, che recingano i problemi anziché porli. È per questo che esistono i "libri di lettura" e i libri per "l'ora di narrativa", progettati e scelti per assolvere un compito, per Roald Dahl in una foto di Sophie Baker e una rara immagine di Silvio D'Arzo. sgravarsi di un peso, e magari anche con il convincimento di essere "educativi" perché in questi libri non manca l'attualità. Pinocchio è un libro che non ha nulla a che fare con la scuola, come non hanno nulla a che fare con la scuola i giganti e le streghe e le bambine magiche di Dahl. Inevitabilmente, perché questi libri e questa scuola sono cose nate all'ombra di entità molto diverse - nate e.cresciute, beninteso, e soprattutto cresciute, giacché è nel corso dell'esistere che ci si svela davvero. La scuola -:- e la scuola non è solamente un'istituzione, peraltro per niente astratta anche come tale, ma è pure il portato delle singole teste che ci sono dentro, delle loro acquiescenze come delle loro, effettive o presunte, alterità - la scuola è cresciuta all'ombra di una colonna dall'armatura straordinariamenterobusta, calamiticaecalamitosa: la produzione di consenso. Pinocchio invece - e non certo altri libri di Collodi, come Minuzzolo e Giannettino, impregnati di scolasticismo e di pedagogismo benpensante, che peraltro Collodi stesso fece diventare, insieme alle Grammatiche, ai Sillabari, ai racconti di Thouar e della Baccini, strumenti per la battaglia tra i ragazzi sulla spiaggia; con il risultato che quei libri, buttati a mare perché :Pinocchio abilmente li schiva, vengono mangiati dai pesci e da questi subito risputati come intollerabilmente indigesti -, Pinocchio è qato sotto una ben diversa ombra; come anche le storie di Dahl, come L'isola del tesoro. Di quali ombre si tratti, però, io non so bene; e quindi vorrei solo fare ipotesi. E direi allora che mi sembra che siano nati all'ombra di una storia non scritta; di una storia che, proprio perché non scritta, ha potuto agire anche ben prima di essere stata pensata. Una storia non scritta, ma pensata, accennata, desiderata, da colui che ha costituito l'eccezione di cui dicevo più sopra,"colui che maggiormente si è avvicinato alla possibilità di·scrivere nella nostra lingua qualcosa che con Pinocchio reggesse il confronto: Silvio D' Arzo. Soltanto avvicinato, a quella possibilità, giacché un incantesimo perfido e crudele lo ha fermato nel 1952, quando aveva trentadue anni. D' Arzo non è soltanto l'autore di quel racconto-capolavoro che è Casa d'altri; anche altri suoi racconti sono bellissimi, e alcuni saggi sùoi sono esemplari (questi si possono leggere in Contea inglese, Sellerio 1987; quattro racconti in Casa d' altl'i e altri racconti, Einaudi 1980; e poi Essi pensano ad altro, Garzanti 1976, e Ali' insegna del "Buon Corsiero", Lombardi 1988; ma non si trova più Nostro lunedì. Racconti-Poesie-Saggi, Vallecchi 1960, contenente anche la preziosa Prefazione a "Nostro lunedì", l'unica promettentissima parte rimasta di un romanzo progettato e forse anche scritto, almeno in parte, chissà ... - un tentativo di parziale ricostruzione del romanzo, utilizzando testi pubblicati e ·inediti, è stata fatta da Anna Luce Lenzi in Nostro lunedì- di Ignoto del XX secolo, Mucchi 1986). D' Arzo ha scritto anche per i ragazzi. Due racconti, Il pinguino senza frac e Tobby in prigione, sono stati pubbliçati da Einaudi nel I 983 con il titolo del primo; altri due, Una storia così (incompiuto) e Gec, sono inediti. Questi racconti sono tutti della fine degli anni Quaranta, e dello stesso periodo è anche il lavorò migliore: Penny Wirton e sua madre, pubblicato per la prima volta da Einaudi nel 1978. Come è consistentemente· documentato dal suo epistolario con l'editore Vallecchi (S. D'Arzo,-E. Vallecchi,Carteggio 19411951, a cura di A.L. Lenzi, in "Contributi", n. 15-16, 1984), D' Arzo si era occupato di letteratura per l'infanzia fino dal 1943, quando Vallecchi gli propose - affascinato ma al tempo stesso preoccupato da "certi resultati magici della vostra prosa" - di scrivere un libro per ragazzi. Preoccupato, Vallecchi, che quei "resultati magici" potessero essere effettivamente alla portata di 41
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