Linea d'ombra - anno IX - n. 57 - febbraio 1991

CONFRONTI· te in biblioteca ci andavo per leggere dell'altro; e poi,-semmai, io allora seguivo la linea Ungaretti ... Montale mi regalò una copia del "Viesseux" con la dedica "a Vaspra", perché io allora mi firmavo così. Poi venne Alfonso Gatto, che era stato sei mesi a San Vittore, a Milano, e aveva bisogno di lavorare. Lo aiutai, e diventò il mio amico più intimo. E insomma tramite Vittorini e Gatto il mio ingresso alle Giubbe Rosse alla fine fu trionfale. Tornando alle sue letture, chè importanza hanno avuto per lei la letteratùrafrancese e quella russa? Per spiegare l'importanza, che ha avuto per me e per gli altri la letteratura francese, ·devo raccontare un episodio. Quando avevo quattordici anni lavo·ravo da un barbiere di Firenze come "ragazzo spazzola". Cliente abituale era un marchese, presidente del Circolo filologico che aveva sede vicino al negozio. Un giorno ebbi l'ardire di chiedere al marchese se potevo frequentare il corso serale di francese che si teneva al circolo ... Fu così che · imparai il francese. Potevo leggere tutto quello che m'interessava in lingua originale! In seguito cominciai a tradurre: Charles Louis Philippe, Jules Supervielle, Victor Hugo, .. Pèr quanto riguarda i russi, devo essere sincero: Tolstoj l'ho conosciuto-tardi, e non so se per conseguenza di questo o per istinto gli ho sempre preferito Dostoevskij. In Allegoria e derisione ho accennato al problema, che è poi quello di ogni generazione di scrittori, della scelta tra i due autori: io l'ho risolto a favore di Dostoevskij. C'erano altri scrittori stranieri importanti per.lei? Posso dire, per farla breve, che la mia pleiade straniera era composta dalle tre D: Dostoevsbj, Dreiser, Doblin. Erano letture comuni- al gruppo delle Giubbe Rosse che magari vi suggerivate l'un l'altro? Ma guardate che tra di noi, alle Giubbe Rosse, mica si parlava poi tanto; o meglio, con Gatto parlavo molto, con Luzi poco, con Bo niente perché mi sembrava quasi impraticabile, taceva quasi sempre, e poi ogni tanto borbottava facendo il nome di qualche autore che io nemmeno conoscevo. Anche Macri parlava di rado, ma posso dire che si pendeva dalle sue labbra. Ci pub parlare del silenzio del suo ultimo periodo? Questa domanda me l'aspetto sempre, perché ormai sono molti anni che non esce un mio libro. Effettivamente, dopo aver pubblicato Allegoria e derisione nel' 66, per i primi due o tre anni non ho fatto nulla - o meglio; ho fatto quello che si fa quando non si fa nulla: ho scritto delle poesie. Poi, in questi ultimi dieci anni mi sono rimesso al lavoro e posso dire che nel 1984 uscirà il mio nuoyo libro - anche se devo avvertirvi che ogni anno dico così per prendere un anno di tempo .... Purtroppo in questi dieci anni di lavoro mi è successo quello che non mi era mai accaduto prima: l'insoddisfazione continua della pagina che scrivevo. In altri tempi, caso mai, mi dicevo: "Scriverò meglio la prossima volta"; ma ho sempre avuto questa onestà: capire quando a un libro non potevo aggiungere altro ed era giusto pubblicarlo. Con quest'ultimo invece mi sono trovato in trappola e, cosa davvero mai . successa, l'ho già scritto tre volte. Questo è il segno o di senescenza, cosa possibile, o di una scontentezza dovuta a perfezionismo forse altrettanto deleterio. Con un luogo comune, potrei dire che il silenzio ~ stato dovuto a una pausa di riflessione e poi al non riuscire a essere persuaso verso me stesso di una cosa che avevo scritto;. altrimenti alla prima stesura, già pronta nel '70, avrei· potuto pubblicare il libro. Ora credo di esserci arrivato, e _il contenuto del nuovo libro copre un arco di tempo che va dal '45 al '75 in un ambiente diverso da quello di Allegoria e derisione, chè va dal '45 al '65. l'autore di "la s·pecieumana" ricordatoda EdgarMorin traduzione di Saverio Esposito Pochi in Italia hanno ricordato Robert Antelme, scomparso nella notte tra il 25 e il 26 ottobre scorso a Parigi, autore di La specie umana, un libro bello e terribile sull'esperienza del lager, pubblicàto nel i 947 da Gallùnard e tradotto per i "Gettoni" einaudiani diretti da Vittorini nel /954. Per molti, è anzi, con Se questo è un uomo di Primo Levi, il libro più bello e più terribile scritto su questo tema. Su "Le Monde" del •2 novembre, è apparso un breve testo su Antelme scritto da Edgar Morin. Ne riprendiamo dei brani per ricordare anche noi l'autpre di un libro indimenticabile. Robert AÌltelme, Marguerite Duras e Dionys Mascolo erano entrati insieme nella Resistenza nel movimento diretto da Franççis Mitterrand. Questo movimento si fuse con due altri, fondati nei campi di prigionia. Fu allora che conobbi Dionys Mascolo, ma fu solo dopo il suo arresto, nel giugno 1944, che scoprii Robert Antelme dalle continue preoccupazioni ed evocazioni di Dionys Mascolo e di Marguerite Duras. Era stata quest'ultima a far incontrare i due uomini, che si erano subito amati di amore fraterno. Arrestato nel giugno 1944, Robert Antelme fu spedito a Buchenwald, poi in un commando di lavori forzati a Gandersheim. La specie umana racconta l'esperien- ' za di Antelme e dei suoi compagni fino al loro esodo, guida,to da SS furiose in.fuga davanti agli eserciti alleati, l'arrivo estenuato al campo di Dachau, e finalmente la liberazione. Come tanti prigionieri liberati ali' estremo delle for.ze,Ante Ime era destinato alla morte: il campo venne infatti messo in quarantena per tifo dai liberatori americani. François Mitterrand, che era allora ministro dei prigionieri e deportati, visitò questo luogo di moribondi, passò in mezzo ai corpi abbandonati, e udì il flebile "François" lanciato da Antelme. Tornato a Parigi, avvertì Marguerite Duras e immediatamente·Mascolo e Beauchamp organizzarono una spedizione di salvataggio. Muniti dei lasciapassare del ministro, servendosi di una vecchia Citroen, quasi camuffati da ufficiali, giunsero negli ambienti "danteschi" dell'anno zero della Germania alcampo di Dachau, trovarono Antelme, lo coprirono con un cappotto da ufficiale e, tenendolo ciascuno per un braccio data la sua estrema debolezza, lo fecero evadere. Robert Antelme era fisicamente alto e robusto e pesava nocmalmente sui 90 chili. All'uscita del campo ne pesava 35 ...( ... ) La specie umana ha un carattere unico, inaudito. È un capolavoro letterario privo di ogni pretesa letteraria, è un documento in cui le parole dicono tutta la ricchezza dell'esperienza vissuta. È un'opera la cui pura.semplicità deriva dal sentimento profondo della complessità umana, poiché Antelme non ha mai perduto la coscienza che il boia che vuol strappare alla · vittima la sua qualità di uomo è anèhe lui un essere umano. È un'opera priva_ di odio, di una compassione infinita,.come solo è possibile trovarne nei grandi scrittori russi. L'esperienza della deportazione ha rivelato la vera e profonda natura di Antelme, cosa che una normale vita di intellettuale parigi- · no non avrebbe potuto fare. Quec sto gigante dall'espressione di disarmante dolcezza, dal sorriso di infinita comprensione, era divel)- tato per molti di noi una sorta di principe Myskin, dotato bensì. di una sensualità grandissima e dolce. Non era solo buono e benevolo, . aveva orrore del disprezzo, "questa piaga del mondo" come egli diceva. Soffriva di ogni umiliazione sofferta da altri, sentì sempre come un fratello ogni escluso, e fu per questo che, nel 1954,fu uno dei primi fondatori del comitato contro la guerra in Africa del Nord. Dopo La specie umana, pensò per qualche tempo di scrivere un romanzo. É sarebbe diventato scrittore se non avesse sentito che tutto sarebbe stato secondario, dopo il libro sull'esperienza suprema. Il suo rispetto per le parole, per la scrittura, perla vita gli vietarono di esprimersi, con l'eccezione di qualche breve testo tutto centrato sull'essenziale.( ... ) 35

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