presenta è: quanto ha pagato per essere invitato? Non lo sappiamo. Sappiamo che sono stati pagati otto mii iardi di dollari ali 'Egitto (cancellando tutti i suoi debiti) per averne l'appoggio. Esattamente come Hussein (con meno successo) che ha pagato durante tutti i conflitti con l'Iran, non per avere l'appoggio di qualcuno, ma perché non si appoggiasse l'Iran. Abbiamo ora altri tre conflitti .(diciassette, diciotto, diciannove) che hanno a che fare con il "divide et impera", cioè il modo in cui l'Occidente ha utilizzato i conflitti del Golfo per dividere i paesi arabi. Risulta una divisione perfetta: dalla parte dell 'Irak abbiamo Yemen, Algeria, e Libia, paesi molto popolosi. Certo una minoranza come numero di paesi, ma non una minoranza sul totale dei 200 milioni di arabi. In secondo luogo c'è la divisione creata da Israele sin dal 1838.Essa risponde alla politica, dichiarata in Parlamento da Palmerston, di dividere il mondo arabo: lasciare il problema agli Ebrei. È il motivo per cui Israele è pronto a lottare con l 'Irak fino a sacrificare l'ultimo americano. La terza divisione è la divisione-dei paesi islamici. L'ultimo conflitto (numero venti) è un conflitto teologico tra cristianesimo e islam. Prognosi 60% di probabilità di una guerra, 5-10% per una soluzione, e 30-35% è la probabilità che il tutto venga insabbiato nel deserto, che tutto sparisca nelle nebbie della storia. La guerra potrebbe svolgersi in due momenti assai diversi. Il primo è laguerra che gli USA potrebbero vincere immediatamente: quella per il controllo dello spazio aereo, con missili (lanciata dalla Turchia, dall'Arabia, e dalle portaerei della s1/stae settima flotta), satelliti e armi a raggi laser. Complessivamente possono eliminare il 90% della capacità dei missili e degli aerei dell 'Irak. Ma tutto ciò non è sufficiente: per avere il controllo dell 'Irak è necessaria una lotta casa per casa, albero per albero, una lotta molto simile al Vietnam. E come vincere questa lotta, gli stessi americani non lo sanno esattamente. C'è unmetodo, indicato dal principale generale americano, Norman Schwarzkopf, e già il nome (Testa Nera, Ndr) è indicativo: "quando attacco un nemico, lo faccio per infliggere il massimo numero possibile di vittime" (e non per infliggere il massimo danno). Una possibilità può quindi essere di bombardare tutta Baghdad. Questa è una tattica molto simile a quella attuata da Gengis Khan nel 1258 con ilmassacro di un milione di musulmani. Anche gli uomini di Saddam Hussein ipotizzano una tale possibilità e sono mentalmente preparati, ma non so se lo siano anche gli abitanti di Baghdad'. > Quindi la prognosi è molto nera: quale può essere la terapia? Una cosa curiosa è questa: da un lato possiamo ~vere il futuro più nero possibile, non soltanto per le vittime di questa guerra , ma perché sappiamo molto bene che dopo questa prima guerra ne viene una seconda, poi una terza e così via ... Infatti la prima non risolverebbe proprio niente: ci sarebbe una occupazione americana del territorio, ma non si approderebbe a nulla. ,Inoltre, se Stati Uniti, Gran Bretagna e Israele la vinceranno, avremo una pessima introduzione alla storia mondiale post-guerra fredda, che noTJ potrebbe iniziare peggio di così, con una struttura radicalizzata, con la legittimazione all'utilizzazione della violenza a una dimensione estrema. Dall'altro lato abbiamo la possibilità di trovare una soluzione, che naturalmente si chiama conferenza. Prima di esporre la teoria di questa conferenza, voglio citare i nomi dei politici che appoggiano tale soluzione: Mitterand, Edward Heats, il ministro della difesa dell'Arabia Saudita, Willy Brandt, e naturalmente Saddam IL CONTESTO Hussein. Contrari a una conferenza sono: Stati Uniti, Gran Bretagna e Israele. La Comunità Europea ha grande difficoltà a pronunciarsi in materia, e la famosa "voce unica" della CEE non dice quasi nulla. Proviamo a pensare a questa conferenza: quattro sono i principi fondamentali. In primo luogo una conferenza senza condizioni, ma con una moratoria sulle' attività belligeranti. Gli Stati Uniti dicono che non avvieranno le trattative prima che l 'Irak abbia ritirato le sue truppe, Saddam dice la stessa cosa nei loro confronti: non è questo il miglior modo per iniziare una trattativa. È importante all'interno della conferenza avere un ·massimo di problemi, come ho già.spiegato nella teoria dei conflitti. Allora si avrà una conferenza senza condizioni preliminari. In secondo luogo devono essere invitate tutte le parti interessate al conflitto della regione, compresi i Palestinesi. Si può discutere la forma del tavolo delle trattative, non necessariamente rotonda, potrebbe essere di forma amebica con una parte per i grandi e una per i piccoli, anche due stanze con la porta aperta, oppure, nel caso di porta chiusa, con comunicazione televisiva. Ci sono molte possibilità. Alla fine della guerra d'Indocina, nel '72-'73 si sono avute a Parigi conferenze con tavole di forme che non esistono nella geometria euclidea, ma forse in quella dei frattali. Condizione numero tre è che sia trattata tutta la tematica del Medio Oriente, cioè che n~ssuno sia in grado di eliminare parte del problema dalla trattativa. Condizione numero quattro: stabilire una durata di cinque anni, con un rapporto ogni mese. Naturalmente durante questi cinque anni è normale che una nazione o un gòverno dicano: "Basta, me ne vado" .Allora si lascia la sedia vacante, il posto con il nome del paese e gli altri continuano dicendo che la porta è sempre aperta qualora i rappresentanti di quel paese siano pronti a ritornare. Dov'è il modello di tutto questo? Ne ab.biamo uno molto buono ed è la conferenza durata cinque anni, dal 1970 al 1975, dal titolo "Sicurezza e cooperazione in Europa" (Csce) svoltasi a Helsinki, con due anni di preparazione e tre di svolgimento, l_apartecipazione di tutti i paesi d'Europa più Unione Sovietica, Stati Uniti e Canada, e unica assente l'Albania (per la quale esisteva comunque il posto vuoto con la scritta "Albania") e tutta quanta la tematica dell'Europa affrontata al tavolo della trattativa. Il modello quindi esiste. Qualche possibile soluzione Non è difficile immaginarsi che l'Irak ritiri le sue truppe, facendo una concessione al Kuwait, che a sua volta si dichiara pronto a ridiscutere la frontiera Nord. Il confine Nord risale al 1923, quando un colonialista inglese, sir Percy Cox, dentro una tenda e alla presenza di due re,_dell'Arabia Saudita e dell 'Irak, tracciò una linea nella sabbia dicendo che quella era la frontiera tra Irak e Kuwait. Percy Cox era il risultato della tradizione imperialistica britannica, che allora disponeva di 300.000 soldati· 13
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