IL CONTESTO milione di morti. Non credo che questo si possa calcolare, ma la cosa più importante da osservare è la facilità con cui ne parlano, come se fosse un gioco. Nel teatro europeo non abbiamo fatto questi calcoli per una ragione molto semplice: perché saremmo noi le vittime. È molto più facile parlare così del Golfo, degli Arabi, dei Musulmani, un pochino meno facile per gli americani perché hanno i l,ororagazzi proprio nel Golfo e si trovano di fronte un movimento pacifista relativamente ben sviluppato dopo soli pochi mesi. Il terzo conflitto è quello degli Stati Uniti contro i movimenti radicali in tutto il mondo. Questo è un conflitto di primaria importanza e si tratta non soltanto di Saddam Hussein, perché in Irak vi sono forse milioni di persone che sono di sinistra e soprattutto il proletariato di Bassora che sembra simile al proletariato di El Chorillo a Panama. La commissione indipendente internazionale è giunta a concludere che questa è la ragione prinç:ipaledell'invasione di Panama del 20 dicembre 1989 da parte degli USA, che hanno ucciso almeno 4.000 civili Nel successivo conflitto, il quarto, prendiamo in considerazione il sistema Malta, la nuova divisione del potere. A Yalta hanno diviso l'Europa, a Malta hanno diviso il mondo in cinque parti~ la Comunità europea che ha l'egemonia nei paesi europei e sul sistema ACP (Africa, Caraibi, Pacifico) e forse anche sull'Europa orientale; il Giappone che ha l'egemorµa sul Sud-Est asiatico; l 'Unjone Sovietica che ha l'egemonia su se stessa; la Cina anch'essa con egemonia su se stessa. Egemonia nel senso che se tu intervieni nella tua zona questo riguarda solo te, e gli altri non protestano in cambio di una reciproca non interferenza. Da parte del Giappone e della Germania si assiste a una mobilitazione per assumere questo tipo di potere e per cambiare la loro costituzione. Questi stati utilizzano la crisi del Golfo per consolidare il sistema di Malta. Il quinto conflitto riguarda l'egemone degli egemoni, ovvero gli Stati Uniti, i quali vogliono essere primus inter pares, affermare cioè che la parte principale del Mondo è nelle loro mani. Questo è il risultato della conferenza di Beker con i rappresentanti degli altri paesi sulla struttura del mondo: ribadire che il gendarme statunitense è quello principale. . Torniamo un momento sul conflitto tra Irak da un lato e Stati Uniti, Gran Bretagna e Israele dall'altro. Gli ultimi tre ha~o buone ragioni in questo conflitto: per Israele si tratta di vita o di morte, in quanto tra tutte le cose orribili che ha fattp Hussein c'è anche la minaceia di eliminare il 50% della popolazione di Israele, cioè di mettere in atto un genocidio; e sarebbe capace di farlo, come ha già dimostrato con i Kurdi. Gli USA hanno un motivo molto chiaro, non legato soltanto al conflitto del Golfo: è quellò di dimostrare al mondo chi è il più forte. La Gran Bretagna ha tre motivi altrettanto chiari: 1) è meglio essere il numero due del più forte che un semplice strµmento in un'orchestra che suona una musica scritta a Parigi; 2) la Gran Bretagna vuole vendicarsi dell 'Irak, senza il quale il Kuwait sarebbe ancora un protettorato britannico: tra il 1919 e la seconda guerra mondiale l'Irak ha combattuto con la Gran Bretagna per la propria indipendenza, e ha vinto, ma ha lasciato sul campo molto sangue umano; 3) per i conservatori inglesi la guerra può essere uno strumento per vincere le elezioni, visto che sono nuovamente in crisi. Infine Bush ha problemi economici che potrebbero essere alleviati da un conflitto. Sesto conflitto: Nord-Sud. Qui Saddam ha un certo diritto: la distribuzione della ricchezza nei sultanati è una caricatura, perfino in base ai parametri del Terzo Mondo. Se Hussein redistribuisse le ricclfezze sarebbe un problema per il Nord, che regge i propri interessi petroliferi sul mantenimento dei sultanati, piccoli gruppi legati alle famiglie reali. E la tattica di Hussein non è tanto 12 hitleriana come si vuol far credere (occupare uno stato dopo l'altro), quanto piuttosto stalinista, cioè lanciare la rivoluzione popolare in un paese sperando che essa si espanda. Il conflitto numero sette è tra USA e ÒNU: gli USA vogliono dimostrare al mondo che l'ultima parola, il massimo potere, spetta a loro e non alle Nazioni - Unite. L'ONU può lanciare le sanzioni economiche, ma questo non è niente rispetto ai metodi USA. A tale proposito andrebbe precisata la funzione del!' aereo da guerra F 117 (lo Stealth). Sembra che non sia un aereo progettato per sfuggire al radar, lo si può identificare con il radar senza vederlo, individuando la turbolenza che esso produce. Sembra invece che questo aereo sia utilizzato per trasportare armi offensive a raggi laser: e questo è esattamente la surgical strike ( operazione chirurgica) di Kissinger. L'ideale futuro sarà quello di possedere un homing device che permette di colpire direttamente Hussein con un raggio laser. Come possono fare non le,so, ma con ogni probabilità è lo stesso sistema che è stato usato nell'invasione di Panama. Questa è un arma post-guerra fredda, è la nuova arma del dominio mondiale. La crisi del Golfo si presenta come una opportunità di sperimentarla. I successivi tre conflitti (otto, nove, dieci) sono incentrati sul petrolio; la mia t(èsiè che il petrolio sia importante, ma non tanto. In primo luogo c'è un conflitto tral'Irak e gli altri paesi Opec sulle quote e sul prezzo. In secondo luogo c'è un conflitto tra produttori e consumatori: Irak e Kuwait insieme producono il 19% del petrolio del mondo, l'Arabia Saudita da sola ne produce il 25%; ma il 19% è importante. Tuttavia nel consumo degli USA il petrolio di Irak e Kuwait pesa solo per il 6%; che non è sufficiente per fare una guerra. Per il Giappone e l'Europa Occidentale siano invece al 14-15%, che è già più rilevante. E qui veniamo alla possibilità per gli USA di controllare il petrolio di Europa e Giappone, riuscendo così ad avere un'influenza ancora maggiore su questi Paesi. Dunque se gli USA invadono l'Irak, non lo lasciano se non dopo 5 o 10 anni, per controllarne il petrolio. Finora il Giappone ha avuto un accesso diretto sul petrolio di Irak · e Iran, potendo perfino giocare sul conflitto tra i due. Ci sono poi due conflitti (undici e dodici) che riguardano popoli senza stato: i Palestinesi e i Kurdi. Credo sia relativamente chiaro che nel giro di 50 anni esisteranno sia lo Stato di Palestina che lo Stato del Kurdistan; la Palestina forse prima del Duemila. Nella cultura del nostro mondo ogni nazione deve aver diritto a uno Stato. Poi vi sono quattro conflitti (tredici,' quattordici,' quindici e sedici) che hanno a che fare con una occupazione. Vi sono quattro occup~zioni in questo territorio: l'occupazione del Kqwait da parte dell 'Irak; l'occupazione della Palestina da parte di Israele; · l'occupazione del Libano da parte della Siria, e infine lo stazionamento, che secondo me tra caratter~ di occupazione, di truppe americane in Arabia Saudita. Gli aerei con le truppe USA erano già stati inviati; prima di avere l'invito, con destinazione Arabia. È molto chiaro, anche Re Hussein di Giordania ha reso pubblici i dati relativi a questo fatto. È anche relativamente chiaro che non si è trattato di un invito fino a quando Chesney, ministro della difesa USA, non si è invitato da solo. Il problema che si
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