STORIE/LIVELY proprio che ne prenderò ancora un po'," disse la madre di Charlotte. "Dài, Clarissa, tienimi compagnia." "Mio Dio!" disse il più giovane dei cugini. "Non so come fai. Io ne guadagno ottomila cinquecento e sono sempre al verde." Nicksi mise aesaminareMrs. Lavington. Gli ricordava una tartaruga che aveva avuto quando aveva dieci anni: il collo rugoso, con in cima la testa piccola che si volgeva lentamente di qua e di là. La guardava mangiare e si ricordava della tartaruga (che si eraclùamata Fred)- foglie di lattuga strappate centimetro per centimetro con ògni deciso chiudersi di mandibole cornee, di tanto in tanto il lampo di una lingua grigia. Aveva amato Fred; non gli piaceva per niente Mrs. Lavington. "Nick è come te, nonna," disse Charlotte. "È uno straordinario lettore. Ha centinaia di libri. Sparsi sul pavimento, soprattutto, di quella sua incredibile stanza. Edizi0ni economiche, naturalmente." , La vecchia lo guardò dal suo posto a capotavola. "Non sopporto le edizioni economiche. Devo sempre avere libri ben rilegati. Non sopporto di entrare nelle librerie, oggi, con tutte quelle copertine vistose che ti urlano in faccia. Io ho sempre ordinato tutto da Bumpus. Non immagino che tu abbia mai sentito nominare Bumpus." ''No." "Non esiste più. Quando ci andava mia madre, le stendevano il tappeto rosso. Il vecchio Mr. Bumpus la serviva sempre personalmente." · "Non sono andati alle stelle i libri oggigiorno?" disse una delle nuore. "I libri belli. Ho preso quell'affare di David Attenborough sulla natura l'altro giorno per Timrnie. Quindici sterline!" La testa da rettile di Mrs. Lavington si girò. "Stavo parlando di mia madre, Clarissa." La nuora, sgridata, si picchiettò le labbra con il tovagliolo. "Galsworthyuna volta disse ami amadre che la sua collezione era una delle migliori che avesse mai visto. Vi è uno Shakespeare nell'edizione Nonsuch. Non immagino che tu abbia mai visto una Shakespeare Nonsuch." "No," disse Nick, "no." "E naturalmente un gran numero di prime edizioni. Mia madre si interessava anche di letteratura moderna. Arnold Bennet le chiedeva sempre di leggere le sue opere prima della pubblicazione." "E Tennyson?" chiese Nick. Mrs. Lavington, che si era appena infilata in bocca una forchettata di cibo, masticava, guardandolo. Attorno alla tavola si sentirono dei rumorini; qualcuno si schiariva la voce, o si dedicava al cibo, si imbarcava in una nuova conversazione. Mrs. Lavington, avendo finalmente vuotato la bocca, disse: "Il crescere in una casa con una collezione eccezionale fa tutta la differenza. I libri sono il mio mondo." "La tua famiglia è molto interessata ai libri, Nick?" chiese la madre di Charlotte. Egli rifletté. L'occhio freddo di Mrs. Lavington era ancora su di lui. "Non hanno poi tanti libri. Abbiamo sempre usato molto la biblioteca pubblica," rispose. Mrs. Lavington ebbe un lampo; quasi sorrise. "Non sono mai stata in una biblioteca pubblica." I piatti furono portati via. Fu servita una crostata di mele assieme a un bricco con la panna. La conversazione si volse alla scelta delle destinazioni per le vacanze, al matrimonio di un parente, al prezzo delle apparecchiature stereo. La conversazione sembrava non essere tanto uno scambio di pareri o d'informazioni, o un procedimento secondo cui qualcuno diceva qualcosa che stimolava un'aggiunta o un commento da part~ d! qualcunaltro, quanto piuttosto tutti che dicevano quello che gli vemv a 1~mente... Il procedimento a zig-zag era particolarmente disorient3:11teD.,1quando in quando Mrs. Lavington si infilava a forza nel mezzo di_un affermazione di qualcuno con una dichiarazione, non pertinente. Nick sedeva in silenzio; non vedeva ragione di aggiungere ancora qualcosa. Quando, alla fine, tutti ebbero finito di mangiare, Mrs. Laving84 ton disse: "Dite alle ragazze di servire il caffè in biblioteca," e incominciò a far strisciare indietro la sedia; i figli, di nuovo, balzarono ad aiutarla e furono allontanati. Una volta fuori nell'ingresso, le donne salirono tutte assieme, chiaccherando. Gli uomini rimasero lì in piedi, occupati ad accendere il sigaro. Erano tutti robusti ed estremamente lindi; Nick aveva notato, durante il pranzo, le mani curate che lo circondavano, con le unghie tagliate diritte e spazzolate. Charlotte spesso gli prendeva una mano e faceva una faccia. Lo aspettava ora ai piedi della scala. "Andiamo solo un momento di sopra a incipriarci il naso. Il bagno degli uomini è quella porta là. Cosa ne pensi della nonna? Non è un personaggio?" Gli altri avevano passato · una doppia porta aperta in fondo all'anticamera. Charlotte gli si appoggiò contro e gli strofinò il viso contro il collo. "Mmm ... Ti diverti?" "Sì," disse lui, "penso proprio di poterlo dire." Lei si stava ancora strofinando; era interessante, si trovava ancora a essere inerte. Lei gli diede uno sguardo di sottecchi. "Be', è uno strano modo di metterla." Lui si allontanò. "Vado a fare pipì." Uscì dal gabinetto e si lavò in un bagno dotato con ogni abbondanza di salviette morbide e di s-aponettenuove. Entrò ilpadre di Charlotte. "Ah, Nick ... Ottimo. Il caffè è servito in biblioteca, quando hai finito. Un'occasione per te di dare uno sguardo alla famosa collezione." La biblioteca era vasta quanto il salotto; le pareti erano ricoperte di legno e di librerie a vetri.C'erano tutti, seduti qua e là su divani di pelle o appollaiati sui braccioli delle poltrone. Quando egli entrò, la madre di Charlotte stava dicendo a una delle altre signore: "Oh, no, non seriamenStudenti di Eton in una foto di Tony Ray-Jones.
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