L'ETICA DELLA TECNOLOGIA SCIENTIFICA Paul Goodman traduzione di Maria Luisa Mazzini Paul Goodman (New York 1911 - North Stratford, New Hampshire 1972)èstatounadellc figure più intelligenti e simpatiche nella storia della sinistra statunitense di questo secolo. Umanista, ma cori solida formazione economica e scientifica; pieno di curiosità per la vita dei suoi contemporanei, ma carico di indignazione per le storture delle società ricche e povere del nostro tempo,hafinìtoperdefmirsicome pensatore libertario nella grande tradizione che parte da Thoreau e dagli utopisti dello scorso secolo. Sociologo attentissimo, maestro dì morale è stato anche un eleboratore dì modelli alternativi, volendo unire alla critica la proposta. La sua originalità risiede soprattutto in questo insolito entusiasmante connubio di critica intransigenteespintaaltematìva. Il suo saggio (unpo' ìncl}ìestaeun po' pamphlet - e perfino un po' romanzo per la sua avvincente vis narrativa) su La gioventù assurda (1960, in italiano presso Einaudi 1964, ma più volte ristampato) è un testo fondamentale, anticipatore dei movimenti degli anni Sessanta e tutt'ora attualissimo. Ha scritto anche poesie e romanzi, i più notevoli dei quali, inediti da noi, sono La città imperiale del 1959, e La sostituzione del 1963, sui rapporti tra comportamenti individuali, morale sociale, e comunità "liberate". Fondamentali, secondo noi, e lo dimostreremo pubblicando presto altri suoi testi, sono le sue riflessioni su scuola ed educazione. Dì lui ha fatto un bel ritratto Susan Sontag, dichiarandosi sua amica e allieva nel 1972, in Sotto il segno di Saturno (Einaudi 1982). I La vacuità di stile della società pervade la maggior parte delle funzioni e delle istituzioni. In libri recenti ho esaminato tale vacuità di stile nei sistemi d'istruzione e in quelli di organizzazione sociale. Descriverò ora il nostro atteggiamento verso la tecnologia scienti fica e l'urbanizzazione. Fra i sociologi sta diventando consuetudine considc.'rare il progresso scientifico e tecnologico come un processo che ormai si autodetermina e determina la storia, qualcosa di simile ai "rapporti di produzione" della teoria marxista, ma ancor meno dipendente dalle scelte umane. Quali che siano le aspirazioni degli uomini, sarà lo sviluppo autonomo della tecnologia scientifica a foggiare il nostro futuro. Nelle versioni estreme di questa scuola di pensiero, la tecnologia ha già mutato l'uomo in un suo prodotto: l'uomo sarebbe cioè una particolare funzione nell 'ambito di un apparato tecnico. Jacques Ellul, per esempio, è del parere che la "società vuota" americana si possa più semplicemente definire lo sbocco inevitabile dell'alta tecnologia, ove "il lavoro implica l'assenza dell'uomo, mentre in passato ne implicava la presenza". Egli vuole dire che ormai si scelgono e si utilizzano meccanicamente alcuni 72 apporti dell '-attività fisica e mentale dell'uomo; il resto va cancellato come una interferenza. La stessa organizzazione della società imperniata sui quadri direttivi dell'economia e da questi attuata, che a mio parere esercita un 'influenza indipendente, è per Ellul una semplice funzione della tecnologia, che per sua natura standardizza, assorbe e controlla. Le controforze populiste e libertarie di cui ho parlato altrove sono, dice Ellul, nient'altro che un patetico e inefficace conato di resistenza non dissimile dalle sue stesse proteste, "opera di pochi intellettuali meschini che recalcitrano al progresso tecnico. A che serve sollevare problemi di motivazione? La tecnica esiste perché è la tecnica". Marshall MacLuhan, dell'università di Toronto, riprende lo stesso tema, anche se con minore pessimismo. Egli ritiene che lo stile tecnico della comunicazione modifichi la stessa natura della percezione e della conoscenza. Così poco importa quale messag- . gioo invito all'evasione ci giunga dal televisore né importa che le onde dell'etere siano una palestra di libero dibattito politico o vengano irregimentate dai monopoli, dato che è lo stesso mezzo elettronico a prevaricare pregiudizialmente sulla natura umana. Non serve a niente emettere giudizi di valore, e il professor MacLuhan, almeno nelle sue conferenze più disinvolte, sostiene di essere moralmente neutrale (in privato credo che sia più preoccupato). Secondo Pierre Teilhard de Chardin, invece, la nuova scienza e la tecnica rappresentano addirittura un balzo in avanti nell'evoluzione organica poiché trascendono l'umanità che finora abbiamo conosciuto. Oggi in sostanza siamo abitanti della noosfera, rete mondiale di scambio dell'informazione scientifica. Il comportamento non è più dettato dagli umori viscerali, dal conflitto fra passione e ragione che si combatte nell'individuo, dalla politica di gruppo, ma dalle decisioni di un immane spirito-intelletto. Da buon cristiano, Teilhard de Chardin è entusiasta della nuova condizione umana, permeata di amore divino. Io sono perplesso sulla natura dell'amore - si tratti di eros o di agape - che può dare un'entità che sembra identificarsi con i calcolatori elettronici, ma indubbiamente sono io che non capisco. Abbiamo dunque dinnanzi a noi tre grandi pensatori i quali concordano nel ritenere che la tecnologia scientifica si tramanda per forz~ propria e determina il futuro, anche se su questa prospettiva il giudizio diverge: il primo la considera orrenda, il secondo rimane neutrale, il terzo la benedice. Eppure la storia degli ultimi cento anni non fornisce le prove di questa autonomia della tecnologia. certamente la tecnologia scientifica ha condizionato con i suoi prodotti, processi e metodi gran parte dell'umanità e quasi tutte le funzioni umane; in vaste regioni ha creato un paesaggio artificiale ed ha alterato I' equilibrio delle specie; ha varcato i coofini del pianeta e rischia di distruggere buona parte della vita sulla terra, ma sempre, nella quantità e nella direzione del suo sviluppo, è stata al servizio di normali finali-làed esigenze umane: comodità, salute, godimento, o profitto, potere, ascesa di persone e gruppi. Non è mai stata una forza indipendente. Al contrario, si può dimostrare che negli ultimi decenni l'organizzazione della tecnologia scientifica si è generalmente allontanata dalla tradizionale autonomia della ri-
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