Linea d'ombra - anno IX - n. 56 - gennaio 1991

STORIE/MacLAVERTY Quando suonai il campànello del 14c fu Jimmy a sporgere la testa dalla finestra e a invitanni di sopra. La porta era socchiusa quandogiunsial quartopiano.Jimmy frugavanell'armadio incerca di qualcosa.Mi guardò appena. "Lui dov'è?" dissi. "Non hai sentito? È all'ospedale." "Cosa?" . "Ha pisciato nero per una settimana prima cli decidersi a farsi vede~e.Probabilmente aveva un'emorragia interna." "E grave?" "Non sanno se ce la farào no. Bastava veoere che colore aveva per capireche non ci sonomolte speranze." Jimmy continuava a rovistare fra vestiti e carte. Sollevò un reggisenonero e lo guardò. "Dove diavolo la pescava tutta questa roba da donna?" borbottò, più a se stesso che a me. "Per che cos'è che volevi vederlo?" "Giusto un saluto. E dirgli che l'articolo uscirà nel prossimo numero." "Gli farà un gran bene quello." . Sollevò un maglione all'altezza del petto, vide i buchi nelle manichee lo ributtò nell'armadio. "Volevo anche restituirgli una cosa che mi avevaprestato." "Cosa?" "C'entra con l'articolo." "Glielodarò." "Preferireiconservarlo io, se non le dispiace." "Come ti pare", disse e chiuse la porta dell'armadio. "Ma l'uomo saràmorto prima della finedella settimana." Appendice Il Gran Profondo - Ingoiatore di spade ("Rostrum", vol. 37, n. 18) L' inJervistatore ha riflelluto a lungo su/l'opportunità di includere alcune parti del seguenJe maleriale, ma si è senJito autorizzato afarlo per la ragione che rappresentano la verità. Uno scrittore, sia egli romanziere, critico o giornalista, che rinunci a mostrare il mondo così come meglio lo vede ha fallito nel suo mestiere. L'intervistatore si è recalo a casa del soggetto inLower Coyle Street, un'abitazione piccola, arredala con qualche mobile e senza pretese di ordine o gusto: una frugalità non dellata da esigenze ascetiche, bensì da povertà. Nel corso del/' inJervisla il soggeito è apparso, dapprima, nervoso - soprattutto per il fallo di parlare in presenza di un registratore - quindi, quando se nefu dimenJicalo, vivace. È rimasi o sempre scalzo e ha continualo a giocherellare con le dita dei piedi. Intervistatore: Potrebbe raccontarci qualcosa su come le è successo di intraprendere una professione così singolare? Profondo: Ègiàacceso?Va bene. Sì. Oddio, non lo so.Mi sono sempre interessati i circhi e cose del genere. Praticamente era l'wùco tipo di divertimento che avevamo quand'ero ragazzo. Intervistatore: Questo dove succedeva? Profondo: In campagna- un paesino a circa trenta miglia a sud di qui. Il circo ci capitava più o meno due volte l'anno. In estate e qualche volta a Natale. Adoravo tutto l'insieme. L'odore degli animali- le risate che si facevano.quando la mqllavano in pista. Certi tipi! Li vedevi raccogliere i soldi ali 'ingresso, e un minuto dopo erano sul trapezio. E senza neanche la rete. Ad ogni modo, ali' epoca in cui organizzarono una gara di velocità fra bevitori avevo circa sedici anni. Non volevo vincere perché temevo che mia madre venisse a saperlo - era molto severa sul bere - ma potevo buttar giù mezzo litro così. (Mima il gesto.) Come in un imbuto. Devi sapere che non ho il pomo d 'ad amo. Fu un mangiatore di fuoco a dirmelo - io credevo di essere assolutamente normale. Mi prese sotto la sua protezione e mi insegnò a ingoiare le .spade. Intervistatore: Entrò nel circo? Profondo: Non quell'anno, ma l'anno seguente. Quello era l'anno del vitello a sci zampe. E una cosa che non mi piace - il modo in cui usano questi fenomeni. Non parlo dei nani e roba simile - quelli guadagnano bene e non possono fare praticamente nient 'altro. Mi ricordo di aver pagato

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