Linea d'ombra - anno IX - n. 56 - gennaio 1991

IL GRAN PROFONDO Bernard MacLaverty traduzione di Michela Zernitz Il fiumeera così in piena per le piogge degli ultimi giorniche i montantidelponte divennerocomeprue e, per qualcheattimo,ebbi l'impressioneche il ponte, conme sopra, stesse avanzandorapidamente.Eroa talpunto inbaliaqell' illusioneche accettaiquelsuono comepartedi essa. Le sue note, acutee sentimentali,ora scomparivano sotto il fragore del traffico, ora ne emergevano in trilli e glissandi.Il desideriodi vedere lo strumentocapacedi produrreun simile rumore destò la mia curiosità. Altri dovevano aver ceduto allo stesso impulso perché un capannello di cinquanta o sessanta persone aveva fatto cerchio sulla riva sinistra del fiume - donne con borse della spesa, uomini con bambini sulle spalle,giovanotti intenti a guadagnarsi una posizionemigliore a forza di gomiti. Al centroun uomodi imponente staturaparlava ad_alta voce agitando le braccia. Mi feci più sotto e mi sollevai sulle puritedei piedi, ma ancoranon riuscivo a localizzarela fonte dellamusicache, in quel momento, improvvisamente tacque. Ora l'attenzione di tutti era inchiodata al centro, dove l'uomo gridava lanciando occhiate di fuoco.Camminavasuiciottoliapiedinudi eogni tantoruotavasuse stesso per abbracciare anche l'altra metà della folla. Per terra giacevaun lungo astuccio nero. Con un gesto svolazzantene fece scattare le serrature e spalancò il coperchio. L'interno era di peluche rosso e, dalla mia posizione arretrata, non si vedeva che questo. 1 "Non per niente mi chiamano il Gran Profondo", urlò l'uomo. Indossava una camicia scarlatta, con le maniche arrotolate e il collettoaperto,mlli càlzonipenzolanti sullecaviglienudeerano in cattivostato:deformati all'altezza delle ginocchia~ bordatiali 'inguine da grinze permanenti. I capelli grigi, lunghi fino alle spalle, erano delimitati da un'ampia calvizie cosicché il suo viso pareva oblungo,a forma d'uovo. Non avevaun bell'aspetto. · "Quel che vedrete qui oggi forse non vi sbalordirà, ma sono pronto, scommettere qualsiasi cifra che nessuno di voi vorrà ripeterlo.Vi chiedo solo la massimaattenzione." · Fu allora che scorsi, seduta presso la balaustratadel fiume,.la sagoma di un individuo che non dimostrava alcun interesse per quantoandavasvolgendosi.Dovevaprovenireda lui lamusicache avevo uditoperché in mano aveva l'archetto di un violinoe, fra le ginocchia, teneva una sega con l'impugnatura poggiata a terra e i denti rivolti verso il petto. Borbottando fra sé e sé, cominciò a riporrequesti attrezzi in un borsoneda viaggio. "Desideroche seguiateconmolta attenzionequelloche sto per mostrarvi".Il Gran Profondo si chinòsull'astuccio da cui trasse tre spade: épées. Urtandosi, le coppe metalliche dei guardamano emisero un sordo sferragliare, come di forbici.Ne lanciò una alla folla perché venisse fatta passare mentre lui incrociava e faceva cozzarele altre due, di modo che tutti udissero. "Esaminatela,signori e signore.Verificatedi personache non è unodi quei ferri che adoperano in teatro. Di quelli con le larrieche rientranonell'elsa. Nessun truccoqui, cittadini:stateper assisterea uno spettacologenuino. Beduinogenuino." Dopomolto trambustoingoiòle treépées (avevanolamesottili, terminanti in un bottoncino non più grande di una capocchia di fiammifero) e si trascinò barcollando lungo il cerchio, le mani poggiate sui fianchi e le tre coppe d'argento che spuntavanodalla bocca.Il pubblicone fu impressionato.Applaudì fragorosamentee lo incitòa proseguirecon qualcosadi ancor più temerario. Estrasse quindi quella che sembrava la scadente imitazionedi una spada, i~ tipo adatto alle comparse riprese in campi molto lung~i.Avevauna lamad'alluminiolarga~piatta ~ I' el~aacroceera di un volgaremetallo dorato.Ne prese un altra,identica_,~lef~e circolareentrambefra la folla,seguitandoaba!zellaresmci?t~~h ~ sbraitandosenza tregua sull'assenzadi trucchiesullagenum1làd1 quantostavaper rappresentare. . . "Pur chiedendovi la massimaattenzione,gradireicheteneste tuttid'occhio laLegge.Nonapprovano.Son?c~pac!dichiudereu~ occhiosui suonatoridi tromba,sugliacrobatie I ban,maquand?s1 trattadi unuomoche si cacciainunpericolomortalesullapubbhca via, allorasi comportano in tutt'altromodo." . . ., Lagentevolse immediatamenteilcapoe scorsemsuemgmla riva del fiume. "Sta' tranquillo",gli gridòunadonna. "Continuapure".· . . , Ritirò le due spade dalla follae le accostòalpetto.Divancole gambee rovesciòali' indietro 1 asuatestaovoidale_,ap'.e?,dolabocc~ con studiata e penosa lentezza.Mi veniva da dirgh: Su,avano, Bastacon i preamboli".L'uomo ingoiòentrambe le ~pade,camminò lungol'anello tenendolosguardofissoalcielo,pm,unpalmoper volta, le tirò fuori accompagnatodall'applausodellafolla. "Ed ora, signore e signori,"proclamòl'uomoconuntonodi voce che annunciava il gran finale dello spettacolo,gu~dandosi . alle spalleper assicurarsi che non fosseroin vistaqu~lh,c?meli chiamavalui, della Legge, "vi mostreròqualcosachee al d1sopra della vostraimmaginazione". Frugò nella custodia nera e ne cavò una spa~: u~a-lungae pesanteClaymore.Cercòdi fletterla,caricandoladit~~o ti suopeso con la pianta del piede scalzo,ma non ci rius~ì; p01, tmpug~atala con entrambele mani la sollevòcon un movimentorotatonoe la fece ricadere rumordsamente contro i ciottoli che sprizi.arono scintille. La tenne in equilibrio sulla punta. ~ lama_ da _sola~li arrivavafinoa dove la calviziecedevail posto ai capelh.Rimasem quella posizione affinché la folla si capacirasse_dellalun~hez~ dellaspadache avrebbe ingoiato.Allargòlebraccia.Enels1lenz10 totale che seguì si poteva distinguereil brusiodel traffico?ltreil ponte.Sollevò la spada con sforzosimulato,tenneperunatti.mola lama inequilibriosul mento,poi, liberandounamanodopoI altra, se lacalò in gola. Giù, finoali' elsa.Quandofuscomparsadeltutto la follaapplaudì.Piantato suipiedinudi,come~nunso_gno, la testa ad angolo retto rispetto al tronco, l'artista s1~ostò atto~o al cerchio e, perfino alla mia posizione discosta,giungevaI aspro sibilodel suorespiro che sfuggivaallo sbarrfil!l~ntonellagola:. Questa volta fui impressionato.Non era f1s1camenteposs1b!le che avesse ingoiato l'ultima spada - gli sarebbedovutauscrre dalle dita dei piedi. C'era sicuramente un trUCCO maapplaudii anch'io mentrerecuperavadallagolaqueicentottantacentimetrid lama. In quel momento mi sentii spingere:il piccolettocheavevo visto riporre la sega si faceva largo verso il centrodove_teseil cappelloe iniziòlacolletta.Avevoi soldiinunadelletaschemteme e avreidovutosbottonarmi il soprabito. "Non ho spiccioli", dissi. . , . . "Non sono gli spiccioli che vogliamo",rephco ti suonato~d1 sega spingendomi da parte per passare. Quandola follas1 fu dispersa io mi aggiravo ancora lì intorno. li Gran,Profon~oera occupato a sistemare tutto l'equipaggiamentonell_astucci?,e a ogni pezzo riposto spingeva all'indietro i lunghicapellie si raddrizzava.Ilsuonatoredisegarovistavanelfondode)cappello da dovecavavalemonetedi valorepiùaltoe ledisponevamcolonnine 67

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