Linea d'ombra - anno IX - n. 56 - gennaio 1991

essere più capaci di venirne fuori e finire con il dire un mare di sciocchezze. Sai, mi sento offeso, indignato, se penso che certi giovani avrebbero potuto leggere Primo Levi, per esempio, e invece hanno sprecato il loro tempo a leggereLacan. Che spreco di intelligenza umana! Quali sono i libri che andrebbero letti? Ho una vera e propria venerazione per Primo Levi. Continuo a pensare al suol sommersi e i salvati, un libro di estrema serietà e chiarezza, scritto con un linguaggio splendido che filtra anche attraverso la traduzione. E sì che Levi affronta emozioni terribili, il sentimento tremendo della disperazione che forse ha contribuito al suo suicidio; ma lo fa con una disciplina ascetica che è una meraviglia; non c'è neppure una nota falsa nelle sue pagine e questo in un mondo - tomo per un momento a quanto dicevamo prima - dove ognuno ha emozioni, ognuno ha sentimenti, dove I'autoindulgenza è la regola riguardo a t_utto, incluso l'olocausto. La sua disciplina, il suo controllo, ma anche la sua tenacia, il suo non lasciarsi mai andare, sono eccezionali. E anche la nobilissima rabbia che si intravvede nel suo lavoro, il suo puntare il dito esprimendo giudizi, sono assolutamente accurati. Ed è molto difficile combinare rabbia e accuratezza a quel livello. Quali altri autori suggeriresti? È difficile rispondere. Un uomo che ho amato, in persona e attraverso il suo lavoro, è Bruce Chatwin. Se penso a lui, prÒvo ancora un terribile senso di perdita. Siamo diventati amici soltanto negli ultimi sei anni della sua vita. Discutevamo all'infinito della Russia, perché per la Russia avevamo entrambi una vera passione. La sua biblioteca era piena di vecchie edizioni di Checov, Babel, Totstoj, e Dio sa cos'altro. E insieme parlavamo di scrivere un romanzo russo. Lui stava per scriverne uno ambientato nella comunità degli emigrati russi di New York e io gli avevo parlato del mio progetto su Asja. Sfortunatamente io sono1'.unico che ce l'ha fatta a r~alizzarlo, perché Bruce è morto. E · adesso mi sembra che ci sia un unico lettore al mondo che vorrei leggesse il mio libro e questo lettore è morto. Perché Chatwin? Perché è così immaginativo sul piano della forma e così libero e capace di muoversi in ogni direzione. Le Vie dei canti, per esempio, era fondamentalmente un pezzo di antropologia filosofica, scritto però in forma di romanzo e questo è quello che ammiro di lui. Era una specie di erudito, di collezionista del sapere, ma era stato capace di trovare una forma terribilmente eccitante da leggere e non credo di aver mai letto nessun altro scrittore inglese che avesse la sua capacità di riconsiderare e reinventare la linea che sta tra finzione e non finzione, tra romanzo e saggio. Come lui non c'è nessuno. Julian Barnes può, a tratti, far pensare a lui. Prendi per esempio Il pappagallo di Flaubert (una specie di saggio su Flaubert e anche un romanzo sull'andare alla ricerca di Flaubert) oppure Una storia del mondo in 1Ocapitoli e 112 (dove si riracconta il mito dell'arca di Noè dal punto di vista dei tarli). Sono libri incantevoli e Bames è un uomo di grande intelligenza, interessante per me soprattutto perché, di nuovo, compie con chiarezza e grande forza di INCONTRI/IGNATIEFF immaginazione il salto al di là delle linee che separano una forma dalle altre. È quello che. mi piacerebbe fare nei miei prossimi lavori. Ma non ti sembra che sia una sorta di tendenza o di moda? Pensa a quello che hafatto 0 Martin Amis con Killing Fields ... Oh, Amis ... Dalla tua reazione, mi sembra di capire cheAmis ti interessa meno e che non lo metleresti nella stessa categoria degli altri. Il·fatto è che non so cosa pensarne. È così intelligente ed è un così bravo scrittore e io sto cominciando a essere stufo di quello che scrive perché mi sembra che non faccia che ripetere lo stesso tic stilistico. Non c'è nessuno che sia come lui, di certo. E, in definitiva, tutte le sue cose mi entusiasmano e molte le posso ricordare benissimo perché continuano a farmi ridere. Ma è come vedere un certo genere di pittura violentemente postimpressionista, le facce sono caricaturizzate con nettezza, la verriice è distribuita in modo frenetico sulla tela, i volti sono tutti grotteschi, i colori sono scelti con brillàntezza, le immagini sono indimenticabili, ma dopo che lo hai fatto per dieci anni, hai voglia di vedere un 'altra immagine del volto umano. Non riesco a dirti <_lpiiù. Amis è un brillante pittore di ritratti postimpressionisti. Efantastico, ma mi piacerebbe sentirgli usare un altro registro. C'è un suo racconto breve, chiamato Bujak, che parla di un uomo incontrato a Londra, in cùi ha usato una voce più quieta e più interessante. Killing Fields a me non è piaciuto, mi ha annoiato: troppo simile a Money. Il suo talento, però, oh Dio mio!· Talento senza innocenza, comunque ... Sì, e a me forse ne piacerebbe un po' di più ... Voi due siete quasi agli antipodi ... Ma, vedi, io lo adoro. Lo invidio e invidio il suo talento. Sono invidioso del suo straordinario senso dello humor. Amis è capace di farmi piangere dalle risate. Ma naturalmente questo ha a che vedere direttamente con la mancanza assoluta di innoc~nc za. Ma forse di questo humor abbiamo bisogno ... Sì. A meno che non abbiamo qualcosa di meglio e in generale non è così ... È molto in negativo, un po' come con l'ironia: l'uso ne è diventato insopportabile, ma in mancanza di meglio ... Può andare bene. Sono d'accordo. · Perché hai deciso di stabilirti a Londra e non a New York, per esempio? Ricordati che io sono canadese e questo è importante. Con gli americani non andiamo d'accordo, ci sentiamo come se fossimo i loro fratellini minori. Loro ci trattano con condiscendenza. Noi conosciamo gli americani meglio di chiunque altro e non è che ci piacciano troppo. In più la vita culturale americana è istituzionalizzata in modi che io non riesco a tollerare. Negli Stati Uniti, per avere un qualche tipo di vita intellettuale, devi essere un professore in filosofia country & western o un emerito professore di 59

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