Linea d'ombra - anno IX - n. 56 - gennaio 1991

INCONTRI/IGNATIEFF parli. Allora conos,cevo L'interpretazione dei sogni come il palmo delle mie mani. C'è stato poi però un terzo incontro con Freud, quando ho scritto la sceneggiatura di un film breve, interpretato da Maria Schell e Paul Scofield, intitolato 1919. La sceneggiatura è stata pubblicata da Faber. Si tratta del resoconto del dialogo immaginario tra due pazienti di Freud che si incontrano nel 1919. Uno dei due somiglia all'uomo dei lupi, e l'altra somiglia al caso a cui Freud si riferisce con il nome di "omosessualità femminile". Era il mio tentativo di drammatizzare alcuni dei miei sentimenti nei confronti di Freud in quel momento e in quello scenario. Non era certo casuale che avessi scelto il caso dell'uomo dei lupi, un caso indissolubilmente legato alla cultura russo-austriaca. Pensavo infatti che uno dei problemi con Freud fosse il suo trascurare gli elementi sociali, e l'aver trascurato la realtà storica di quest'uomo poteva forse avergli reso impossibile capire che cosa gli fosse successo in q4anto essere storicamente determinato, passato attraverso la esperienza dell' esi I io e attraverso quel tipo tutto particolare di autorità c)leera possibile sotto il regime russo-austriaco. Suo padre dopo tutto era un grande proprietario terriero. Non era un padre qualsiasi: era un padre storico. Il fatto che Freud avesse trascurato questi due fattori secondo me aveva a che fare con il fallimento del . trattamento del caso. Si può altrettanto naturalmente dire che. l'uomo dei lupi era uno psicotico e che Freud non aveva un sistema per curare questi casi. Comunque l'uomo dei lupi era stato uno dei suoi fallimenti e illustrava perfettamente la mia ambivalenza verso Freud. Perché da un lato era un brillantissimo pezzo di analisi. L'analisi del sogno dell'uomo dei lupi è uno stupendo pezzo di deduzione, è come leggere il più straordinario çaso di Sherlock Holmes. ~ è sbagliato, questo è il problema. E brillante, ma sbagliato. E tendenzioso. Che cosa penso in risposta· alla tua domanda? Ho avuto qualche psicoterapia in momenti di necessità personale, ma non sono mai andato in analisi. Quello che ho preso da Freud sono alcune altre cose semplici, ma di importanza fondamentale. La mia citazione preferita da Freud è: "c'è sapere e sapere e non sono la stessa cosa". Il significato è che si può conoscere qualcosa.intellettualmente e non conoscerla con la pancia. (lgnatieff si batte.enfaticamente il ventre con la mano, come se la fisicità del gesto dovesse contribuire a rendere più persuasiva la sua affermazione Ndr). · Freud aveva capito questo, la connessione tra conoscenza; convinzione intellettuale, e convinzione emotiva, meglio di chiunque altro io conosca, perché capiva l'inconscio e in vita mia io ho conosciuto un sacco di cose che non conoscevo affatto sul piano emotiv·o. Ad esempio nella relazione con una donna o con i miei figli. Sul piano intellettuale sapevo che stavo facendo qualcosa di sbagliato ma sul piano emotivo, quello che ti rende po~sibile fare qualcosa, lì non sapevo niente. Questo è quello che ho 1~parato da Freud, ed è anche molto ovvio, e in questo è stato un hberatore,'ma ci sono altre cose che sento a proposito di Freud e cioè che il suo impero sta declinando e sta per volgere al termine. Direi che gli ultimi istanti in cui il pensiero di Freud ha generat? vera ~citazione culturale sono stati quelli dell 'incontro con li fe111mmismoe la linguistica. Adesso ho la sensazione che Freud sia finito al museo e va bene così, perché non posso 58 fare a meno di vedere che cosa sia stato fatto a molti tra i più brillanti dei miei amici. Gente che è stata tenuta in analisi per molto più tempo del necessario, tanto che il rapporto analitico era diventato un intelligente gioco di parole in cui assestarsi, una specie di mondo a parte dove entrare e rimanere per decenni. Penso semplicemente che non sia una buona cosa per la gente. Perché? Per loro o·per il resto de.lmondo? Non per il resto del mondo. Penso in particolare a una donna che è stata distrutta dalla sua analisi. Naturalmente e legittimamente si potrebbe obiettare che si sarebbe distrutta comunqùe. Quindi, non lo so. Credo che la cosa sbagliata della psicoanalisi abbia a che fare con il fatto che si è trattato di un movimento carismatico che dipendeva profondamente dall'autorità morale e dall'integrità del suo fondatore. Pochissime analisi e pochissimi analisti sono stati all'altezza del fondatore. Incoraggiano piuttosto l'autorità, amano creare una relazione infantile con i loro pazienti, amano andare avanti per sempre. Agiscono da irresponsabili, che posso dire? ' A questo punto mi piacerebbe chiederti cosa pensi di Lacan e della sua influenza o autorita intellettuale, maforse è meglio che ci teniamo l'argomento per la tua prossima visita in Italia . Penso di sì, anche se ho pochissimo da dire. L 'hÒ letto e ho trovato il suo linguaggio molto difficile da capire. Nel contesto inglese la sua è stata un'influenza tremenda sulle teste più brillanti della mia generazione, gente che ha volontariamente abbracciato l'oscurità pensando che in essa ci fosse qualcosa di profondo. Credo che Lacan abbia fatto più danni alla gente della mia età di chiunque altro ci sia in giro, anche incoraggiando un certo genere di schiavitù: "dovete entrare in questi testi e imparare a parlare soltanto questo specifico linguaggio". Se si possiede una mente molto buona, agile e indipendente, si può passare attraverso questa influenza con la testa tutta d'un pezzo, altrimenti si può s~mplicemente perderla, la testa, entrare e non Disegno di Jeon Michd Folon. r I \

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