Linea d'ombra - anno IX - n. 56 - gennaio 1991

IL CONTESTO Fiat e operai Qualche novità GadLerner Comeal solitopareva impossibilefino all'ultimo, ma come al solito anche stavolta alle ore 3,52 di una notte di dicembre il contrattodei metalmeccanici è stato firmato.Come al solitola più numerosacategoria di operai e impiegatidell'industria, quelli che lavorano di più, ha ottenuto parecchio meno di quanto viene concesso ai dipendenti pubblici, che faticano la metà. Come al solito gli industriali, reduci da un decennio di profitti alle stelle, dicono che la colpa non è loro ma del costo del lavoro. Come al solitoi sindacati allarganole braccia, dichiarandoche se non altro si è sconfitta l'ala dura del padronato. Come al solito qualche nostalgicoaveva affidato - chissà perché, visto che i rapporti di forza sono sotto gli occhi di tutti - al rinnovo contrattualele sue aspettativedi rilancio dello scontropolitico e di classe, sicché ora grida al tradimento... Malgradolemassiccemanifestazionidiprotestaprovenientida una comunitàoperaia che si è in parte ringiovanitagrazieai nuovi assunti(manifestazioniimpensabilinel corsodeglianniottanta), si puòdireche sui giornali le96oredi scioperodi unmilionee mezzo di metalmeccanicihanno fatto meno notizia dello sciopero degli agentidi cambio della Borsa di Milano, in lotta per non pagare le tasse. Ma anche questo, in fondo, è risaputo: risultandodavvero impervio, nella "civiltà della comunicazione", riconoscere un qualchevalore al lavoro manuale su cui essa si regge. Eppure ci sono due novità, dentro a questo mondo dell'industriae degli uomini che le dannovita, unmondo checambiamolto più in fretta'di quanto appaia dai suoi immutabili riti. La prima _sipuò dedurre dalla stessa trattativa fra sindacati e Federmeccanica. Al dunque, quando lo scontro è giunto al suo culmine, le due parti hanno scoperto che stavano combattendo attornoa un simbolo.D'accordo su aumenti salarialifra le 200 e le 250 milalire (di modo che la pagamedia di un-operaiopotrà forse .superareil milione e 400 mila nel giugno del '94!). D.'accordoa congelare ogni altra contrattazione articolata sul salario per i prossimi 16mesi. L'intransigenza della Federmeccanicasi manifestava invece nel rifiuto di accogliere 8 delle 16 ore in cui i sindacatisi erano rassegnati a restringere il loro obiettivo iniziale di unaben più consistente riduzione dell'orario di lavoro. Avetecapitobene: si è giunti sull'orlo dello scioperogenerale per 8 ore in più o in meno lavorate in un anno. E pensare che nell'autunno caldo del 1969 si lottava per 8 ore in 'meno alla settimana!La sproporzione fra misura reale della controversia e ampiezzadel conflitto che pareva doverne scaturire era tale, che poi in effetti .si è trovata una pezza per evitare lo sciopero. Ma nell'ostinazione con cui gli industriali rifiutavano quella riduzione d'orariopressochésimbolica(cheperaltro sarebberoingradodi recuperarea loropiacimentoattraversola sempliceimposizionedi un sabatolavorativo) è facileintravvedereuno sforzoconsapevole volto a ratificare la definitiva non ingerenza di alcuna forma di controllocollettivo sulla prestazione lavorativa subalterna. Comedire: il sindacatopuò contrattaresul salario,ma ormaiha perso il dirittoa occuparsi di com 'è organizzato il lavoroe di qual è il rapportoindividualefra ogni singolo operaio e la sua azienda. Un attaccoche, naturalmente,procede di pari passocon la profonda ignoranza che contrassegna il sindacato medesimo su tali questioni. Nel mentre ancora i mass media - ma con essi buona parte delle organizzazionidella sinistra- non riesconoad andare oltre l'identificazionedi tutti gli operai nello stereotipodeipur splenditi disegnidi Altan (vi rendeteconto che almeno tre titoli suquattro dedicati agli operai contengono la parola "Cipputi"? Con uno sforzo di fantasia pari alla qiriosità di conoscere i soggetti in questione);nel mentre-dic~o - succedeche i padroniabbiano già imparatoa distinguerel'una dal!'altra le esigenzemolteplicidi ogni tipo diverso d'operai, piegandole naturalmente ai propri interessi. Un esempio importante di ciò, è rappresentatodalla seconda novitàchemeritadi esserecommentata.Per laverità,si trattadi una notiziabenpiù rilevanteper il tessutosocialeitalianodi quantonon lo sia la firma del contrattodei metalmeccanici.Parlo dell'annunciodellaFiat, che apriràun nuovo grande stabilimentoautomobilistico a Melfi (Potenza) e amplierà l'impianto di Pratola Serra (Avellino) fino a creare 8.300 nuovi posti di lavoro al Sud. (Neancheil più estremistadei sindacalisti avrebbeosato chiedere tantoalla sua principale controparte.)Che investirà 5 mila miliardi,mausufruirànaturalmentedi formidabilifinanziamentipubblici e sgravi fiscali. Primaancoradi addentrarcinelleconseguenzediun taleevento annunciato,mipremeunaconsiderazionepiùgeneralesulrapporto fra Nord e Sud Italia cui l'iniziativa Fiat indirettamente allude. Mentre politici e opinion leaders si prodigano nell'indicarci la crescita del divario fra Settentrione e Meridione, io ho spesso l'impressione che Nord e Sud si somiglino sempre di più. E che Fotodi J. A. Povlovsky(Sygmo/G. Neri).,

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