Linea d'ombra - anno IX - n. 56 - gennaio 1991

Cominciamo dalla fine. Nelle ultime righe de "La prima guerra del football" lei cita Moby Dick e Me/ville. Grida Achab: "Barra sopravento! Raddrizzala per il giro del mondo!". Ismaele allora pensa: "Il giro del mondo; ma dove conduce tutta questa circumnavigazione? Soltanto, attraverso innumerevoli pericoli, à quello stesso punto donde si è partiti, dove quelli che abbiamo lasciato indietro al sicuro so,w stati avanti a noi tutto il tempo". Ismaele continua a navigare. È l'avventura per l'avventura, come scrive Stevenson attraverso il signor Trelawney: "Prua verso il mare. Al diavolo il tesoro", o è qualcosa d'altro a muovere incessantemente Kapuscinski? Sì, c'è una contraddizione tra il desiderio di muoversi, di conoscere, di sapere di altri mondi e la conclusione che in fondo non era necessario tanto girare, che dopo tanti viaggi si arriva alla medesima scoperta che hanno fatto quelli che non si sono mai mossi. Mi ricordo la frase di Confucio: tutto quel che c,'è da vedere lo possiamo trovare nell'anima di ciascuno. Ma credo che si giri attorno al mondo proprio per giungere alla conferma che.quelli che vivono dall'altra parte sono come noi. In fondo tutto il mio scrivere e tutto il mio viaggiare hanno avuto per me lo scopo di rappresentare con più forza, con maggior senso che l'umanità, nelle sue divisioni, è una sola. Da dove è partito, Kapuscinski ? Sono nato in uno dei posti più poveri dell'Europa prima dell'ultima guerra, nel 1932. Un paese lontano e dimenticato che si chiama Pinsk, che allora apparteneva alla Polonia e che ora si trova in Bielorussia. I mieigenitori erano maestri elementari, poveri naturalmente ..Sono nato nella povertà e ho conti nuato a vivere nella povertà. È la condizione che conosco meglio. Per questo ho tanta familiarità ovunque in giro per il mondo con i luoghi della povertà. Durante la guerra ho visto il peggio, la farrie e la paura, le minacce continue, le privazioni, i tedeschi. Con la famiglia ero sempre in movimento. Dovevamo muoverci per sfuggire ai nazisti. Il movimento mi è rimasto nel cuore. Dopo la guerra le cose non sono poi molto cambiate per noi. Mi sono sentito solo un po' straniero, un emigrante, perché quando sono arrivato a Varsavia il mio paese stava dall'altl-a parte della frontiera. Solo che ormai non ci si poteva tanto più muovere. Il regime stalinista impediva i viaggi. La liberalizzazione è cominciata nel!' ottobre del '56. A quell 'epoca lavoravo per il giornale dell'organizzazione giovanile del partito, "Bandiere della gioventù". Chiesi di andarmene via. E così ebbi il mio primo incarico all'estero. Visitai l'India, il Pakistan e l' Afganistan. Da allora sono passati trent'anni e ho attraversato tutto il Terzo Mondo, tanto che alla fine per mc la Polonia e l'Europa sono un continente straniero. Posso dire di essere diventato un giornalista specializzato nel Terzo Mondo e posso dirmi fortunato perché sono stato testimone della nascita del Terzo Mondo, perché sono stato il cronista di un evento storico che non ha avuto paragoni nella storia dell' umanità. Non era mai successo nulla di sirnile prima: continenti interi che tentavano di riscattarsi dopo l'epoca delle colonie. A INCONTRI/KAPUSCINSKI lumumba prima della morie (gennaio 1961 ). questa vicenda ho dedicato trent'anni . della mia vita, venti dei quali trascorsi in quei paesi. Lavoravo per _l'agenzia di stampa polacca ed anche questo ha rappresentato per me una fortuna, perché l'agenzia era povera e non poteva spedire giornalisti ovunque. C'ero solo io e dovevo coprire tutto io. Da un con- tinente all'altro ... Sono stato un testimone .... Perché insiste tanto sul termine testimone? In fondo altri come lei hanno assistito a quei fatti ... All'estero, da una parte o dall'altra ho conosciuto molte persone, giornalisti che si occupavano di un paese o dell'altro oppure che arrivavano per scrivere di un determinato avvenimento. Alcuni bravissimi. Ricordo Lecoutoure, grandissimo giornalista francese, corrispondente di Le Monde, intelligente e appassionato. È rimasto in Africa per una decina di anni. Ma poi è tornato in Francia, è diventato direttore di una casa editrice e il suo rapporto con l'Africa è finito. Una parentesi nella sua vita. Per me è avvenuto tutto in modo integralmente di-verso.Volevo seri vere del Terzo Mondo, del!' Africa, del!' Asia, dell'America Latina e in quelle terre ho vissuto ininterrottamente per .vent'anni. Ho cominciato ad interessarmene dalla conferenza di Bandung del 1955 e non ho mai smesso di occuparmene. Avevo l'ambizione di abbracciare nella mia esperienza un intero periodo storico, per tentare analisi e confronti, per rintracciare i segnali di una prospettiva. Rispetto a Lecoutourc e agli altri il mio punto di vista è mutato. Ho vissuto quelle rivoluzioni, come ne fossi stato uno dei tanti ignoti e comuni protagonisti. Ne sono stato coinvolto. Loro in fondo sono sempre rimasti visitatori occasionali .... Da giornalista a scrittore. Come è avvenuto? L'unico modo per mc di assistere a queste vicende era lavorare per una azienda che avesse i soldi per mandarmi in Africa o in Asia. Viaggiare costa moltissimo. Non c'era altro modo per realizzare il mio sogno che lavorare in una azienda di quel tipo, nel ca.soparticolare che mi è toccato in una agenzia di stampa. Così ho potuto portare a termine il mio programma .... 53

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