Linea d'ombra - anno IX - n. 56 - gennaio 1991

CONFRONTI inconcludenti, con l'aggravio d'un farraginoso apparato di dotte storielle parallele. · Personalità di grande lucidità e simpatia è Manuel Vazquez Montalban, commentatore politico e di costume dotato di sagacia e di unghie, autore di saggi sui mezzi di comunicazione e creatore della popolare serie gialla del bislacco detective gastronomo Pepe . Carvalho. Di essa sono apparsi in Italia: Un delitto per Pepe Carvalho (Editori Riuniti 1982, purtroppo esaurito), Assassinio al Comitato Centrale (Selleria 1984) e Gli uccelli di Bangkok (Feltrinelli 1990). Ma Vazquez Montalban ha scritto anche importanti opere in presa diretta, come il recentissimo GaUndez (1990), incentrato sul fallimento dei tentativi di far luce sul sequestro, tortura e assassinio nel 1956 di un rappresentante del governo basco in esilio. Ultimi arrivi La Storia di un idiota narrata da lui stesso o il contenuto della felicità di Félix de Azua (Guanda 1990; l'esemplare traduzione si deve a una finissima conoscitrice della narrativa spagnola contemporanea) è un romanzo di formazione in cui l'io protagonista passa attraverso infanzia, educazione religiosa, scoperta del sesa ·so, servizio militare, lavoro in campo editoriale. Ne risulta un fededegno ritratto della generazione, di classe sociale media e velleità intellettuali, giunta all'età adulta subito prima del cambio di i;egime. La risonanza òel libro si spiega forse proprio con sarcasmi e.ammicchi che al lettore estraneo in parte sfuggono, ma è difficile evitare I '-impressione di imbarazzo quando l'autore calca la mano su luoghi comuni in veste filosofica, militante professione d'inettitudine, autoironia e altri esorcismi privati. Azua resta più interessante come saggista, vedi il recenteAprendizaje de la decepci6n (1989), e come poeta. Jesus Ferreroaveva stupito conBélver Yin (1981), affascinante storia di due gemelli di sesso opposto, che per fondersi come yin · e yang attraversano un labirinto di schiavitù, potere, iniziazioni e vendette in una Cina anni Trenta misteriosa e crudele, tra Corto Maltese e Bataille. Il ritmo impassibile, con la calcolata ieraticità d'una spirale d'incenso, e l'eleganza sottile della lingua ne facevano un esordio smagliante. Mal 'autore sembra inspiegabilmente passato a disincantati romanzi di pronta beva con solo qualche sprazzo del talento che lasciava presagire (il meno gracile è stato tradotto come La legge è un bacio nero, Leonardo 1990). Se devo scegliere un giovane da additare senza esitazione, è Antonio Mi.JfiozMolina, specie per il romanzo El invierno en Lisboa (1987), con la sua Spagna piovosa e inedita, le note di jazz che accompagnano ogni pagina, la straziante percezione dell'amore e un complotto internazionale gestito con sorridente distacco, senza prendersi .troppo sul serio. Nel seguente Beltenebr6s (1989) si narra del rientro d'un esiliato, durante gli anni feroci della dittatura, per eliminare un traditore. C'è la donna fatale, una cadente sala cinematografica in cui si consuma buona parte del1'azione, una sete di vendetta dall'aroma arcaico. Ma non si tratta tanto, o non solo, di omaggi al genere nero e ai suoi ingredienti filmici e musicali. Della letteratura poliziesca a Mufioz Molina interessa la "perfetta metafora narrativa della conoscenza e della morte", con la poderosa costruzione che la regge, eccellente antidoto contro la tendenza al disordine, Il resto lo fa un protagonista ben disegnato. Tra gli autori già in possesso di maturità espressiva, i più apprezzati sono Juan José Millas, Javier Marias, Soledad Puértolas, José Maria Guelbenzu e Francisco Umbral. Da noi è arrivato Enrique Vila-Matas, con la divertente e arguta St9ria abbreviata della letteratura portatile (Sellerie 1989), comico-colta divaga-· zione dal fresco brio dadaista su segrete cospirazioni mezze vere e mezze no degli scapestrati artisti anni Venti. Ed è stato presentato Alvaro Pombo, con il romanzo L'eroe delle mansarde di 30 Mansard(Garzanti 1987). Le doti di Pombo brillano per medi più nei misurati Relatos sobre la/alta <f.seustancia (1984), ma vorrei menzionare qui un altro narratore, rivelatosi anche lui tardi e imperiosamente, Luis Mateo Diez, che nel mirabile romanzo La · fuente de la edad (1986) rievoca con candida ironia la penosa mediocrità provinciale ai tempi del franchismo . L'attualità letteraria è poi fatta anche di esordi sonori, come quello di LuisLandero,conJuegos de la edad tard[a (1990),dove· un impiegato grigio e represso e un anziano esiliato deluso si coalizzano per creare il personaggio che nessuno di loro è mai stato (trionfatore, seduttore, poeta) e che, ospitato nel corpo del primo, cresce alimentato dai due appassiti Sancio, tutti presi a diventare un fatuo Chisciotte dei nostri tempi. O come quello di Pedro Sorela, che in Aire de Mar en Gador (1989) mostra una cospicua abilità nel forgiare personaggi gestendo gli spazi chiusi d'una vicenda astratta ma non troppo, nonché momenti di gustosa satira dell'ambiente giornalistico. E il pubblico si emoziona per le ultime prodezze di an_ziani stimati leoni come José Luis Sampedro (classe 1917), che ha appena dato alle stampe il lunghissimo romanzo erotico-bizantino, tra Moravia e Malerba, La vieja sirena (1990) e ancora Gonzalo Torrente Ballester (nato nel 1910), già autore del più compiuto romanzo del gusto sperimentale, La saga/fuga de J.B. (1972), e di vari deliziosi testi fantaeruditi, tornato su terreni più tradizionali con Filomeno, ami pesar (1988), romanzo alquanto prolisso, ma scritto con consumata destrezza. L'episodio che personalmente mi ha più coinvolto è l'ultimo dei rari libri di Juan Eduardo Zufiiga, che dopo Largo noviembre de Madrid (1980), un pugno di spettrali racconti sulle retrovie della capitale a'>sediata, in La tierra sèra un parafso (1989) affronta il tetro dopoguerra dal punto di vista dei vinti, semiclandestini e disorientati, che cercano ragioni e modi di sopravvivenza, di rinascita. È uno sforzo oggi come oggi controcorrente di dar conto, con rinnovato zelo critico, di quell'epoca, da cui traspare (inmodo ora ferito, ora coperto dalle volute barocche del linguaggio, ora scopertamente elegiaco) un'inguàribile ansia di libertà. Scrittura al femminile Il numero delle scrittrici (che in Spagna com'è noto non sono mai mancate, e ad altissimi livelli) cresce in quantità e qualità. Da noi si può leggere Il Sud e Bene (Guanda 1988), esordio di Adelaida Garcia Morales, autrice dalla cifra tipicamente epistolare (è sempre un destinatario a polarizzare il discorso), che coniuga tenerezza e angoscia in due narrazioni dove un io infantile-adolescenziale femminile ricostruisce, dopo la loro scomparsa, il proprio rapporto con le figure del padre e del fratello. Le prime due raccolte di racconti di CristinaFemandez <:;ubas sono state riunite in Mia sorella Elba (Sugarco 1989). Si tratta di un mondo poetico caratterizzato dalla contiguità di concretoabitudinario e prodigioso-inquietante. Le storie scaturiscono da un dettaglio che provoca attrito tra questi due livelli (un' inesistente villaggio natale, a lungo esorcizzato e poi accolto come diritto alla follia in Le soffitte di Brumai, un pendolo intruso che sconvolge una tranquilla famigliola in L'orologio di Bagdad, la lingua deviante coniata per un bimbo malato in La finestra del giardino, le inspiegabili capacità d'una sorellina ritardata, persa lasciando l'infanzia, in Mia sorella Elba). Rosa Montenero, giornalista dal caparbio impegno, viene etichettata, le piaccia o meno, come penna femminista. I suoi romanzi recenti, da Te trataré corno una reina (1983) a Temblor (1990), sono lodati o attaccati proprio per l'abilità di disseziÒne sociologica, che la fa ruvida,.ma mordente. Un buon esempio è Arnad.oamo (1988), storia del fallimento dell'individuo inghiottito nel tritacarne d'una impresa multinazionale, dove restare a

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