Linea d'ombra - anno VIII - n. 55 - dicembre 1990

mo vissuto minuti di ansiosa trepidazione in una-barca a remi nel punto più vicino al sottomarino in cui la Guardia costiera ci ha permesso di restare. Proprio pochi minuti prima di trasmettere, l'immensa campana ha rotto la superficie dell'acqua ... Gli uomini a bordo del "Falcone'.' stanno ora facendo manovre per riportarla con una lunga pertica verso la prua della nave. Adesso sembrano averla messa nella posizione desiderata; due uomini siedono a cavalcioni sulla campana: lavorano sul portello nel tentativo di svitare i bulloni che tengono il boccaporto bloccato contro il mare per la tremenda pressione dell'acqua a ouanta metri di profondità. "Uno degli uomini si sta alzando dalla posizione accosciata, e gli uomini a bordo della nave di salvataggio si. sporgono allungandosi verso di loro." Il sottomarino "Squalo" aveva cominciato a incamerare acqua da una valvola d'induzione rimasta aperta cd era affondato da qualche parte nell'Atlantico. Le operazioni di salvataggio dirette da un gruppo di ingegneri navali, erano lente e incerte, e il sottomarino si stava gradualmente riempiendo d'acqua. Cavi, conche idrauliche, zavorre d'acqua, coppe di suzione, cambi di pressione d'aria. Solo pochi uomini per volta potevano salire sulla campana. Come faranno ogni volta a decidere chi dovrà essere il primo a salire? Ci saranno alcuni più pazienti, pronti a scommettere sulla tecnologia navale e a dare la precedenza agli altri. Altri invece staranno lottando per guadagnarsi un angolo nella barca a campana mentre compie il suo lento viaggio dal "maiale" della Marina Militare alla nave d,i salvataggio. Un cavo potrebbe aggrovigliarsi e spezzarsi a soli venticinque metri dalla superficie. Dentro ci sono uomini intrappolati da ogni parte, con l'ossigeno che sta per finire, e l'acqua che comincia a penetrare. L'oceano ha il potere inesorabile della maggioranza. Non puoi dirgli di fare una pausa e di tornare dopo venti minuti. " ...Il portello della campana si è aperto. Adesso stanno scendendo nella campana ... ed ecco la testa del primo uomo a bordo" (Columbia Broadcasting Services, 1939). Andando pacatamente su tutte le furie, sapendo che il mare non era certo in attesa dell'ingegnosa e tardiva invenzione degli ingegneri navali, se fossi stata giù nello "Squalo" avrei pazientato, ma quello che ritenevo un comportamento eroico e generoso avrebbe davvero prevalso sull'ansia di risalire a galla? Lentamente, una cabina dietro l'altra, tulli i reparti del sottomarino si stavano riempiendo d'acqua. Non volevo pensare ali 'ultimo uomo rimasto in attesa della campana di salvataggio in una solitudine né indolente né desiderata. Una trasmittente radio a onde corte che opera a 2190 chilocicli rende possibile questa trasmissione. Spesso mi sembra inutile lasciare "Sherwood Arms", e se non fosse per l'affitto me ne starei qui intrappolata, lasciando ·altruisticamente e autolesionisticamente che siano prima gli altri a entrare nella campana di salvataggio. 5. Al lavoro e in partenza Talvolta ho pensato che gli attori della casa di fronte mi stessero imitando, per quanto non avessero affallo l'aria di osservare nessun altro al di fuori di loro. Certe volte in cui ero uscita a cercar lavoro, tornando a casa, li avevo trovati vestiti nei panni di minatori e contadini. A meno che non stessero preparandosi per un altro spettacolo, ero sicura che non avrebbero mai potuto fare mestieri come quelli nel bel mezzo di New York. I miei vicini erano attori veri. Voglio dire che, a quanto STORIE/DAITCH potessi giudicare, avevano l'aria di guadagnarsi da vivere in quel modo senza dover cercare altri lavori. Non li avevo mai visti far la fila per il rancio di quartiere o vendere i loro oggetti personali per la strada. Una sera dopo aver finito di riempire i moduli che sapevo non mi avrebbero mai portato a nessuna occupazione, riuscii a infilarmi in un cinema dove davano Confessioni dal vero. Carole Lombard faceva la parte di una scrittrice il cui marito, Fred MacMurray, era un avvocato molto onesto e scrupoloso, ragion per cui facevano la fame. Lui non voleva che la moglie lavorasse, ma lei un giorno sgusciò fuori di casa e andò a fare un colloquio per un lavoro. Il lavoro implicava il fatto di "essere carina" con un uomo ricco che viveva in un castello. E sentirsi dire da lui: "Vieni a sederti più vicina, scrivi sotto dettatura, seduta qui sulle mie ginocchia". Lei scappò di casa ma proprio in quel frattempo qualcuno uccise il facoltoso cascamorto, e CaroleLombard venne imputata per l'omicidio. Il caso sembrava disperato. Il marito non capì che lei era innocente e la difese con l'attenuante della legittima difesa. L'equivoco cominciò a prender piede. Facendo leva su di esso, tutti i sogni di successo della donna cominciarono a realizzarsi. Un membro ubriaco della giuria popolare le disse che ormai per l'omicidio era fregata. E che sapeva quel che diceva. Erano anni che assisteva a processi, come uno scarafaggio che gode abitualmente dei litigi altrui. Lei venne assolta, scrisse un libro sul processo, divenne famosa, e fece giri di conferenze. Di conseguenza, ognuno fece a gara per pubblicare i suoi racconti. Personalmente non conoscevo nessuno che fosse così ricco o la cui vita fosse un obiettivo talmente ambito che ogni forma di rapporto avessi mai avuto col suo assassinio avrebbe potuto assicurarmi un contratto con una casa editrice. Ogni volta che Carole Lombard aveva un 'idea spingeva la lingua contro la guancia e sotto la pelle la si notava. L'attrice si rigirava la pistola giocattolo tra le dita e teneva in equilibrio un bicchiere sullo stomaco mentre era distesa su un divano. Ero a luci spente, con gli abiti sistemati su una sedia come se vi stesse seduta una persona molto piatta. L'attore si aggiustava la cravatta allo specchio. Sembrava in procinto di andarsene. ma non usciva. Si trascinò fino a una poltrona. Riuscivo a vedere bicchieri vuoti sparsi un po' dappertutto. In tutta onestà, da tempo i due si comportavano come se fossero soggetti ad attacchi di narcolessia. Forse erano disoccupati, o si riposavano tra una prova e l'altra, oppure non gli importava più niente di recitare. Mi misi a sedere nel mio appartamento con l'Uomo Mascherato, Ming il Crudele e la radio come se non ci fosse un domani, ma poi ebbi modo di entrare in ansia. Gli attori del palazzo di fronte cominciarono a smontare i loro mobili. A momenti sembrava che stessero facendo i bagagli, poi disfacevano tutto, erimettevano di nuovo gli scatoloni accanto alla porta. Non avevo alcun modo di capire se fossero stati sfrattati, se stesserò cambiando casa, oppure se stavano solo partendo per un viaggio. Nel riquadro successivo fuggirono, come Dale Arden, all'ultimo minuto. Susan Daitch (New Haven, Connecticut 1954) vive a New York dove insegna e scrive. Ha scritto due romanzi: L.C. ambientato al tempo della rivoluzione francese (1986) e The Colorist (1990), e vari racconti pubblicati su riviste. 93

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