Linea d'ombra - anno VIII - n. 55 - dicembre 1990

in casa propria e che non valeva la pena di andare in giro, a vagabondare, senza una meta precisa. Il secondo ritornò fuori di senno e muto, e non era, quindi, in grado di riferire qualcosa. Invecchiato, il suo volto non rivelava altro segno che la fuga della gioventù. Né sorriso, né pianto. Il terzo cavaliere, che si era diretto al nord, ritornò soddisfatto. Descrisse gli usi dei paesi remoti. Poi parlò del modo migliore di legiferare e diede consigli affinché tutti si adeguassero a quei costumi e li mettessero in pratica. Il popolo sospettava qualcosa di losco ma, come lui aveva detto, non restava altra soluzione che quella di adottare gli usi foranei anche se, secondo l'opinione di certuni, erano esecrabili. Con inganni e fellonie, valendosi di lusinghe e di crimini, conquistò il potere. Schiacciò senza pietà tutti quelli nei quali vedeva dei possibili rivali. Dopo aver assassinato il precedente governatore, diffuse un terribile proclama nel quale annunciava che a partire da quel momento dava inizio a un'era di grandezza .. Il giorno dopo, proibì, mediante decreto, che si attraversassero le frontiere del regno e ordinò, benché ciò costituisse un attentato alla tradizione, Che fine ha fatto Henry Bengoa? Clù è ---'-chi era - Henry Bengoa? A dare la duplice risposta a queste domande sarà l'inventario degli oggetti trovati nel suo appartamento ad Amburgo, ultimo domicilio noto. È lì che, preoccupati per la mancanza di notizie recenti, si recano alcuni suoi amici. Sono venuti dalla Spagna, hanno attraversato in treno mezza Europa, per cercarlo n!!llanordica città tèdesca, temendo il peggio, oppressi da oscuri presentimenti, memori delle profonde inquietudini esistenziali- al limite della patologia-, che da tempo lo turbavano. L'inventario delle sue cose, abbandonate in un quotidiano disordine, servirà a ricostruire a poco a poco i tratti essenziali dell 'irrequieta personalità di Henry e, al tempo stesso, a fornire esili quanto inequivocabili indizi sulla sua misteriosa scomparsa. Personalità e destino di Henry si intrecciano nell'elenco degli oggetti rinvenuti e rigorosamente - dolorosamente - registrati. Frammenti di scritti, lettere incompiute, numeri telefonici, poesie, testt di canzoni, disvelano via via il dramma di una giovane vita: insoddisfazione, nevrosi, leggerezza e, non ultimo, il Caso; ma anche l'esangue smania di un'illusione. d'amore, la vertigine della parola poetica ostinatamente negata, la sempre presente fascinazione_dcli' idea della morte. E ancora il Caso. Personalità e destino, in questo scarno ed essenziale inventario, come scarna ed essenziale è la traccia che Henry ha lasciato di sé. Quel poco che sappiamo di lui - quel tanto che si intuisce daIl 'inventario -ci riporta indietro nel tempo, agli anni di piombo che, li si voglia o meno dimenticare, o rimuovere o mistificare, ci appartengono, come ci appartiene la vita e il tempo che l'ha segnata. Nella pièce teatrale di Bernardo Atxaga, le logore parole che etichettano quegli anni non vengono mai pronunciate. Il crudo realismo di quel presente, ormai lontano, tende a sfumare nell'atemporalità della fiaba, per dare a Henry Bengoa lnventarium il valore di una parabola: la parabola della diaspora di una generazione. E mentre i contorni temporali della vicenda di Henry Bcngoa si dilatano nell'universalità della parabola, quelli spaziali sembrano offrire anc_heun'altra lettura, più delimitata. In questa luce, Amburgo appare un traslato, un tropo e, in de.fini- · tiva un pretesto. Il territorio che segna la fine di Henry Bengoa viene a coincidere con il territorio basco: perchè Henry Bcngoa è basco, e perchè il suo spirito irrequieto rappresènta la lacerata componente irrazionale - e perdutamente romantica - dell'animo basco. E perché non va dimenticato che in Spagna, nella Spagna degli anni STORIE/ATXAGA che in futuro non si inviassero più paladini nella direzione dei quattro punti cardinali. Il paladino che era partito verso il sud non fece mai ritorno. E, alla terza pagina del quaderno di Henry, un altro racconto: IL SERVO DEL RICCO MERCANTE C'era una volta, nella città di Bagdad, un giovane servitore di un ricco mercante. Un giorno, di prima mattina, il servo se ne andò al mercato per fare la spesa. Ma quella mattina non fu come le altre, perché quella mattina il servo vide la Morte;e perché la Morte gli fece un cenno. Terrorizzato, il servo rientrò a casa del mercante. - Padrone - gli disse-, dammi il cavallo più veloce che hai. Stanotte voglio essere il più distante possibile da Bagdad: Stanotte voglio trovarmi nella remota città di lspahan. - Ma perché vuoi fuggire? - Perché al mercato ho visto la Morte e mi ha fatto un cenno di minaccia. Sellanta cui fa riferimento lapièce, il terrorismo aveva una connotazione unica e un'area specifica nella quale germinare e riprodursi: i Paesi Baschi. E se il terrorismo aveva lì le sue radici, lì, al suo furore faceva riscontro il furore della repressione incondizionata e truculenta della dittatura al tramonto: proprio lì, in quell'area circoscritta, dove solo parlare basco era una colpa e una provocazione; dove era stato demandato ai roghi il compito di annientare una cultura, e dove poteva accadere, e non era un fatto eccezionale, che qualcuno si dovesse chiedere che fine avesse fatto un amico ·scomparso. Lì, dove - quotidiano - il Caso determinava il destino di una vita. In questa luce, infine, l'inquietante vicenda di Henry Bcngoa può essere letta come la parobola di un destino segnato. (S. P. di c:) 1/enry Bengoa lnventarium venne messo in scena - letto e cantato in basco - dal gruppo Emak Bakia Baita negli anni 19861987. In Euskadi, il totale delle rappresentazioni superò la cinquantina. Il gruppo è formato dal cantante Ruper Ordorika e dagli scrittori Bernardo Atxaga e José Maria lturralde, con la collaborazione saltuaria dei musicisti Alberto e Nando dc la Casa. Testi intercalati nell'inventario: - Si è nascosto il sole di Ruper Ordorika. - Chiedete dove di Joseba Sarrionandia. - Una nave di Ferdinando Pessoa. - H ung up di fohn Martyn. -la città di Costantinos Kavafis. - Mi chiamo Mary larulford di Mary Landford. -- The Age of Self di Robert Wyatt. - Quattro cavalieri di José Maria Iturralde. - Il servo del ricco mercante, racconto arabo. -Ana Juanixe, canzone tradizionale basca. - Diario del Capitano Scott (dal libro di E. Zweig Momentos estelares de la humanidad). Gli altri testi e l'idea generale sono di Bernardo Atxaga. Bernardo Atxaga è uno dei maggiori scrittori baschi della nuova generazione. Nato a Asteasu (Guipùzcoa) nel 1951, è autore di poesie e numerosi racconti. La sua affermazione a livello mondiale gli viene da Obabakoak- di prossima pubblicazione presso l'editrice Einaudi - giunto alla quinta edizione sia in lingua basca, sia in spagnolo, e in corso di traduzione in vari paesi. Obabakoak è stato candidato al premio internazionale per il miglior romanzo europeo. 83

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